'L'Italia non può accettare le ultime proposte sul tavolo del negoziato del Doha Round, che saranno sul tavolo della sessione ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) del prossimo 21 luglio a Ginevra'. E' stato categorico il ministro all'Agricoltura Luca Zaia nel ribadire con forza la posizione italiana, avvertendo che le proposte sul tavolo significherebbero la morte dell'agricoltura europea ed italiana e la dipendenza alimentare del Vecchio Continente dall'esterno.
Zaia è a Bruxelles per partecipare al Consiglio Ue Agricoltura e Pesca. Il ministro ha ricordato che 'sono 153 gli stati membri del Wto, nel 2001 si parlava di accordi multilaterali, ora la faccenda sta diventando unilaterale, ne usciamo massacrati'. Dunque, dice ancora, 'a mio avviso non si devono chiudere gli accordi Wto a Ginevra massacrando e celebrando il funerale dell'agricoltura'. Nei documenti ufficiali, infatti, ricompaiono nella lista dei prodotti tropicali le nostre produzioni: gli agrumi, pomodori, il riso, le patate. Per i prodotti contenuti in questa lista saranno azzerate le tariffe doganali.
'Faccio l'esempio del riso', ha spiegato Zaia a tal proposito, 'per il quale c'è un dazio di 170 euro a tonnellata. Con l'inserimento del riso nei prodotto tropicali il dazio va a zero. Questo significherà che la Pianura Padana vedrà sparire le sue risaie. Significherà rinunciare a una sicurezza alimentare, alla storia del territorio. Significherà per molti altri territori d'Italia rinunciare alla produzioni di agrumi, pomodori o quant'altro'.
Secondo il ministro, 'chi ha partecipato alla stesura di questo documento esprime la filosofia della globalizzazione, del non rispetto dell'identità dei territori, del non rispetto della sicurezza alimentare. E di continuare con la linea di tendenza di rendere l'Europa totalmente dipendente da altri parti del mondo rispetto all'approvigionamento alimentare'.
Il ministro ha ricordato di avere scritto ai suoi colleghi Franco Frattini, Claudio Scajola e Adolfo Urso perchè 'ci sia la massima attenzione in sede di negoziato, affinche' non si vada a chiuderlo penalizzando l'agricoltura che rischia di uscirne con le ossa rotte. Dunque massimo stato di allerta, noi non accettiamo assolutamento a questo documento che ci viene proposto in sede di Wto'. Insomma, 'io non mi ritengo il commissario liquidatore del settore primario in Italia". Quindi "la battaglia la faremo fino in fondo" contro "la disgregazione di un comparto produttivo fatta in modo scientifico'.
Il ministro ha comunque spiegato che 'siamo in buona compagnia, abbiamo molti stati membri che ci sostengono, come la Francia o la Spagna, come noi sosteniamo loro. Perche' si tratta di una partita cocente che riguarda l'intero settore agricolo europeo'.