Il crollo dei prezzi alla produzione e' il risultato piu' evidente, e non l'unico aspetto, di una crisi dovuta a diverse concause.
Il comparto olivicolo e' interessato negli ultimi anni da un profondo cambiamento dello scenario globale, con significativi incrementi delle produzioni in Paesi emergenti, forti concentrazioni delle marche nelle mani di pochi gruppi, soprattutto spagnoli, ingenti investimenti nelle politiche di impianto e di marketing, evoluzione accelerata  dei sistemi produttivi e, non ultimo, dei livelli di consumo nei diversi Paesi.
Una dinamica di sistema in cui il nostro Paese e' rimasto sostanzialmente fermo, nella illusione che qualita' e immagine dell'olio italiano sarebbero state sufficienti a mantenere un livello accettabile di competitivita'.
Ma il cambiamento di bandiera di marchi italiani storici e l'andamento del mercato dimostrano che questa idea era sbagliata e che per rilanciare il comparto occorre sviluppare una strategia di rilancio articolata in cui la qualita' e' solo uno dei punti su cui  investire.
E' questa la conclusione del convegno organizzato da Agci Calabria ed Agci Agrital a Cosenza presso l'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura e l'ambiente 'F. Todaro' che, oltre alla presenza di diversi operatori del comparto, ha visto la partecipazione dell'Assessore all'Agricoltura della Regione Calabria Mario Pirillo, Coordinatore delle regioni per il settore oleolivicolo, dell'Assessore Provinciale all'Agricoltura Luciano Manfrinato, dell'Assessore all'ambiente del Comune di Rende Eraldo Rizzuti, di Elia Fiorillo, Presidente di Unasco e del Consorzio di Garanzia dell'olio extravergine di oliva di qualita', e di Mauro Meloni, direttore dello stesso Consorzio.
Aperto dal presidente di Agci Calabria Francesco Capocasale, il convegno ha analizzato il grave stato di crisi del comparto che ha visto esplodere nei giorni scorsi la protesta dei produttori pugliesi. Per evitare che la situazione precipiti ulteriormente, al tavolo di coordinamento degli assessori, che nel convegno e' stato richiesto con urgenza all'assessore Pirillo dal presidente di Unasco (Associazioni organizzazioni produttori olivicoli), occorrera' lavorare alla definizione di una strategia condivisa da tutte le sigle del settore per contrastare ed invertire le tendenze che vedono l'olio italiano eccessivamente debole  rispetto alle strategie aziendali e di marketing dei grandi gruppi di altri Paesi, ed un sistema produttivo nazionale sostanzialmente immobile e disarmato di fronte alla caduta verticale dei prezzi.
'Non basta piu' lavorare alla qualita' del nostro olio, invocare agevolazioni sull'Iva e combattere le frodi', ha affermato nelle sue conclusioni il presidente nazionale di Agci Agrital Giampaolo Buonfiglio, 'Sono tutti punti importanti, ma che da soli non basteranno a vincere una competizione ormai giocata sulla evoluzione del processo produttivo, sulla aggregazione delle aziende, sull'abbattimento dei costi e su una efficace politica di marketing. Tutti aspetti su cui sono imprescindibili, prima di tutto, scelte precise delle imprese senza le quali sara' difficile che politica e Istituzioni possano fornire ricette risolutive. In questo quadro, considerata la dispersione e le caratteristiche delle aziende', ha concluso Buonfiglio, 'e' pero' necessario uno sforzo straordinario da parte del sistema associativo, che deve essere pronto ad assumersi le relative responsabilita' senza aspettare che arrivi qualcuno con la bacchetta magica, o che il mercato risolva da solo, seppellendo definitivamente le legittime aspirazioni dei produttori italiani'.