"L'Unione europea continua a sostenere con forza i produttori di latte nel bene e nel male. Quando ho assunto l'incarico nel 2014, l'Europa stava entrando in una profonda e duratura crisi del prezzo del latte. Vedendo la tempesta arrivare, abbiamo preso misure decisive in ogni fase della crisi, esaurendo ogni strumento legislativo a nostra disposizione. Il sistema di riduzione volontaria è una misura mai tentata prima, ma che è stata un chiaro successo".
Lo ha affermato il commissario europeo all'Agricoltura, Phil Hogan, intervenendo all'assemblea generale della Federazione francese dei produttori di latte (Fnpl) a Langres, in Francia.

Ecco alcuni dati elencati dal commissario Hogan, a testimonianza dell'impegno dell'Europa, anche per placare il malumore che serpeggia tra i produttori di latte francesi.
Il numero dei suicidi, negli ultimi due anni, è stato tutt'altro che basso e i timori, oggi, sono di una ripresa delle produzioni su scala continentale che potrebbero (e basterebbe appena il 2%, equivalenti a poco più di 3 milioni di tonnellate in tutta l'Ue) far sprofondare di nuovo il prezzo, in assenza di un aumento delle esportazioni.

Secondo quanto riportato dall'irlandese Phil Hogan, quasi 44mila agricoltori di tutta Europa hanno ottenuto il sostegno di Bruxelles per ridurre volontariamente la produzione di latte di circa 852mila tonnellate nel corso dell'ultimo trimestre del 2016. Il piano di tagli, lanciato la scorsa estate e finanziato con 150 milioni di euro, è considerato una delle misure più importanti prese dalla Commissione Ue per affrontare la crisi del settore, contribuendo al rialzo dei prezzi negli ultimi mesi e al bilanciamenti dei mercati.

"C'è stata una lenta ma inconfondibile ripresa dei prezzi, con una tendenza al rialzo per un certo numero di mesi del mercato del latte - ha proseguito Hogan -. In Francia i prezzi del latte sono aumentati in media del 31% rispetto alla scorsa estate, fino a 33,7 centesimi al chilogrammo nel mese di febbraio. Si tratta di un recupero perfetto? Certo che no. E' la prova, però, che le cose si stanno muovendo nella giusta direzione".
Secondo i dati definitivi ricevuti dagli Stati membri per il primo periodo di riduzione (da ottobre a dicembre 2016), 43.968 produttori di latte hanno raggiunto una riduzione della produzione totale di 851.700 tonnellate di latte.
L'ampia adozione del sistema e il conseguente recupero del prezzo ha risposto sia alle aspettative degli agricoltori sia alle esigenze del mercato.

I fondi non utilizzati
Il denaro non utilizzato come parte dei 150 milioni di euro resterà a disposizione per le spese agricole e finanzierà le altre misure di mercato che si rivelino necessarie nel settore agricolo. I dati definitivi del secondo periodo di riduzione (novembre 2016 al gennaio 2017) saranno resi noti all'inizio di aprile e forniranno, infine, una panoramica completa.

Il sistema volontario di riduzione della produzione di latte è stato uno degli strumenti impiegati dalla Commissione europea per sostenere gli agricoltori di fronte alla crisi che ha colpito il settore. In totale, più di 1 miliardo di euro è stato stanziato dal settembre 2015 sotto forma di misure di mercato, come l'intervento pubblico e l'ammasso privato per i prodotti lattiero caseari e altre misure eccezionali.

Nel 2016 Francia e Uk frenano
Nel 2016 la Francia ha prodotto 24.739.000 tonnellate di latte, il 2,50% in meno rispetto all'anno precedente.
Fra i "big player", sopra cioè i 10 milioni di tonnellate, solo Francia e Regno Unito hanno ridotto i volumi rispetto al 2015, rispettivamente del 2,50% e del 4,27%. Per gli altri il 2016 ha visto un incremento: Germania +0,30% (consegne a 31.973.000 tonnellate), Olanda +7,49% (consegne a 14.324.000 tonnellate), Polonia +2,40% (11.130.000 tonnellate).

L'Italia ha raggiunto un livello di produzione pari a 11.516, con un balzo in avanti del 3,18%, che per la Lombardia, prima regione lattifera, si è tradotto in un'accelerazione del 3,97% in più sul 2015.