"Nell'Unione europea a 27 Stati membri, il 62,9% dell'allevamento di galline ovaiole è effettuato in gabbie tradizionali. Ipotizzare che nel breve giro di due anni si possa adempiere agli adeguamenti previsti dalle disposizioni comunitarie è illusorio". 

Lo sottolinea Confagricoltura che evidenzia le conseguenze per la produzione europea e nazionale di uno dei più importanti alimenti: le uova.

Il rischio è di ridurne drasticamente la produzione e importarla da paesi terzi (che non hanno le disposizioni restrittive della comunità e non danno le stesse garanzie di salubrità). Nell'Unione europea, ricorda Confagricoltura, si allevano 387,7 milioni di capi di galline ovaiole con una produzione di circa 6,3 milioni di tonnellate di uova (l'11% della produzione è italiana).

Bisogna urgentemente fare chiarezza sulla situazione produttiva di questo comparto e sui tempi di adeguamento degli impianti produttivi, sottolinea Confagricoltura. Occorre tener conto che le norme comunitarie generano costi aggiuntivi per gli allevatori, non garantendo però che analoghe disposizioni e divieti vengano applicati alle importazioni. Insomma occorrono risposte laddove persiste un silenzio generale.