E' quanto emerge da una recente indagine che la Commissione europea ha affidato a Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare e che ha riscontrato condizioni inadeguate, con particolare riferimento alle gabbie e alle loro dimensioni.
Oggi regole generiche
Al momento le regole da rispettare nell'allevamento del coniglio sono quelle generiche stabilite dal decreto legislativo 146 del 2001 come già evidenziato da AgroNotizie.Per verificare la situazione degli allevamenti europei Efsa si è affidata a un gruppo di esperti delle nazioni dove l'allevamento del coniglio ha rilevanza economica e che oltre all'Italia comprende Francia, Ungheria, Portogallo e Spagna, con rilevanti differenze fra loro nei metodi di allevamento adottati.
L'analisi ha così preso in esame i diversi tipi di allevamento che comprendono: gabbie convenzionali, gabbie "arricchite", sistemi a "parchetto", gabbie a pavimento, sistemi in stabulazione libera chiuso/aperto e allevamenti biologici.
Dito puntato sulle gabbie
Lo studio condotto da Efsa conferma che le gabbie convenzionali limitano il movimento degli animali e comportano un minore livello di benessere degli animali rispetto agli altri schemi di allevamento.Per contro i sistemi all'aperto comportano seri problemi di benessere per i coniglietti prima dello svezzamento, periodo che comporta una forte sensibilità degli animali alla temperatura esterna.
Gli allevamenti in regime biologico offrono in generale migliori condizioni di benessere.
Il capitolo macellazione
Un altro capitolo importante è quello della macellazione, anche questo un argomento preso in esame da Efsa, che ha messo in luce qualche lacuna sui metodi di stordimento e sugli indici di coscienza.Accade per gli animali avviati alla catena alimentare, ma anche qualora siano necessari abbattimenti dettati da esigenze di carattere sanitario.
Anche in questo campo, conclude Efsa, si ravvede la necessità di misure correttive.
Cosa accadrà
Le conclusioni delle analisi condotte da Efsa sul benessere dei conigli non hanno carattere vincolante, ma rappresentano una base sulla quale il legislatore europeo dovrà esprimersi per dettare regole da trasferire agli allevamenti.E' facile profetizzare che in un futuro non troppo distante saranno messe fuori legge le gabbie che non consentono agli animali alcuni movimenti "naturali", come il rizzarsi sulle zampe posteriori.
Così pure è intuibile che una certa preferenza sarà accordata ai sistemi a "parchetto", che non mancano tuttavia di "difetti" in tema di aggressività.
Il ruolo dell'Italia
E' importante che in sede di definizione di queste norme l'Italia, per il tramite delle sue associazioni di allevatori, faccia sentire la propria voce per impedire che venga data preferenza a sistemi di allevamento che tutelano solo in apparenza il benessere degli animali, ma che sembrano raccogliere il favore di quanti non hanno sufficienti competenze tecniche.Per quanto l'Italia vanti nel settore cunicolo una posizione di primo piano in Europa, il settore ha un peso economico relativamente basso, collocandosi agli ultimi posti nella filiera delle carni.
Ciò potrebbe indurre a dare poco peso a questi argomenti, che al contrario possono condizionare il futuro del settore e la sopravvivenza degli allevamenti.
Con un danno che si riverbera su tutta l'economia.