Che un adolescente chieda come regalo di Natale l'ultimo videogioco o un nuovo cellulare è abbastanza comune. Insolita, invece, è stata la richiesta di Giuseppe: nel 2011 sotto l'albero di Natale voleva una lettiera per allevare lombrichi. Che fortuna perché adesso insieme al padre Eustachio e allo zio Pasquale di Cuia gestisce l'azienda Fattoria Gallorosso, la più grande in Italia per produzione di vermicompost.

La lombricoltura, infatti, è un settore che non va sottovalutato. È un'attività redditizia e sostenibile. Il vermicompost che si ottiene dall'allevamento dei lombrichi è un ammendante organico di alta qualità caratterizzato da un basso rapporto carbonio/azoto che rende l'azoto facilmente biodisponibile, da una struttura fisica ricca di macro e micropori che garantisco buona aerazione e drenaggio, nonché una elevata capacità di ritenzione idrica del suolo.


L'azienda Fattoria Gallorosso

I visitatori sono i benvenuti: il tour comincia dalla concimaia, poi si passa alle lettiere e infine ai luoghi dove avviene la lavorazione del vermicompost. Intorno ci sono i campi di cereali, l'orto e le officinali, i frutteti e i vigneti. Lo stabilimento si trova ai piedi della storica città di Montescaglioso denominata "Gioiello d'Italia", in provincia di Matera. L'azienda conta 1 ettaro complessivo di lettiere per una produzione annua di 20mila quintali.

Alla famiglia Di Cuia però non piace parlare di numeri. La fattoria infatti è soprattutto un esempio virtuoso di diversificazione aziendale. I lombrichi sono stati l'investimento iniziale che ha permesso all'azienda di ingrandirsi, assumere personale, acquistare nuove macchine e impiegare tempo e risorse in più progetti contemporaneamente.

Tutto si basa sul motto "l'azienda deve essere un'economia circolare" ed è per questo che negli ultimi anni hanno puntato su investimenti diversificati. Il vermicompost concima i terreni di frumento, con il quale la famiglia Di Cuia produce pasta e panificati come frise e taralli (cancelle) tipici della zona, e l'orto dal quale ottiene verdure e conserve come pomodori secchi, salse, peperoni cruschi, ecc.

La creatività si spinge oltre e dalle verdure dell'orto e dai frutti dell'agrumeto sperimentale i Di Cuia ottengono dei disidratati che aggiungono colore e gusto ai loro trenta diversi formati di pasta. Ed Eustachio sottolinea: "Abbiamo i lombrichi e non dobbiamo avere le api?", ecco dunque sessanta arnie.

Ancora più speciale è il fatto che la fattoria è situata in un'area facente parte dagli anni '90 del "Parco archeologico storico naturale delle chiese rupestri del Materano". Perciò è completamente condotta a regime biologico, l'unico prodotto utilizzato è il vermicompost e si adottando misure di salvaguardia ambientale, come la piantumazione di migliaia di piante nella forestazione produttiva.

Orto della Fattoria Gallorosso
L'orto della Fattoria Gallorosso
(Fonte foto: Vittoriana Lasorella - AgroNotizie)


La produzione di vermicompost alla Fattoria Gallorosso

L'azienda alleva lombrichi in un sistema a lettiere: i lombrichi sono inoculati in un sottile strato di letame steso per terra e, man mano che questo viene consumato, si provvede ad aggiungere altri strati di letame, permettendo ai lombrichi di spostarsi sempre verso l'alto per nutrirsi. Quando la lettiera raggiunge una certa altezza, lo strato più superficiale che è quello che contiene la maggior parte dei lombrichi, deve essere separato dal restante che è raccolto e lavorato per diventare il prodotto da commercializzare.

I lombrichi allevati sono delle specie Eisenia fetida ed E. andrei mentre il letame utilizzato dall'azienda arriva da allevamenti bovini della zona ed è gestito attraverso delle concimaie con pavimento in cemento o tufo per favorirne il drenaggio. A seconda dello stato di maturità del letame in arrivo, questo sosta dagli otto ai nove mesi fino anche a un anno, affinché diventi maturo e perda sali e ammoniaca, tossici per i lombrichi e tipici del letame fresco.

Per la produzione di un buon vermicompost è importante sapere quando e quanto alimentare le lettiere. I lombrichi si muovono nei primi 10-15 centimetri di suolo, perciò lo strato di letame somministrato non deve superare questa altezza perché al contrario i lombrichi non colonizzerebbero gli strati più profondi e non degraderebbero per intero il letame fornito. Eustachio la chiama "lettiera a lasagna" e consiste nella formazione di strati di letame inframmezzati a quelli di vermicompost. In questi casi non si ottiene un prodotto di qualità.

Quindi l'azienda avvia le lettiere con uno strato iniziale di circa 8 centimetri e con 6-7 chilogrammi di lombrichi al metro quadro. La lettiera è rialimentata solo quando ci si accorge visivamente che circa l'85-90% del letame è stato decomposto, riuscendo a distinguere sulla superficie più zone di terriccio fine rispetto alle zolle di letame ancora intatte. Con uno spandiletame ad apertura laterale si somministrano circa 4 centimetri di spessore.

La velocità di alimentazione varia a seconda della stagione. In autunno e in primavera, quando le temperature e l'umidità sono ottimali per lo sviluppo dei lombrichi, questi riescono a degradare tutta la sostanza organica in 3-4 giorni; in estate e in inverno le temperature stressano i lombrichi e le lettiere sono alimentate ogni 20-30 giorni circa.

Alcune lettiere in azienda sono poste su cemento sotto capannoni non illuminati che mantengono la temperatura costante e superiore a quella esterna di circa 10 °C in inverno e più bassa di 10-15 °C nei mesi torridi estivi. La maggior parte invece sono all'aperto, poggiate su terreno o tufo. Sono coperte da teli traspiranti in tutte le stagioni per evitare l'accesso di predatori e mantenere l'umidità costante.

L'acqua è somministrata regolarmente tramite un sistema per aspersione automatizzato che parte dal pozzo artesiano. Generalmente per un metro quadro di lettiera è apportato un metro cubo di acqua all'anno, anche se in estate queste possono essere bagnate anche più volte al giorno.

Raggiunto 1 metro di altezza, dopo 12-15 mesi dall'avvio della lettiera, l'azienda raccoglie il vermicompost. Si bagna la lettiera la sera prima della raccolta per attrarre in superficie il maggior numero di lombrichi; il mattino dopo, con un bobcat, si raccolgono i primi 20 centimetri di spessore che saranno utilizzati per l'avvio della nuova lettiera mentre gli strati sottostanti sono raccolti e posti al coperto per l'asciugatura.

La fase dell'asciugatura può durare un paio di mesi finché il vermicompost non raggiunge una umidità del 50%. Dopodiché il prodotto è setacciato attraverso un vaglio a funzionamento manuale con fori di diametro variabile da 3 a 0,3 centimetri.

Lettiere di letame per l'allevamento di lombrichi
Lettiere alimentate con letame bovino per l'allevamento di lombrichi della società Humana Terra
(Fonte foto: Vittoriana Lasorella - AgroNotizie)


Il prodotto finale

L'azienda produce diverse tipologie di vermicompost, adattabili ad ogni esigenza agronomica. Ci sono tre tipi di vermicompost granulari (con particelle grandi da 1 a 0,3 centimetri) adatti alla fertilizzazione durante la semina e alla fertilizzazione di orti, prati, frutteti e piante in vivaio. A queste tre si aggiunge il vermicompost pellettato, unico in Italia.

Ci sono poi delle linee garden fini, superfini ed extrafini (con particelle grandi da 1 a meno di 0,3 millimetri) facilmente distribuibili e a prontissimo effetto. Per la fertirrigazione sono stati pensati dei prodotti con particelle grandi intorno ai 200 micrometri e prodotti liquidi utilizzabili anche per la concimazione fogliare.

In fase di sperimentazione ci sono le capsule vegetali, adatte per dosare meglio il vermicompost soprattutto per l'uso domestico.

La Fattoria Gallorosso vende anche lombrichi a peso inseriti in un compost o in una porzione di lettiera. I prodotti sono distribuiti in tutta Italia con maggiore richiesta al Nord e al Centro.


Una sperimentazione continua

La letteratura è ricca di informazioni sul vermicompostaggio. Molte di queste però sono datate e comunque diffuse in lingua inglese. Su diversi siti internet per hobbisti, invece, è facile trovare informazioni scorrette.

In Fattoria Gallorosso allora si sono rimboccati le maniche e da undici anni si cimentano autonomamente in una serie di sperimentazioni in campo che gli hanno permesso di acquisire un enorme bagaglio di esperienze. Il tutto viene condiviso e messo a disposizione di coloro che vogliono intraprendere la lombricoltura da reddito attraverso dei corsi specifici.

Oltre a testare il vermicompost nei loro terreni su più colture, erbacee e arboree, i Di Cuia hanno studiato numerose matrici organiche come possibile substrato alternativo di crescita per i lombrichi. Ad esempio, hanno testato la pula dei cereali, il digestato sia liquido che solido, le vinacce, la trebbia di birra, i pellet derivanti dalla produzione di funghi, la sansa, ecc.

Al momento si sta testando anche una macchina per l'allevamento dei lombrichi, frutto di una collaborazione con un'azienda esterna. Si alimenta da sopra e il prodotto si raccoglie comodamente da sotto. Per Eustachio ci vorrà almeno un anno e mezzo per testare in maniera oggettiva le sue potenzialità: "Costa molto di più rispetto alla semplice lettiera a terra. Va bene per aziende alimentari che non possono permettersi di lavorare per terra o per aziende che non possono cementificare".

Un'altra strada di ricerca proposta dalla famiglia Di Cuia è quella sulla possibilità di ibridazione tra le specie di lombrichi Eisenia fetida ed E. andrei. Eustachio, che ha notato fenomeni di ibridazione nella sua azienda, chiede un maggior contributo scientifico sull'argomento.


Corsi e consulenza tecnica

Per chi volesse avventurarsi nel mondo della lombricoltura da reddito, Fattoria Gallorosso organizza dei corsi, divisi in tre livelli di difficoltà. "Quando aumentano le superfici delle lettiere bisogna modificare di volta in volta la gestione dell'intero allevamento. I problemi che si presentano quando si hanno 100 metri quadri di lettiera sono diversi dai problemi con 5000 metri quadri e richiedono approcci e soluzioni diverse" spiega Eustachio.

I corsi sono quindi divisi per hobbisti, persone alle prime armi e chi invece ha già più esperienza. È importante però che gli aspiranti lombricoltori tengano conto di alcuni fattori fondamentali per partire con l'allevamento; la fattoria stessa ci tiene a precisare che se alcuni di questi fattori vengono a mancare la lombricoltura non è il giusto investimento da fare.

"Dipende da dove sorgerà l'allevamento, se ci sono strade adatte alla viabilità di mezzi articolati o autotreni per il trasporto merci, se c'è disponibilità di acqua ed energia elettrica nei locali per la lavorazione del prodotto".

Fattoria Gallorosso da anni fa consulenza anche ad aziende del settore agroalimentare come la Bonduelle allo scopo di trasformare di scarti di lavorazione in ottimo fertilizzante e ridurre i volumi di organico che finiscono in discarica.

L'azienda Lome Super Fruit a Castellaneta (Ta), per esempio, è stata seguita per la creazione di un impianto che lavora gli scarti del melograno e delle bacche di goji. A Petilia Policastro e Cotronei, in provincia di Crotone, e a Simeri e Botricello, in provincia di Catanzaro, sono stati avviati degli impianti di vermicompost che lavorano oltre 3mila tonnellate all'anno cadauno di Frazione organica da raccolta differenziata (Ford), mentre stanno partendo per risolvere il problema dell'organico nei comuni di Saracena e Montegiordano, in provincia di Cosenza. In una cooperativa di giovani agricoltori in Sicilia hanno fatto partire un allevamento di lombricoltura da reddito che utilizza solo ed esclusivamente la sansa di olive.


Idee future

Le idee in azienda non mancano, soprattutto quelle delle nuove generazioni. Il figlio di Eustachio, Giuseppe, ha preso la laurea triennale in agraria con una tesi sulla caratterizzazione chimico fisica del vermicompost da letame per le coltivazioni senza suolo; ha poi deciso di proseguire gli studi in Medicina delle piante a Bari e di approfondire l'argomento con una tesi sperimentale sull'azione antimicrobica del vermicompost con la professoressa Stefania Pollastro che insegna Patologia vegetali. "Misureremo l'azione antimicrobica attraverso prove in piastra, coocolture e analisi metagenomiche per conoscere e quantificare la popolazione microbica presente nel vermicompost", dice Giuseppe.

Giuseppe e Eustachio di Cuia
Giuseppe e Eustachio Di Cuia nello stabilimento di Humana Terra
(Fonte foto: Vittoriana Lasorella - AgroNotizie)

Questi studi possono rappresentare una svolta per il futuro della lombricoltura da reddito. Fattoria Gallorosso crede nella ricerca anche fuori dall'azienda ed è disposta a finanziare nei prossimi anni dei dottorati di ricerca.

L'azienda inoltre è in continua espansione: stanno ingrandendo gli spazi per la lavorazione e con gli anni sono riusciti ad investire in nuove macchine e attrezzature che gli permettono di lavorare di più in meno tempo e su più ampie superfici.

E non è finita qui, da appena un anno l'azienda ha creato una società privata chiamata Humana Terra a Noci, in provincia di Bari. Qui cinque soci gestiscono 700 metri quadri di lettiere a terra in una struttura costituita anche da una tipica masseria, un oliveto, un campo di grano e un boschetto, per un totale di quattro ettari. L'obiettivo è quello di partire dai lombrichi per creare un ambiente quanto più diversificato possibile da sfruttare per organizzare conferenze, giornate ecologiche e laboratori didattici. Un polo culturale dove parlare di economia circolare e green economy, del recupero degli scarti organici e più in generale di tematiche ambientali per diffondere una maggiore educazione e rispetto per la natura.

Infine, tra i lombricoltori ormai da un po' di anni si discute sulla possibilità o meno di creare un consorzio nazionale di produttori di vermicompost. Alla base ci dovrebbe essere un disciplinare di produzione che unifichi, o cerchi di farlo, tutto il processo produttivo allo scopo di tutelare il consumatore producendo del vermicompost di qualità. Ma non è facile.

"Questo discorso è riferito al fatto che qualcuno scrive di avere un metodo per produrre certe quantità di humus in lettiere all'aperto in cui si dà una certa quantità di vermicompost a cadenza regolare", spiega Eustachio Di Cuia, "se l'allevamento non è al coperto in una serra climatizzata dove tutti i parametri come umidità, luce, temperatura, assenza di vento, quantità di lombrichi, eccetera, sono controllati, quel metodo non esiste perché i parametri sono fuori controllo".

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Allevamento di lombrichi - Fattoria Gallorosso

L'azienda Fattoria Gallorosso è sempre aperta a visite per scuole, agricoltori e persone comuni che vogliono informazioni su come si sviluppa il processo produttivo del vermicompost o vogliono avviare una lombricoltura da reddito. Visita il sito per maggiori informazioni sull'azienda e i suoi prodotti.