Ed è proprio Duccio Caccioni a raccontare come nasce ciò che mangiamo e, soprattutto, da dove viene (guarda il filmato).
Negli ultimi anni si è infatti sviluppato il mercato cosiddetto "a chilometro zero", con la relativa proliferazione dei "Farmer's market", luoghi ove gli agricoltori portano direttamente i propri prodotti.
L'idea non è disprezzabile, visto che per l'agroalimentare italiano rappresenta una via commerciale alternativa a quella della grande distribuzione organizzata, ma la domanda è: possiamo mangiare solo a kmzero?
Duccio Caccioni spiega come la maggioranza delle mele venga dal Trentino e dall'Alto Adige, ma anche da Emilia, piemonte e Lombardia. Il 90% degli agrumi proviene da Sicilia e Calabria.
Quasi tutte le pere vengono prodotte da quattro provincie, cioè Bologna, Ferrara, Bologna e Modena, con una certa presenza anche a Mantova. Uva da tavola? Prevalentemente da Puglia e Sicilia. I carciofi in Puglia, Sardegna, Toscana, Lazio. I legumi si coltivano soprattutto in Toscana e in Umbria. Il grosso dei meloni in Lombardia e Sicilia. Pomodoro da mensa? Soprattutto in Sicilia e altre Regioni del Sud. Pesche e albicocche vengono da Emilia Romagna, Campania e Piemonte. Le Fragole prevalentemente fra Campania e Basilicata. E via discorrendo per patate, carote, peperoni, melanzane, kiwi, ciliegie, zucchine. Le insalate vengono invece prodotte dappertutto.
Sfuggono a questa disamina colture che non si comprano direttamente sul mercato, come grano, mais, riso e soia. Peccato che su alcune di queste di queste "materie prime" si basino le filiere che portano ai prodotti tricolori maggiormente di pregio, come per esempio Grana o Prosciutto di Parma.
Come si può quindi ben capire, sperare di trovare tutto ciò che serve alle nostre tavole percorrendo unicamente il canale a "KmZero" è solo una pia illusione. Bene quindi i Farmer's market, ottimo sbocco commerciale su scala locale, ma non si può pensare che essi possano essere l'asso nella manica per il nostro agroalimentare.
Il vero prodotto "locale", per gli Italiani, non dovrebbe essere perciò solo quello che cresce dietro casa, bensì deve essere il cibo italiano in senso lato.
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Fonte: Bayer CropScience