In totale, da gennaio a ottobre 2007 l’Italia ha esportato ben 3.037.410 tonnellate di frutta e verdura nel mondo. Un 8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e comunque un segnale di ripresa per il comparto. I dati in valore sono ancora più eclatanti se si considera che i 2,5 miliardi di euro dell’esportazione 2007 corrispondono ad un +12% sul 2006. Si ampliano anche i mercati di sbocco dell’export italiano a riprova di un adeguamento del nostro sistema produttivo organizzato alla domanda globale. A livello di produzione l’Italia si conferma leader in Europa per molte specie con un'offerta di 30,4 milioni di tonnellate di frutta e verdura ed una Plv pari a 11,4 miliardi di euro nel 2006 corrispondenti al 29% della Plv agricola. Lo studio, presentato dal Cso, Centro servizi ortofrutticoli, analizza le specie frutticole più a livello nazionale e, con elaborazioni sui dati catastali delle imprese associate in Emilia Romagna, riesce ad ottenere proiezioni alla primavera. 
L’analisi evidenzia una situazione di stabilità produttiva per le mele con un calo dell’offerta di varietà tradizionali e un incremento, in Emilia Romagna, degli investimenti di varietà come la Fuji per la quale è previsto un aumento di oltre l’80% della potenzialità produttiva nel prossimo triennio. Per le mele si rileva come, a fronte di consumi stabili negli ultimi 3 anni, l’export è in crescita. La situazione di pesche e nettarine evidenzia una maggiore competizione sui mercati internazionali per un ristagno dei consumi in Europa a fronte di una accresciuta offerta di prodotto. L’export appare fortemente vincolato all’andamento produttivo dell’annata. In Emilia Romagna dal 2000 al 2006 la superficie investita a pesco è calata del 17%. Gli ettari a pesco ammontano in Regione a 8.000 mentre per le nettarine la superficie è di 15.000 ettari . Nel prossimo triennio è prevista una riduzione di investimenti del 7% sia di pesche che di nettarine. Per le pere l’Italia conferma la posizione di leader produttivo europeo con l’offerta concentrata per il 65% in Emilia Romagna. Dal 2000 al 2007 la superficie investita in Emilia Romagna è calata del 10%. Sono previsti incrementi di investimenti solo per la varietà Abate Fetel , in crescita del 5% nel 2010. Ottime le prospettive per il kiwi di cui l’Italia è il primo produttore mondiale. Il 70% dell’offerta è destinato all’export e l’andamento delle spedizioni risulta fortemente correlato alla produzione dell’annata. Le superfici in Emilia Romagna sono previste, da qui al 2010, in lieve aumento (+2%). “Un quadro positivo per l’ortofrutta italiana - dichiara Renzo Piraccini, consigliere delegato del Cso – sul fronte delle esportazioni in aumento". I segnali positivi sono confermati anche da Paolo Bruni, presidente Cso. “In un contesto come quello attuale dove la competizione globale vede l’agroalimentare in primo piano nel dibattito sugli scambi commerciali mondiali, appare determinante lo sforzo del nostro sistema produttivo verso l’export. La positiva collaborazione che il Cso ha avviato con gli uffici del Mipaaf spero possa dare presto risultati soddisfacenti”.