Nel 1492 Cristoforo Colombo avrebbe scoperto l'America. Avrebbe, perché è ben lungi dall'esser chiusa la diatriba su chi sia davvero stato il primo navigatore a sbarcare sulle coste americane. Assolutamente assodato invece che, compiendo il percorso inverso, dall’America sia giunta nel 1878 la Peronospora della vite. Le prime segnalazioni furono in Francia e i danni si mostrarono da subito pesanti, come sempre succede quando una nuova patologia viene da lontano. I primi tentativi di lotta chimica furono basati sul latte di calce, perché era stato osservato come le viti imbrattate della polvere calcarea delle strade di campagna mostrassero meno danni rispetto alle piante "pulite". Dopodichè si adottò il solfato puro di rame, efficace contro la peronospora ma fitotossico per la vite. Un'altra versione storica vuole legata l'aspersione delle vigne con prodotti rameici al tentativo di ridurre i furti d'uva rendendola poco attraente con l'imbrattamento. Sia come sia, alla fine il latte di calce e il solfato di rame vennero uniti nella stessa pentola e nacque così la prima "Poltiglia Bordolese" della storia. In Italia la prima segnalazione della malattia fu fatta in provincia di Pavia nel 1879 e ad essa ne seguirono a breve molte altre.
Nel corso dei molti decenni di lotta antiperonosporica, l'evoluzione dei prodotti rameici ha portato alla nascita degli ossicloruri, degli idrossidi e degli ossidi, senza comunque lasciare mai indietro le formulazioni a base di rame neutralizzato. Dopo oltre un secolo d'utilizzo, da qualche anno il rame è stato messo però sotto osservazione stretta, perché la sua stessa natura di metallo lo porta ad accumularsi nel suolo. Nel 2002 il Regolamento CE 473/02 ha quindi stabilito progressive riduzioni nell'uso dei rameici, i quali hanno attualmente come limite massimo impiegabile il quantitativo di 30 kg di rame metallo, da "spalmarsi" in 5 anni. Non tutte le forme utilizzate del rame hanno però superato la Revisione Europea. Con la Direttiva 2009/37/CE del 23 aprile 2009, infatti, le forme di rame incluse in Annex I sono state "solo" cinque: l'idrossido di rame, l'ossicloruro, la poltiglia bordolese, l'ossido rameoso e il solfato tribasico. E questo grazie all'impegno di una task force numerosa, come quella composta da Isagro (ora Sumitomo), Manica, IQV, Nordox, DuPont, Agriestrella, Mountanwerke Brixlegg, Nufarm, Cerexagri/UPL, Spiess Urania, Erachem e Cinkarna. Una task force che ha visto nel tempo ingressi e uscite, ma che ha comunque garantito ai mercati la continuità tecnica basata sul rame.

Dal 2005 sono stati inoltre rivisti al ribasso molti LMR, come pure sono stati modificati diversi tempi di carenza per diverse colture. Opportuno quindi per l'utilizzatore verificare puntualmente, prodotto per prodotto, le corrette modalità d'impiego.

 

Confini sottili, ma non troppo

 

Si sa: oltre a contrastare la peronospora, il rame fa bene anche alla fisiologia della vite. La salute del legno e la vigoria della pianta necessitano infatti di rame anche come elemento chimico in sé. Questo ha portato nel tempo, soprattutto dopo che la Revisione Europea ha messo mano ai molti formulati circolanti, alla immissione in commercio di "fertilizzanti" contenenti rame. Prezzi diversi, Iva diversa, nessun problema di Regolamento CE né normativo italiano. Se poi anche la dose impiegata non è da fertilizzante ma da antiperonosporico il giochino sembra essere bell'e fatto. E' bene quindi ricordare come vi sia una differenza abissale in termini legali e normativi tra un fertilizzante e un agrofarmaco debitamente registrato presso il Ministero della Salute. Come è bene ricordare che le scorciatoie furbesche, per quanto bandiera di una certa cultura italica di cui ben poco vi è da vantarsi, sono sempre e comunque stigmatizzabili.

 

InfoRame: utile bussola per orientarsi nel nuovo scenario normativo

 

Con "InfoRame" Image Line ha messo a disposizione degli utenti del Network una nuova modalità di ricerca per i preparati commerciali contenenti rame. L'idea di creare "InfoRame" è nata infatti proprio dalle aumentate difficoltà per gli operatori di trovare facilmente, e applicare correttamente, i diversi Decreti emessi sul rame dal Ministero della Salute. Tali Decreti indicano per esempio alle aziende produttrici quali modifiche effettuare sulle etichette dei formulati al fine di adeguarle correttamente ai nuovi Limiti Massimi di Residuo riconosciuti a livello comunitario. La banca dati di FitoGest® è stata perciò integrata anche con l’indicazione di quali preparati commerciali si siano già adeguati agli LMR armonizzati, come pure sono indicati i formulati con “Etichetta Ministeriale in fase di aggiornamento”.