Sulla Gazzetta Europea L154 del 19 giugno scorso è stata pubblicata la direttiva di iscrizione del fluoruro di solforile nell'allegato 1 della direttiva 91/414, a notifica dell'approvazione ottenuta nella riunione dello Standing Committee on the Food Chain and Animal Health (sezione Plant Protection Products: legislation) tenutasi a Bruxelles il 10 e l'11 maggio scorso.
Il prodotto, utilizzato da oltre oltre quaranta anni in tutto il mondo per la protezione delle strutture contro le termiti e gli insetti xilofagi e ora approvato anche per la disinfestazione delle derrate immagazzinate, rappresenta un'ulteriore alternativa per colmare la lacuna lasciata dal bromuro di metile per i suoi ben noti effetti deleteri sullo strato di ozono. Il prodotto non figura infatti tra le sostanze regolamentate dal protocollo di Montreal (vedi articolo), anche se per le sue caratteristiche viene annoverato tra i “gas serra”, come peraltro l'anidride carbonica, il metano e il vapore acqueo.
Ovviamente i quantitativi di fluoruro di solforile immessi nell'atmosfera durante le operazioni di disinfestazione delle strutture e ora delle derrate, seppur in costante crescita a partire dagli anni '90, in cui si è iniziato ad applicare il protocollo di Montreal, non sono assolutamente paragonabili ai quantitativi dei citati gas serra “tradizionali”, anche se alcuni ricercatori della Scripps institution of oceanography hanno monitorato i livelli del gas nell'atmosfera rilevando che nel periodo 1978-2007 sono aumentati del 4-6% ogni anno, arrivando nel 2007 alla comunque non elevata concentrazione atmosferica globale di 1,5 parti per trilione, peraltro pari a un terzo di quella stimabile a partire dai dati della produzione industriale.
I ricercatori, in collaborazione con la National oceanic and atmospheric administration (Noaa) hanno anche calcolato che il fluoruro di solforile ha un potenziale serra pari a 4800 volte rispetto all'anidride carbonica, anche se i quantitativi emessi nell'atmosfera e i relativi effetti sul riscaldamento globale non sono assolutamente comparabili (2000 tonnellate annue circa contro 30 miliardi di tonnellate di anidride carbonica).
Lungi dal lanciare allarmismi (lo studio è stato condotto con la trasparente collaborazione del principale produttore mondiale del gas - Dow AgroSciences), i ricercatori hanno tuttavia osservato che il gas rimane nell'atmosfera circa 36 anni (secondo altri autori 22), da 6 a 10 volte più a lungo di quanto stimato in precedenza.
In collaborazione con altri ricercatori del MIT hanno anche confermato, utilizzando appositi modelli matematici, che il gas passa dall'atmosfera e si scioglie negli oceani, dove viene successivamente degradato. Segnalazioni di livelli crescenti di fluoruro di solforile nell'atmosfera sono stati segnalati anche nell'altro emisfero, e in particolare in Tasmania (la notizia ha fatto il giro del mondo): nella stazione di monitoraggio ambientale di Cape Grim hanno rilevato incrementi analoghi a quanto descritto dai ricercatori statunitensi: 5-10% all'anno, anche se i quantitativi in gioco sono comunque dell'ordine di grandezza delle parti per trilione.
Le segnalazioni riguardano anche un altro gas serra, il trifluoruro di azoto, utilizzato nella produzione dei televisori, dei monitor per computer e, ironia della sorte, dei pannelli solari a strato sottile. I ricercatori segnalano la probabile necessità di regolamentare le emissioni di questo gas (come peraltro anche il fluoruro di solforile) attraverso trattati internazionali, come peraltro avviene normalmente per moltissime altre sostanze chimiche di uso corrente.
Per saperne di più
Termite Killer Lingers as a Potent Greenhouse Gas
New greenhouse gases found off Tasmania (filmato su ABC News)
Panoramica delle sostanze chimiche con restrizioni di utilizzo
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Fonte: Agronotizie