In Toscana l'allevamento di razze bovine autoctone ha un'origine lontanissima e vi è un'antica sapienza allevatoriale, testimoniata dalla valorizzazione delle attitudini produttive degli animali in rapporto ad un'armoniosa integrazione con l'ambiente naturale.

Se ne parlerà il prossimo 24 marzo nell'ambito dell'Antica fiera di San Giuseppe, in programma nel penultimo fine settimana del mese a Mercatale di Vernio (Po), in Val di Bisenzio, (piazza 1° Maggio) alla tavola rotonda intitolata "Le razze bovine autoctone della Toscana: un prezioso patrimonio da salvaguardare", alle 10.30 nello stand allestito alla Mostra bovina. La tradizionale manifestazione a carattere zootecnico si svolge quest'anno nel penultimo fine settimana del mese di marzo, e vedrà in esposizione una rappresentanza della ricca biodiversità della Toscana.

Organizzano l'incontro Aia, Ara della Toscana, Anacli e Unione dei comuni Val di Bisenzio, e sarà aperta dall'intervento del sindaco di Vernio Giovanni Morganti; all'incontro parteciperanno Stefano Saleppichi (direttore dell'Associazione nazionale allevatori delle razze bovine Charolaise e Limousine), Lorenzo Pascarella (Ufficio centrale Registri anagrafici dell'Associazione italiana allevatori-Aia), il professor Riccardo Bozzi (Università di Firenze) e Claudio Massaro (direttore Associazione regionale allevatori della Toscana).

"Sono soddisfatto soprattutto – afferma il presidente di Aia ed Arat, Roberto Nocentini, nel presentare l'iniziativa – del ritorno di interesse per le razze bovine autoctone toscane. Questa manifestazione e la programmata tavola rotonda sono la testimonianza anche di quanto ciò che accade a livello ‘locale' abbia poi riscontro su temi di interesse ‘globale', quali quelli inerenti la tutela della biodiversità animale, dei territori, della cultura e del ‘fare zootecnia' in maniera sostenibile e rispettando il benessere animale e l'ambiente".

"Il caso della Calvana, o ‘Calvanina' –
aggiunge il direttore Arat, Claudio Massaro – è emblematico: già l'etimologia della sua denominazione richiama l'ambiente rustico e marginale (le colline e montagne ‘calve', cioè con pascoli poverissimi) tipico di queste zone della Toscana, che hanno saputo però conservare un animale un tempo a duplice attitudine, ma ora valorizzato per la produzione di ottime carni. Nel corso della tavola rotonda si parlerà, oltre che della ‘Calvanina', anche di altre razze tipiche toscane quali la Garfagnina, la Pontremolese e la Pisana (o ‘Mucco Pisano'), veri e propri tesori della nostra biodiversità".

Scopri i dettagli dell'Antica fiera di San Giuseppe