In America non tutte le cause su glifosate sono state spente con l'accordo di versare quasi 11 miliardi di dollari da parte di Bayer. Una dazione di denaro che, va detto, nulla c'entra con eventuali ammissioni di responsabilità in tema glifosate-cancri.

 

Come più volte ricordato, infatti, certe class action si basano solo sull'imponenza dei numeri schierati in campo dagli studi legali, poiché difendersi in tribunale da 120mila querelanti è come sperare di contrastare uno sciame di mille vespe colpendole una a una con una ciabatta: l'unica chance di cavarsela è quella di scappare. In tribunale, di pagare, torto o ragione che si abbia. Uno scenario che ha ben poco a che fare con la giustizia e molto con il business giudiziario di studi legali alla caccia di guadagni miliardari ai danni di qualsivoglia industria. 

 

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Ci sono però alcuni processi che sono andati comunque avanti, ma forse imprudentemente. Capita infatti che si sia ormai arrivati alla quinta causa di fila che dà ragione alla Casa di Leverkusen: glifosate non ha provocato i tumori che i querelanti hanno cercato di addossargli. 

 

Ultima della serie, una causa in Missouri, ove la giuria ha impiegato meno di un'ora per emettere il verdetto "innocentista". Il tutto, dando retta alle molteplici posizioni scientifiche delle altrettanto molteplici Autorità internazionali, come Epa, Efsa, Echa, più un'altra dozzina di referenti di spessore globale, incluse Fao e Oms. 

 

Prevedibile la soddisfazione di Bayer, la quale avrebbe rilasciato una dichiarazione secondo la quale "Il verdetto della giuria a favore della società porta questo processo a una conclusione positiva ed è coerente con le prove in questo caso [giudiziario, nda] multi-querelante che Roundup non è responsabile per le lesioni denunciate dai querelanti. Le conclusioni della giuria sono coerenti con le valutazioni di esperti regolatori in tutto il mondo, nonché con le prove schiaccianti di quattro decenni di studi scientifici che concludono che Roundup può essere utilizzato in sicurezza e non è cancerogeno".

 

Peccato quindi aver dovuto versare una cifra astronomica come quella spesa da Bayer nel tentativo di sottrarsi alla morsa predatoria cui era stata serrata. E chissà che prima o poi in America capiscano finalmente che le class action così come sono oggi non sono più garanzia di giustizia, bensì si sono trasformate in bieche opportunità per chi voglia arraffare denaro facile, anche a costo di fare leva su tragiche disgrazie umane.