La combinazione di prezzi in ribasso e costi in rialzo ha determinato a gennaio un ulteriore calo di redditività per la suinicoltura italiana.
In gennaio l'indice Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali), segna -1,4% rispetto al mese precedente (variazione congiunturale).

La gravità della situazione è soprattutto dimostrata dal -15,6% che esce dal confronto con gennaio dell'anno precedente (variazione tendenziale).

D'altro canto, a inizio anno continuano a calare le quotazioni degli animali da macello. In particolare, il prezzo medio mensile dei suini pesanti destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,278 euro/kg; -1,7% su dicembre scorso e -18% su gennaio 2018.
E cali caratterizzano anche il mercato dei suini pesanti allevati per prosciutti generici, tanto che le quotazioni a gennaio sono scese a 1,168 euro/kg per un -0,5% su base congiunturale e -11,5% su base tendenziale.

Sono relativamente tonici a gennaio i mercati dei suinetti da allevamento. I capi da 30 kg toccano valori medi mensili di 2,385 euro/kg, che significa +6,2% su dicembre. Si tratta però di un valore non elevato, come evidenzia il -24,6% su base annuale.


Male (ma non troppo) i macelli

Nonostante i prezzi bassi dei suini da macello, a gennaio cala la redditività dell'industria della macellazione.
L'indice Crefis registra -4,1% su base congiunturale, ma il livello di remuneratività rimane piuttosto elevato, tanto che la variazione tendenziale è decisamente positiva (+7,4%).

A gravare sulla perfomance economica dei macellatori è stato il mercato dei tagli freschi che a gennaio ha mostrato un andamento negativo.
A cominciare dalle cosce pesanti per crudo tipico, il cui prezzo scende a 3,798 euro/kg: -4,4% su dicembre e ben -28,5% su gennaio 2018. E calano anche le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche, con valori che a gennaio arrivano a 3,200 euro/Kg, con variazioni congiunturali e tendenziali pari rispettivamente a -1,6% e -16,4%.

Scendono infine i prezzi dei lombi freschi: il "taglio Padova" raggiunge 3,080 euro/kg, e cioè -9,7% rispetto al mese precedente e -10,5% sull'anno precedente.
 

Stagionatura, redditività in calo

Dinamica negativa a gennaio anche per la redditività della stagionatura di prosciutti.
Secondo l'indice Crefis, in termini congiunturali, per la tipologia più pesante la variazione è stata pari a -1,3%, il che fa risultare il dato di gennaio 2019 il più basso dall'aprile 2012, cioè da quando l'indice Crefis viene calcolato. Un livello confermato dalla variazione tendenziale: -16,4%.

Variazioni negative si sono registrate anche per i prosciutti pesanti non tipici, con cali del -5,9% su base mensile e -8,8% su base annuale. Peraltro, a gennaio e dopo molti mesi, torna ad essere più redditizio produrre prosciutti pesanti destinati al circuito delle Dop rispetto ai generici: il gap è infatti ridiventato positivo (+1,2%).

È il mercato delle cosce stagionate a pesare sulla redditività. A cominciare dai Dop: il Prosciutto di Parma pesante è arrivato a gennaio a 8,800 euro/kg, ovvero -2,8% su base congiunturale e -15,3% su base tendenziale.

In diminuzione a gennaio anche i prezzi dei prosciutti pesanti destinati a produzioni non tipiche: i valori medi scendono a 6,300 euro/kg, ovvero -2,3% su dicembre e -14,1% su gennaio 2018.