L'afa è uno dei fattori di stress più prevedibili a cui le vacche da latte devono far fronte durante i mesi estivi.

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Lo stress da caldo rappresenta una risposta all'aumento della temperatura corporea caratterizzata da adattamenti fisiologici e del comportamento, quali maggiore frequenza respiratoria e maggior sudorazione, maggior consumo di acqua e più tempo passato in stazione, minore attività e minor assunzione di sostanza secca, ricerca di zone d'ombra (Polsky et al, 2017).

Lo stress da caldo compromette il benessere animale, la salute e la produttività, con un impatto significativo sulla redditività dell'azienda da latte. É stato stimato che tre settimane di stress da caldo all'anno determinano una perdita per l'azienda di 270 euro per capo (Feenstra, 2017).

Le vacche da latte cominciano a manifestare segni di stress da caldo quando la temperatura ambientale supera i 25ºC o quando l'Indice temperatura-umidità (Thi) - calcolato come relazione tra temperatura ambientale e umidità relativa - supera il valore di 68 (Tabella 1). Interessante notare come in Italia, nei mesi di luglio e agosto 2018, il Thi abbia raggiunto valori di 72 (stress da caldo moderato) o superiori in quasi il 100% delle giornate (dato registrato a Parma).

Condizioni ambientali che determinano Thi 68, valore soglia dello stress da caldo


Interventi necessari

Le strutture, il management e i piani alimentari possono contribuire a moderare l'impatto dello stress da caldo. Alcuni alimenti e specialità nutrizionali hanno dimostrato la loro capacità nel supportare l'adattamento delle vacche da latte allo stress da caldo.
OmniGenTM è un mangime complementare per ruminanti brevettato che ha dimostrato di agire sull'espressione dei markers della risposta immunitaria durante i periodi di stress. Segnatamente allo stress da caldo, le vacche alimentate con OmniGenTM ed esposte a stress da caldo hanno evidenziato modifiche significative nei profili ormonali legati alla risposta allo stress (McBride et al., 2016) e nell'espressione di markers metabolici, come l'heat shock factor 1 e i recettori della prolattina (Fabris et al., 2018), a dimostrazione che la somministrazione di OmniGen gioca un ruolo fondamentale nella risposta allo stress da caldo.

Numerosi studi scientifici sono stati pubblicati negli ultimi cinque anni a sostegno dell'impatto della somministrazione di OmniGenTM a vacche in condizioni di stress da caldo. In occasione di questi studi, nelle vacche alimentate con OmniGenTM sono stati osservati i seguenti effetti pratici.


Minore frequenza respiratoria

Studi effettuati sia su vacche in lattazione che durante il periodo di asciutta hanno evidenziato questo effetto. Uno studio della University of Florida (Usa) è stato condotto su una mandria da latte dall'ultima fase di lattazione fino a primi sessanta giorni della lattazione successiva da giugno a ottobre 2015 (Fabris et al., 2017). Il Thi durante l'intero periodo non è mai sceso al di sotto di settanta. In questo studio, quando veniva spento l'impianto di raffrescamento (ventole e acqua) nel box delle asciutte, la frequenza respiratoria aumentava nel gruppo controllo a valori di settantasette atti respiratori al minuto, mentre nel gruppo alimentato con OmniGenTM si manteneva, con valori statisticamente significativi (P<0.01), ad una media di settanta.

Risultati simili sono stati ottenuti in uno studio condotto dalla University of Arizona (Usa), presso i propri centri di ricerca, in cui vacche in lattazione venivano sottoposte a stress termico in condizioni controllate all'interno di una camera termica (Hall et al., 2018). Le vacche, dopo un periodo di adattamento di sette giorni al nuovo ambiente in condizioni di termoneutralità, venivano sottoposte a condizioni di stress da caldo per dieci giorni consecutivi (Thi superiore a 68 nelle ore diurne). La frequenza respiratoria veniva misurata alle ore 6 del mattino (prima quindi dell'esposizione a Thi elevato), alle ore 14 e alle ore 18 (rispettivamente dopo un'esposizione di sette e undici ore a Thi>68). Si è osservata una significativa interazione tra il trattamento (OmniGenTM) e le condizioni ambientali nei risultati alle 14 e alle 18 (P<0.05), registrando una minore frequenza respiratoria del gruppo alimentato con OmniGenTM rispetto al gruppo controllo durante il periodo di stress da caldo (53 vs. 57 atti respiratori al minuto alle ore 14, e 50 vs. 59 alle ore 18).

La bovina risponde all'aumento della temperatura corporea aumentando il consumo d'acqua, la frequenza respiratoria, la sudorazione, il tempo trascorso in stazione, nonché riducendo le proprie attività e l'ingestione di sostanza secca, e infine ricercando zone ombreggiate
La bovina risponde all'aumento della temperatura corporea aumentando il consumo d'acqua, la frequenza respiratoria, la sudorazione, il tempo trascorso in stazione, nonché riducendo le proprie attività e l'ingestione di sostanza secca, e infine ricercando zone ombreggiate


Minore temperatura corporea

Nella ricerca di Hall et al. (2018) veniva inoltre misurata la temperatura rettale delle vacche contestualmente al rilevamento della frequenza respiratoria. Alle ore 14 veniva evidenziata una differenza statisticamente significativa (P<0.01) nei capi alimentati con OmniGenTM che riportavano una temperatura corporea inferiore di 0.22ºC rispetto al gruppo controllo durante le giornate di stress termico. Un rilievo numericamente simile è stato evidenziato anche nella misurazione delle ore 18.

Leiva et al. (2017) hanno condotto uno studio in condizioni di ambiente tropicale presso il centro di ricerche sperimentali dell'Università di San Paolo (Brasile); sono state osservate trentadue vacche in lattazione Holstein x Gir per un periodo di sessantadue giorni. Le vacche non avevano a disposizione aree ombreggiate o sistemi di raffrescamento. Ai capi è stato inserito un dispositivo intravaginale per il monitoraggio della temperatura corporea in due periodi di quattordici giorni, a metà e alla fine della prova. Al termine del periodo di studio, il tempo durante il quale le vacche avevano fatto registrare temperature corporee superiori a 39.1ºC è stato significativamente inferiore in quelle alimentate con OmniGenTM, facendo registrare il 43% del tempo di osservazione con temperatura uguale o superiore a 39.1ºC rispetto al 55% del tempo per le vacche nel gruppo controllo (P = 0.03).

È dimostrato che l'integrazione della razione con OmniGen supporta l'adattamento delle vacche da latte allo stress da caldo
È dimostrato che l'integrazione della razione con OmniGen supporta l'adattamento delle vacche da latte allo stress da caldo


Maggiore assunzione di sostanza secca

Le vacche esposte a stress da caldo in condizioni climatiche controllate nello studio di Hall et al. (2018) hanno fatto registrare una maggiore assunzione di sostanza secca quando alimentate con OmniGenTM. L'assunzione media per il gruppo OmniGenTM è stata di 24.8 chilogrammi durante la fase di stress da caldo contro i 22.8 chilogrammi nel gruppo controllo (P = 0.06 nell'interazione trattamento/condizioni ambientali). Anche altri studi hanno osservato tale effetto. Nello studio di Leiva et al. (2017), le vacche supplementate con OmniGenTM hanno evidenziato una maggiore assunzione di sostanza secca rispetto al controllo: 18.0 vs. 16.8 chilogrammi, rispettivamente (P = 0.10).


Conclusione

I risultati delle ricerche dimostrano dunque che OmniGenTM può rivestire un ruolo importante all'interno di strategie nutrizionali a supporto della salute animale e della redditività anche in condizioni di stress da caldo.

La bibliografia è disponibile presso gli autori (paolo.bozzi@pahc.com)

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di Ruben Garcia e Paolo Bozzi - Phibro animal health corporation