L'esperienza di un giovane allevatore piemontese
Un'esperienza nell'azienda agricola di famiglia cominciata quando Carlo Ballario aveva solo 14 anni. Una passione lunga generazioni, che è sfociata nell'allevamento a conduzione familiare di bovini di razza Piemontese ad alta genealogia, che oggi Carlo segue direttamente in prima persona.
Ballario ha all'attivo circa 70 capi, che vende anche in Toscana ed in altre regioni oltre al Piemonte. Su 15 ettari di terreno, Carlo produce il foraggio per nutrire i bovini cercando di mantere il più possibile legato all'azienda il ciclo produttivo che la tiene attiva.
'Ho sempre seguito metodi tradizionali nella conduzione della mia azienda', spiega Carlo Ballario, 'Quando ho deciso di prendere in mano la direzione dell'allevamento della mia famiglia ho ricevuto il premio di primo insediamento in agricoltura e qualche anno dopo ho chiesto anche i contributi per il miglioramento aziendale grazie al quale ho raddoppiato l'azienda ed il numero di capi allevati'.
Il racconto di Ballario è l'esempio tipico di come negli ultimi decenni molti sono stati i giovani a subentrare nella conduzione delle aziende agricole familiari usufruendo degli aiuti comunitari a loro destinati ed in seguito a tutte le misure relative al miglioramento dell'attività.
'Allora il premio era un valido aiuto. Oggi i soldi non valgono più quanto prima nel settore agricolo', constata Ballario, 'e la somma erogata non basta a dare un sostanziale impulso alle aziende neonate, soprattutto a quelle che partono da zero'. Un'amara dichiarazione, che non ci si aspetterebbe in una zona come quella del Piemonte, in cui molto si cerca di fare per promuovere il settore agricolo.
Ciò che mette maggiormente in difficoltà gli allevatori del nord è la Direttiva nitrati che, introdotta nel 1991, ha due obiettivi principali: diminuire l'inquinamento delle acque causato dai nitrati provenienti da fonti agricole e prevenire ulteriore inquinamento.
La direttiva è gestita dagli Stati membri e comporta: il controllo della qualità dell'acqua in relazione all'agricoltura; la designazione delle zone vulnerabili ai nitrati; la definizione dei codici (facoltativi) delle buone pratiche agricole e delle misure (obbligatorie) da attuare in programmi di azione destinati alle zone vulnerabili ai nitrati. Per tali zone, la direttiva definisce anche un limite massimo di azoto proveniente dal letame che può essere cosparso per ettaro: 170 kg. N/ha/ per anno.
Un provvedimento che mette a disagio gli allevatori. 'Paradossalmente sono in difficoltà più i grandi allevamenti, che quelli più piccoli e medi come il mio', aggiunge Ballario, 'perchè più capi di bestiame si possiedono, più ampia deve essere l'estensione di terreno posseduta e a disposizione che serve per smaltire i liquami zootecnici prodotti'.
La soluzione a questo problema potrebbe essere la diffusione di impianti a biogas per la produzione di energia pulita, ma le difficoltà perchè ciò accada sono molte: 'La generazione che sta conducendo il settore agricolo attualmente è restìa all'informazione ed all'apertiura mentale verso collaborazioni nuove', continua Ballario. 'Purtroppo da un lato i costi dlle attrezzature, dei terreni e di tutto quello che serve per mandare avanti un'azienda agricola sono troppo elevati e non invogliano a fare molto in più la chiusura mentale dovuta anche a brutte esperienze passate del settore impedisce di prendere altre strade migliorative'.
Ed i giovani che decidono di lavorare in questo comparto come dovrebbero comportarsi per superare tutte queste difficoltà? 'Quello che mi sento di dire a chi ora vorrebbe iniziare una nuova attività agricola è di farlo solo se si ha già qualcosa alle spalle', consiglia Ballario. 'Un terreno di proprietà, un'avviamento, anche modesto, famigliare...insomma, una base di partenza. Altrimenti il tentativo sarebbe vano'.
Sfiducia, paura, prudenza, questi i sentimenti che terapelano dalle parole di questo giovane in agricoltura, ma cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione a livello istituzionale?
'I mezzi per cambiare ci sono, eccome, ma non vengono attuati', sostiena Carlo. 'Se ci fossero più agevolazioni fiscali per quanto riguarda l'iva o possibilità maggiori di scaricare ciò che si acquista per l'azienda, si potrebbe andare avanti in maniera più forte. Inoltre bisognerebbe velocizzare la burocrazia dei contributi'. Continua Ballario: 'I Psr 2007/2013 sono stati approvati con molto ritardo rispetto alle aspettative. Qui in Piemonte molti imprenditori si sono buttati in investimenti per sviluppare le proprie aziende nella prospettiva di ricevere all'inizio dell'anno le agevolazioni'. Conclude: 'Purtroppo però qui i provvedimenti partiranno più avanti e questo li ha costretti ad avviare dei mutui per sostenere le spese d'investimento. Quando riceveranno i contributi, molte delle loro risorse se ne saranno già andate per pagare gli interessi alle banche'.
E se un ragazzo volesse imitare la sua stessa tipologia aziendale, allevando bovini di razza Piemontese, qual'è il segreto per avere un buon andamento?
'La qualità. Meglio produrre poco ma con alta qualità. Consiglierei di non puntare su cose grosse, ma di tenere al massimo 100/120 animali selezionati ed iscritti ai Libri genealogici. I risultati si vedranno'.
 
Contadini al futuro
Su 'D La Repubblica delle donne', inserto del famoso quotidiano, è stato pubblicato un articolo contenente un'intervista rilasciata da alcuni giovani imprenditori Agia e dal presidente dell'associazione Gianfranca Pirisi. L'articolo tratta della giovane imprenditoria che cerca di emergere nel settore agricolo.
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