Anche quest'anno numerosi castanicoltori hanno lamentato danni causati da Gnomoniopsis castaneae Tamietti (nome corrente: Gnomoniopsis smithogilvyi L.A. Shuttlew., E.C.Y. Liew & D.I. Guest), il fungo responsabile del marciume gessoso delle castagne. I frutti alla raccolta sembrano sani, ma al momento del taglio la polpa appare di colore bianco e dalla consistenza gessosa. Il problema è fortemente sentito dai commercianti, in quanto acquistano le castagne apparentemente sane e poi si trovano in magazzino frutti ammalorati. Come anche dai consumatori, che al momento della cottura e dell'assaggio scoprono la non commestibilità delle castagne.
Gnomoniopsis castaneae è un fungo endofita (che vive all'interno dei tessuti dell'albero) presente da sempre negli areali vocati alla castanicoltura, che sverna sul terreno nei residui colturali e colonizza i fiori del castagno in primavera, quando ci sono le condizioni ambientali predisponenti. Ma perché questo fungo, da sempre presente nei castagneti, ha iniziato a dare problemi proprio negli ultimi anni?
Per capirlo abbiamo chiesto consiglio a Valerio Battaglia ed Ernesto Lahoz, due patologi del Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali del Crea di Caserta, area vocata alla produzione di castagne.
"G. castaneae è un fungo endofita che ha sempre convissuto con la castanicoltura senza arrecare particolari danni. La svolta in senso negativo l'abbiamo avuta con l'arrivo in Italia del cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), che ha modificato gli equilibri biologici all'interno dei castagneti, sottoponendo le piante a forte stress", spiegano Battaglia e Lahoz.
"Condizione che è stata peggiorata dai cambiamenti climatici in corso, che hanno portato alte temperature durante l'estate e carenza di piogge. Questi due fattori insieme hanno indebolito le piante e modificato la biologia del fungo, che oggi sempre di più si presenta nella sua forma patogena, e cioè nel marciume gessoso delle castagne".
Le prime segnalazioni di marciume gessoso risalgono al 2005 in Piemonte, successivamente sono arrivate anche da Campania, Lazio, Emilia Romagna e in altre aree castanicole italiane. La malattia è presente anche in Francia, Svizzera, Grecia, Spagna, Slovenia e Regno Unito.
Sintomi del marciume gessoso
(Fonte foto: Agricoltura Emilia Romagna)
Il ciclo biologico di Gnomoniopsis castaneae
Per capire come difendere le piante di castagno da G. castaneae e quindi evitare lo sviluppo del marciume gessoso è bene conoscere il ciclo biologico del fungo. Il micete vive come endofita sugli organi del castagno e sverna nella forma sessuata nei residui colturali presenti sul terreno. Gli studi hanno dimostrato che i periteci, cioè le strutture contenenti le ascospore, sono presenti sui ricci.
Qui rimangono inattivi fino a quando le condizioni ambientali non sono favorevoli: piogge, elevata umidità e temperature tra i 20 e i 25°C. Trasportate dalle goccioline di pioggia, le ascospore raggiungono i fiori e qui si insediano nei tessuti vegetali, dando origine all'infezione primaria. Data l'assenza di sintomo il fungo era ritenuto semplicemente un endofita e dunque era ininfluente per l'agricoltore. Ma negli ultimi anni, a causa delle mutate condizioni, il fungo è passato dalla fase di patogeno causando il marciume gessoso.
A prima vista le castagne appaiono sane, ma quando si tagliano l'endosperma appare di colore bruno e la polpa molle e spugnosa. L'infezione, causata dalla crescita delle ife di G. castaneae, inizia dalle aree periferiche del frutto per poi portarsi all'interno dello stesso. Quando l'infezione è completa la polpa appare bianca e dura, come appunto il gesso.
Il marciume gessoso si rivela solo al taglio della castagna
(Fonte foto: Agricoltura Emilia Romagna)
La malattia può svilupparsi sulla pianta, nelle fasi terminali di maturazione del frutto, ma soprattutto dopo che questo si stacca e viene raccolto e commercializzato. Tipiche sono le infezioni da magazzino, per le quali i rimedi sono molto limitati (come vedremo dopo).
Oltre all'infezione primaria, che parte appunto dalle ascospore che svernano nei periteci nel riccio, si presentano anche cicli di infezioni secondarie. Su questo fronte è interessante notare come nelle galle causate dal cinipide sia stata riscontrata la presenza del fungo, indice che Gnomoniopsis castaneae ha colto nella presenza del parassita una nuova nicchia ecologica in cui inserirsi. Sulle galle del cinipide sono state rinvenute le strutture della forma asessuata (acervuli) di G. castaneae i cui conidi causano le infezioni secondarie (a danno di fiori, ma anche foglie e rami).
La difesa delle castagne dal marciume gessoso
Proprio perché il fungo è endofita del castagno il suo contrasto attraverso l'impiego di fungicidi è alquanto difficoltoso, servirebbero infatti trattamenti con prodotti sistemici, in grado cioè di redistribuirsi all'interno della pianta per devitalizzare il fungo. Tuttavia gli agrofarmaci oggi registrati sono pochi e occorre valutare bene il rischio che permangano residui a livello delle castagne. Inoltre occorre valutare la difficoltà, soprattutto in castagneti di vecchia concezione, di trattare le piante correttamente ed economicamente.
"Il consiglio che diamo è quello di raccogliere dal terreno tutti i ricci, che sono la sorgente di inoculo da cui si origina l'infezione primaria. Questi possono essere poi compostati, processo che devitalizza il fungo, per poi usare il compost come ammendante a livello del terreno. In questo modo si preserva la sostanza organica, fonte di nutrimento per le piante, ma al contempo si riduce l'inoculo del fungo", suggeriscono Battaglia e Lahoz.
Per impedire al fungo di svilupparsi nei frutti è invece possibile immergere questi ultimi in acqua calda (45-50°C), lo stesso trattamento fatto contro Ciboria batschiana, agente del marciume nero. I giudizi su questo metodo sono però discordanti, come anche quelli che prevedono di portare i frutti a temperature vicine al congelamento.
"Per evitare l'insorgere del marciume gessoso la cosa più importante è raccogliere tempestivamente le castagne, evitando che restino esposte ad alte temperature ed elevata umidità", sottolineano i due ricercatori. "In queste condizioni per il fungo è più facile svilupparsi a danno dell'endosperma".
Per le produzioni di elevato pregio, in cui la remunerazione del prodotto è consistente, è anche possibile fare una cernita a mano. Se infatti esteriormente i frutti malati e sani sono identici, al tatto le castagne colpite da Gnomoniopsis castaneae appaiono morbide e possono dunque essere scartate.
Ma se il cinipide del castagno è una delle cause scatenanti del marciume gessoso, una difesa insetticida efficace potrebbe risultare risolutiva? "Gli equilibri all'interno dei castagneti sono stati ormai turbati dall'arrivo di questo insetto, per questo, anche se la difesa deve essere portata avanti per preservare la produttività degli impianti, non credo che produca effetti positivi a livello di marciume gessoso", concludono Battaglia e Lahoz.