Il diserbo del frutteto in generale, e dei vigneti in particolare, è una attività essenziale per ottenere una buona produttività dell'impianto. Si tratta tuttavia di una pratica sempre più malvista dall'opinione pubblica e dalla politica. Già oggi stiamo assistendo a limitazioni all'impiego di alcune molecole erbicide in campo, mentre il diserbo meccanico, ritenuto più ecologico, risulta economicamente poco sostenibile a causa dell'ampio consumo di gasolio richiesto per alimentare i trattori.

 

Insomma, il consumatore e la politica (italiana ed europea) vorrebbero che si limitasse l'impiego dei diserbanti in vigneti e frutteti, ma per le aziende agricole non ci sono molte alternative economicamente sostenibili. In questo scenario è interessante un progetto di ricerca denominato Abow (Controllo Alternativo delle Erbe Infestanti in Fruttiviticoltura), che ha lo scopo di testare l'impiego di un film pacciamante biodegradabile composto da un gel di origine naturale.

 

Il momento dell'applicazione in un meleto

Il momento dell'applicazione in un meleto

(Fonte foto: Centro di Sperimentazione Laimburg)

 

La pacciamatura del vigneto diventa spray

Abow è un progetto di ricerca transfrontaliero, finanziato dal Governo tedesco, che mette insieme diversi partner tra Germania, Austria ed Italia. Capofila è il Centro di Ricerca di Straubing, in Baviera, mentre in Italia troviamo l'altoatesino Centro di Sperimentazione Laimburg.

 

Il progetto ha visto lo sviluppo di due innovazioni: un gel pacciamante spray e una macchina per la sua distribuzione. Il gel è composto da due sospensioni liquide contenute in due differenti contenitori che vengono spruzzate simultaneamente sul sottofila del vigneto (o del frutteto). Le due componenti, quando entrano in contatto tra di loro, reagiscono creando un gel che si solidifica nell'arco di poche ore e che crea un film protettivo dello spessore di circa 3 millimetri sul suolo.

 

Questo gel ha appunto una funzione pacciamante che impedisce lo sviluppo delle erbe infestanti per circa sei mesi, mentre nell'arco di un anno si degrada completamente ad opera dei microrganismi del suolo e degli agenti atmosferici.

 

Si tratta quindi di una alternativa al diserbo chimico e meccanico che risulta efficace e sostenibile dal punto di vista ambientale in quanto coniuga l'attività soppressiva della flora spontanea con l'assenza di prodotti di chimica di sintesi dispersi nell'ambiente. Inoltre si fa un ridotto uso di carburante, necessario solo una volta l'anno per applicare il film.

 

Il momento della preparazione del gel pacciamante

Il momento della preparazione del gel pacciamante

(Fonte foto: Centro di Sperimentazione Laimburg)

 

Il film pacciamante, come funziona

Per capire meglio come funziona il gel pacciamante testato nell'ambito del progetto Abow abbiamo interpellato Ewald Lardschneider, ricercatore del Centro di Sperimentazione Laimburg. La prima domanda che sorge spontanea è: ma la pioggia non dilava il film protettivo? "Una volta che lo strato pacciamante si è asciugato la pioggia non lo dilava", ci spiega Lardschneider. "Certo, con il tempo lo strato protettivo si degrada ad opera anche degli agenti atmosferici come la pioggia, ma riesce a mantenere la sua efficacia per un periodo utile a sopprimere l'emersione delle erbe infestanti".

 

Le prove condotte tra la Germania, l'Austria e l'Italia hanno d'altronde dato prova dell'efficacia di questo metodo. In vigneto la fascia pacciamata è stata di 40 centimetri di larghezza, mentre nei meleti il doppio, 80 centimetri. Per garantire un'ottima efficacia importante è il timing di applicazione e lo stato in cui si trova il suolo al momento del trattamento.

 

È preferibile infatti trattare precocemente, quando le infestanti non si sono ancora sviluppate. "Dalle prove condotte abbiamo evidenza del fatto che un suolo pulito facilita la stesura del film pacciamante che risulta più uniforme e quindi offre una protezione maggiore", sottolinea Lardschneider.

 

Nell'area del Prosecco d'altronde si sta sperimentando anche la pacciamatura delle viti con film bioplastici, che offrono una protezione interessante dall'emersione delle infestanti. Ma il problema è la loro messa in posa. Ostacolo superato dal gel spray, che si applica come fosse un normale trattamento al suolo.

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Confronto tra trattato e non trattato a 1,5 mesi dall'applicazione

Confronto tra trattato e non trattato a 1,5 mesi dall'applicazione

(Fonte foto: Centro di Sperimentazione Laimburg)

 

Sostenibilità ambientale Vs economica

Le prove condotte fino ad oggi hanno confermato l'efficacia diserbante, ma deve ancora essere provata la sostenibilità economica. I test si sono infatti concentrati sul testare il potenziale soppressivo del gel, mentre sugli aspetti economici si devono ancora fare delle valutazioni per comprendere se la soluzione risulti sostenibile dalle imprese.

 

"Le due sospensioni sono di origine completamente naturale e si basano principalmente sull'olio di colza e sull'amido. Ci sono poi altre componenti in misura minore, sempre di origine naturale, che per adesso gli sviluppatori della soluzione preferiscono non rendere note", conclude Ewald Lardschneider.

 

Certamente una futura fase commerciale di questa soluzione permetterà di abbattere i costi. Ma essenziale sarà valorizzare nei confronti del consumatore finale l'impiego di questa tecnica, che deve trovare la giusta remunerazione economica.