Che la Commissione europea sarebbe tornata alla carica sulla vicenda delle quote latte già lo si sapeva. Non a caso la stessa Corte dei Conti italiana, nel dicembre dello scorso anno e come riferito da Agronotizie, ci aveva messo in guardia sui ritardi nella riscossione delle multe. Fra multe pagate o rateizzate, importi annullati, prelievi non più esigibili, oggi nelle “tasche” degli allevatori ci sarebbero, stando alle indicazioni della Corte dei Conti nello scorso anno, 1,69 miliardi di euro. La Corte dei Conti, nel fare i suoi conteggi, ricordava che il debito degli allevatori è stato detratto dalla Commissione europea dagli anticipi assegnati all'Italia in attuazione della Pac. In pratica le multe sono state pagate, ma non dai singoli allevatori, bensì attingendo dalla Tesoreria statale. E' come se aiuti di Stato fossero andati ai singoli produttori, infrangendo una delle fra le più importanti norme dell'Unione, pensata per evitare distorsioni della concorrenza fra i Paesi membri.

Le cifre
Così nel giugno dello scorso anno la Commissione già aveva minacciato di avviare una procedura di infrazione contro l'Italia. Ora si passa ai fatti. Secondo alcune anticipazioni, la Commissione sarebbe in procinto di inviare all'Italia una richiesta formale di recupero di queste multe, che sarebbero quelle maturate dal 1995 al 2009. Negli ultimi anni, infatti, la produzione italiana di latte è rimasta al di sotto dei limiti imposti dalla Ue e dunque non ci sono altre multe da pagare. Dal 2015, inoltre, cesseranno i vincoli alla produzione e di quote latte, finalmente, non si parlerà più. Ma resta aperta la partita delle multe pregresse, non ancora saldate. In molti casi si tratta di multe non più esigibili, per errori di calcolo, di forma e altro. La cifra complessiva, sempre stando alle anticipazioni ufficiose, sarebbe infatti scesa da oltre 1,6 miliardi di euro a “soli” 1,39.

Le conseguenze
Rimettere in moto la macchina (di fatto mai avviata) delle esazioni forzose, rimbalzata in passato fra Equitalia e Agea, non sarà semplice. Se ciò avverrà, giusto o meno che sia nei confronti di chi le regole le ha rispettate, il risultato non potrà che tradursi nella chiusura di altre stalle, accelerando un processo che continua da anni e che ha ridotto al lumicino la nostra zootecnia da latte, passata dalle 110mila stalle del 1996, quando si è iniziato a pagare le multe, alle 40mila attuali o persino meno secondo alcune stime. Non a caso la produzione di latte in Italia è andata diminuendo, (-0,7% anche nell'ultima campagna), aumentando la nostra dipendenza dall'estero. Nel resto della Ue, al contrario, molti hanno aumentato produzioni e numero di capi allevati. Una tendenza destinata ad accentuarsi con la fine del regime delle quote e con la maggior richiesta di latte sui mercati mondiali. Un futuro al quale gli allevamenti italiani rischiano di presentarsi impreparati.