Il ministro che vuole 'sporcarsi le scarpe' ed ha appena visto riconfermate tutte le competenze del suo ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il 28 maggio incontrerà gli addetti della filiera suinicola. Al centro dell'incontro, l'esame delle problematiche emergenti e l'individuazione degli strumenti di intervento.
'Il rilancio della filiera suinicola è certamente un passo ineludibile della nostra azione di governo', ha dichiarato il ministro, rassicurando gli oltre 50 mila occupati nel settore, di voler approfondire il problema per trovare una soluzione efficace insieme ai produttori delle 16 denominazioni protette italiane, dal Parma al San Daniele, dal Toscano al salame della Brianza, 'che sono una delle eccellenze del nostro Paese da tutelare con determinazione dalla concorrenza, spesso sleale, di alcune produzioni estere'.
Per Zaia, la 'qualità significa garanzia della salute pubblica e del Made in Italy'. Quello di Via XX Settembre è 'un ministero pienamente operativo, con le competenze necessarie per favorire la crescita e lo sviluppo di un comparto fondamentale dell'economia nazionale'. Lo ha detto lo stesso Zaia, aggiungendo che nel testo del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 maggio scorso è stata confermata l'attuale denominazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. E' stata così modificata la disposizione della Legge Finanziaria 2008 (art. 1, comma 376), che prevedeva il ritorno alla vecchia denominazione di Ministero delle politiche agricole e forestali. Continuano dunque ad essere vigenti le norme varate nel 2006 che prevedono che le funzioni relative all'alimentazione rientrino fra le attribuzioni del Ministero di via XX Settembre: 'Una conferma molto importante', ha sottolineato Zaia, 'soprattutto in un momento in cui il nostro sistema agroalimentare è oggetto di particolare attenzione da parte dell'opinione pubblica'. La proposta del ministro Zaia di mantenere inalterata la denominazione del Mipaaf non comporta alcun onere per il bilancio dello Stato in quanto non influisce né sul numero dei ministeri né sulle strutture amministrative del ministero stesso.