Ancora qualche giorno prettamente stabile prima di una radicale svolta che porterà un vero e proprio assaggio d'inverno sull'Italia. Correnti fredde dai Balcani inizieranno a fluire nel weekend portando nevicate anche a bassa quota, soprattutto sulle regioni del Centro-Nord. L’aria fredda, interagendo con la componente anticiclonica, attiverà contrasti molto forti accompagnati da intenso maltempo e da venti di burrasca.
 

Il punto della situazione 

I raggi molto inclinati non sono più in grado di scaldare efficacemente il terreno come avveniva ad inizio autunno, perché la porzione di atmosfera che devono percorrere è più spessa, per cui risultano più fiacchi, più spenti.
Solo cieli perfettamente lindi, con bassa umidità, quindi sotto l’effetto di una discreta ventilazione asciutta continentale, possono ancora giocare un ruolo fondamentale per un maggior riscaldamento, permettendo un maggior irraggiamento e di conseguenza valori termici un pelo più alti.
Però non sempre l’assenza di venti al suolo è sinonimo di maggior riscaldamento, perché - come si sta verificando nelle grandi pianure russe - l'aria tende invece a raffreddarsi rapidamente; qui il calore disperso dal terreno non viene più compensato dai raggi di un sole ormai innocuo, presente solo per una manciata di ore nell’arco del giorno (molte meno che in Italia).
In poco meno di una settimana notiamo quindi un netto raffreddamento dell'aria proprio tra Siberia e Russia, ove l’inversione trascina l’aria più fredda in quota verso il suolo, di norma più pesante e più densa. 
Una sedimentazione che porta anche un sensibile aumento della pressione atmosferica su gran parte dalla placca continentale, un vasto territorio che comprende anche una porzione della Russia Europea. Stiamo perciò assistendo ad una strutturazione di un vero e proprio anticiclone, che va così a ricoprire tutte le aree lontane dalle coste.
Inizia così a fare fresco oltre la catena degli Urali, ove in alcune località prossime al confine con la Mongolia, la colonnina di mercurio tocca già i -40°C.
 

Analisi

In Italia dovremo invece fare i conti ancora per qualche giorno, indicativamente fino al weekend, con un’alta pressione mediterranea che porterà temperature molto alte in quota, con anomalie sensibili in montagna e sui litorali del Centro-Sud. 
Un anticiclone nostrano che in fin dei conti non è tanto diverso da quello in strutturazione sulle sterminate pianure russe, tant’è che l’interazione tra le due strutture giocherà un ruolo fondamentale per noi, perché proprio in queste ore i due prenderanno confidenza instaurando una sorta di fratellanza che prenderà piede sull’Europa centro settentrionale. 
L’elevazione dall’anticiclone lascerà maggiore spazio libero sul Mediterraneo, spazio ove inizieranno a fluire infiltrazioni più fresche direttamente dai Balcani.
 

Primo passo verso l’inverno

Possiamo considerarlo come un primo passo verso l’inverno, anche se non sarà nulla di estremo ed eclatante. 
La mancanza di neve al suolo lungo il tragitto addolcirà l’aria molto fredda e pesante portandola dai valori sottozero iniziali a qualcosa di più consono per il periodo.  Avremo tuttavia un discreto rimescolamento del profilo atmosferico che pulirà i cieli dai banchi di nebbia persistenti anche di giorno e riporterà i valori termici finalmente in linea con le medie del periodo.
 

Evoluzione

La prossima evoluzione verrà riassunta in tre fasi principali. Andiamo con ordine: la prima fase, che terminerà il 16 novembre, continuerà con un quadro meteorologico assolutamente stabile, ove le temperature continueranno al di sopra delle medie anche di 6-7 gradi, con massime quasi ovunque tra i 15° ed i 20° gradi, ad eccezione delle regioni nord occidentali, ove si presenteranno tra i 12 ed i 15°C. Minime durante le ore più fredde attorno ai 10 gradi e sostanziale assenza di fenomeni, ma con banchi di nebbia persistenti anche durante le ore più calde sulla Val Padana e vallate del Centro Nord.
Nella seconda fase, tra il 17 ed il 20 di novembre, con buone probabilità avremo una grande novità per quanto riguarda l’avvicendarsi della stagione, ovvero un primo assaggio invernale con l'anticiclone che andrà gradualmente ad abbandonare il Mediterraneo centrale, lasciando maggiore spazio alle correnti più fredde in arrivo dai settori balcanici.
Il calo termico si presenterà sensibile, anche in rapporto alle attuali temperature molto alte, tant'è che si perderà facilmente anche 6-7 gradi sulle regioni settentrionali, fino a 5 gradi sulle centrali e 2-3 sulle meridionali.
Le nubi raggiungeranno con possibili fenomeni le regioni del medio e basso Adriatico, Calabria e due isole maggiori, ma è proprio sulle estreme meridionali che l’area depressionaria in approfondimento sui mari del Sud darà libero sfogo. 
Il cambiamento tanto atteso porterebbe le prime nevicata fino a bassa quota, anche collinari, sulle Alpi centro-occidentali e sul finire della parentesi fredda anche sulle aree pianeggianti e vallive del Piemonte.
 

Perturbazioni atlantiche

Quindi avremo un pizzico di inverno, indicativamente due giorni, che introdurrà una terza fasetra il 21 e 25 novembre, ove non ritornerà l'Africano, ma il turno sarà dedicato alle perturbazioni atlantiche sospinte dalle miti correnti oceaniche; valori termici in risalita, che si porteranno generalmente entro i ranghi stagionali. I valori massimi si aggireranno intorno ai 10 gradi al Nord e tra i 12 ed i 15 gradi al Centro-Sud; minime generalmente sopra i 10°C al Centro-Sud e tra i 5 ed i 9 sulle settentrionali.
Questa parentesi atlantica porterà due perturbazioni che per tutti i giorni dell’arco previsionale tra il 20 e il 25 novembre porteranno pioggeanche intense, su tutta l'Italia. Non mancheranno anche delle nevicate sulle Alpi e sull'Appennino abruzzese, ma questa volta a quote più alte, tra i 1200 ed i 1500 metri.

Questo articolo appartiene alle raccolte: