'Un atto grave che apre un pericoloso precedente', così la Cia (Confederazione italiana agricoltori) commenta la proposta della Commissione Ue di togliere il divieto che impedisce l'import dagli Usa di carne di pollame disinfettata con il cloro. La Cia ribadisce, quindi, il fermo 'no' all'importazione di questi prodotti che possono essere nocivi per la salute pubblica e nello stesso tempo riafferma l'esigenza di un'etichettatura chiara che permetta una vera tracciabilità. Da qui l'invito della Cia al Comitato europeo per la catena alimentare e animale Ue, al quale spetterà decisione definitiva, affinché sia respinto l'orientamento dell’esecutivo di Bruxelles e venga mantenuto il blocco dell’import dagli Stati Uniti di un prodotto così trattato. 'In tale direzione', sottolinea la Cia, 'fa ben sperare l'iniziativa di molti paesi Ue, tra cui il nostro, e di alcuni parlamentari europei per bloccare la decisione dell'Esecutivo comunitario. Occorre che nel confronto tra le due sponde dell'Atlantico s'impedisca che passi la richiesta degli Stati Uniti e che l'Ue mantenga una posizione ferma in difesa dei cittadini europei e soprattutto della loro salute. Nel ribadire il suo plauso per l'azione svolta dall'Italia, da altri paesi Ue e dagli europarlamentari, la Cia sottolinea l'importanza dell'etichettatura d'origine di tutte le carni, compresa, quindi, anche quella di pollo. Soltanto in questo modo si può contrastare l'arrivo di prodotti pericolosi e, nello stesso tempo, tracciare chiaramente il percorso dall'allevamento alla tavola'.
Anche la Coldiretti, unitamente alla Cia, ribadisce il fermo 'no' alla ripresa delle importazioni di pollo dagli Usa: 'Il via libera della Commissione al 'pollo alla varechina' fa seguito',  ricorda la Coldiretti, 'agli accordi raggiunti al termine del secondo incontro del Consiglio economico transatlantico (Tec) tra Unione europea e Stati Uniti, nel quale la Commissione si è impegnata a trovare una soluzione su questo punto con gli Stati membri ed il Parlamento europeo prima del prossimo incontro del Tec previsto nell'autunno 2008. La proposta dovrà essere ora sottoposta all'esame del Comitato europeo per la catena alimentare e animale che riunisce i rappresentanti dei 27 Stati membri per trasferirla eventualmente al Consiglio Agricoltura e al Parlamento europeo.
'La proposta della Commissione', sottolinea la Coldiretti, 'prevede una durata di due anni con l'apertura delle frontiere europee condizionata: all'uso di una sola sostanza chimica a base di cloro, tra le quattro utilizzate comunemente per disinfettare le carni, proibendo così l'uso di cocktail di sostanze; al lavaggio con acqua potabile; all'uso di etichette in cui si espliciti che il prodotto è stato decontaminato con il cloro; e alla fornitura di dati da parte delle autorità americane sulla possibile resistenza agli antibiotici che questi trattamenti potrebbero provocare'. Una serie di precauzioni che secondo la Coldiretti non risolvono le perplessità sui rischi per l'ambiente e la salute sia per quanto riguarda possibili reazioni chimiche, variazioni del gusto, effetti tossici in caso di ingestione dei residui di queste sostanze, così come il rischio di insorgenza di ceppi di batteri resistenti.
'Una scelta inaccettabile se si considera che nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri dell'agricoltura', sottolinea la Coldiretti, 'sono state espresse preoccupazioni in merito all'utilizzo di sostanze antimicrobiche per la decontaminazione della carne di pollo, su iniziativa francese condivisa e sostenuta da altre 21 delegazioni: Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia. L'Italia, che è autosufficiente nella produzione di polli', sottolinea la Coldiretti, 'non ha alcun interesse a promuovere sistemi di lavorazione che riducono le garanzie in un settore che ha già pesantemente sperimentato gli effetti delle emergenze sanitarie, con la crisi dell'influenza aviaria'.