Il Parco nazionale del Gran Sasso come scenario del convegno nazionale 'La viticoltura ed enologia abruzzese alla luce delle novità della OCM Vino e della riforma della Legge 164/92'. Organizzato da Assoenologi, Regione Abruzzo e dallo stesso Ente Parco, con il supporto e la collaborazione di Basf Italia e di K+S Nitrogen, il convegno ha messo sul tavolo la necessità di trovare sinergie tra ambiente inteso come territorio e un'importante filiera, quella vitivinicola, che alla luce delle novità portate dalla nuova Ocm vino e dalla riforma della legge 164/92, focalizzata sulla tutela e sulla valorizzazione della qualità dei vini richiede a tutti i giocatori della filiera nuovi comportamenti.

E’ per questa ragione che attorno al tavolo si sono trovati insieme il mondo produttivo, il mondo della trasformazione e il mondo industriale, per confrontarsi su come meglio cogliere le nuove opportunità offerte dai recenti cambiamenti. Informazioni preziose quindi per gli oltre settanta convenuti in rappresentanza del mondo produttivo e della trasformazione.

Il convegno è stato scandito nei tempi, e fortemente voluto, dal giornalista abruzzese Arturo Diaconale, direttore del quotidiano “L’opinione delle libertà” nonché Commissario del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il quale ha ribadito il ruolo centrale del Parco nella tutela e difesa degli interessi del territorio non solo da un punto di vista economico, ma anche ambientale. Al fianco di Diaconale, il responsabile regionale dell’associazione nazionale enologi della sezione abruzzese Nicola Dragani.

Il convegno è stato articolato in due sessioni e ha sviluppato sia temi 'strategici', sia temi tecnici operativi, riassumendo dapprima i nuovi criteri con cui viene oggi misurata la sostenibilità economica e ambientale delle attività agricole, evidenziando poi l'importanza dell'innovazione nei processi produttivi, sempre più necessaria a vincere le sfide lanciate dalla continua evoluzione culturale e sociale dei consumatori.

La mattinata ha infatti accolto dapprima gli interventi di Gabriele Canali, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli.
Il primo ha contribuito ad analizzare le prospettive sia dell’agricoltura di zone "svantaggiate", sia le prospettive della filiera viti-vinicola, ribadendo l’importanza dell’agricoltura di montagna in un contesto rurale che sta cambiando e che impone quindi riflessioni profonde in merito al mantenimento e alla gestione di queste aree.

Canali ha anche imposto una riflessione su come le filiere agricole debbano essere oggi pensate in un'ottica di sempre maggiore integrazione con l’ambiente, ricordando che la viticoltura è proprio una di queste filiere.
Filiera che oggi è per certi versi in sofferenza. A tal proposito, Canali ha ricordato come soprattutto nei momenti di crisi vi sia il bisogno di un approccio strategico di lungo periodo, invece di cedere alla tentazione di limitarsi al trimestre commerciale. Sempre più indispensabile appare quindi una maggiore imprenditorialità dell’azienda vitivinicola e di tutta la filiera, la quale non deve più produrre senza guardare alle richieste del mercato, bensì le deve prima analizzare, comprendere e infine assecondare.

E’ necessario a tale fine creare brand forti e identificabili, raccogliendo anche le sfide lanciate a livello globale. Giuseppe Martelli ha quindi riassunto la rivoluzione portata nel settore dalla nuova Ocm vino e dalla legge 164/92.

Le nuove strategie possono sconvolgere il mondo vitivinicolo italiano ed è perciò indispensabile individuare strategie improntate da subito sulle nuove regole eurocomunitarie.
Le Dop, nel nuovo assetto, conterranno sia le Doc che le Docg, mentre le Igt scompariranno, sostitute dalle Igp.
Le vecchie diciture potranno comunque rimanere citate in etichetta, ma non avranno più la valenza del passato.
Al "vino da tavola", altra modifica normativa, resterà solo la qualifica generica di “vino”.

In termini numerici, le Dop assorbiranno 44 vecchie Docg e 319 Doc, che da sole rappresentano circa un terzo della produzione nazionale.
Oltre un quarto del volume è invece rappresentato dalle Igp (ex-Igt), mentre il vino "ex-da tavola” rappresenta il restante 40 per cento delle produzioni. Profonda la modifica anche nella procedura per il riconoscimento di una nuova denominazione o per la modifica di un disciplinare di produzione: dal primo di agosto le domande dovranno essere inviate direttamente a Bruxelles, mentre il Mipaaf potrà esprimere solo un semplice parere sulla decisione finale.

Martelli ha lamentato però come le nuove regole le abbiano fatte prevalentemente i Paesi consumatori, piuttosto che i Paesi produttori. Aspetto questo in linea con quanto espresso in termini economici e di marketing da Gabriele Canali: la domanda guida sempre l'offerta.

Dalla legge 164/92 ci si aspetta infine un efficace processo di sburocratizzazione e di semplificazione delle procedure, come lo snellimento del comitato nazionale vini e delle sue funzioni, l’eliminazione degli albi dei vigneti e dell’elenco delle vigne, facendo quindi riferimento solo alle unità vitate.
Nel proprio intervento, Giancarlo Di Ruscio - direttore generale delle Cantine Tollo, grossa realtà cooperativa abruzzese - ha ribadito la necessità di confrontarsi con un mercato molto nervoso sul fronte prezzi e che vede consumi di vino in calo ovunque, con alcuni segnali positivi che però vengono solo dalla capacità di collocare alti volumi a prezzi ridotti.
Di Ruscio ha inoltre ricordato la forte difficoltà a confrontarsi con interlocutori "dominanti", come le grandi catene della distribuzione organizzata e l’enorme frammentazione delle strutture di trasformazione che per acquisire competitività dovrebbero dotarsi di massa critica. Ma a fronte di queste analisi risulta sempre più importante la valorizzazione del vino, il quale deve avere sempre maggiori requisiti di alta qualità.

La produzione in campo rappresenta però il primo passo attraverso il quale si possono esaltare i parametri qualitativi che il mondo dei consumatori si attende.
Ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo il mondo industriale, come ha sostenuto Gian Luca Tabanelli: secondo il direttore marketing della Divisione agro di Basf Italia, l'industria deve sempre più orientarsi all'innovazione come chiave per differenziarsi, ma soprattutto per rendere realmente sostenibile ogni processo, sia produttivo che distributivo.

Ed innovare non significa solo ricercare nuovi mezzi di difesa, ma anche ripensare in un ottica diversa a ciò che si sta facendo oggi in modo poco efficiente. Partendo magari proprio dall'evoluzione dei propri agrofarmaci, sempre più basati su una chimica nuova e innovativa, ossia che permetta di ottenere dalle viti il meglio.

Ma innovare significa anche introdurre processi più efficienti, che si integrino con una agricoltura che non sprechi bensì valorizzi. Anche e soprattutto alla luce dei cambiamenti e delle nuove regole in materia di mezzi tecnici. Mutazioni, queste, che non sono solo tecniche o economiche, ma anche sociali e culturali.
Mutazioni che influenzano fortemente i mercati di oggi e influenzeranno ancor più quelli di domani. Analogo messaggio è stato lanciato dal Massimo Rossini Direttore marketing della K+S Italia azienda specializzata nella nutrizione.

Nel pomeriggio invece, una volta evasi gli aspetti strategici, la discussione si è sviluppata su argomenti molto più pratici e operativi, dando vita al seminario tecnico 'Evoluzioni normative e soluzioni innovative per cominciare a produrre in campo la qualità del vino', che ha visto l’intervento di Daniela Di Silvestro del Servizio fitosanitario della Regione Abruzzo, la quale ha condiviso con la platea i nuovi indirizzi che attraverso i disciplinari regionali innalzeranno i livelli qualitativi delle produzioni vitivinicole.

Allo stesso tempo i tecnici di Basf e di K+S hanno concretamente presentato le moderne innovazioni che queste due importanti aziende del settore hanno recentemente introdotto nel mercato. Da soluzioni per la protezione dai patogeni a soluzioni per la nutrizione delle piante Sempre con un comune denominatore: la qualità.

Il convegno si è infine concluso con il bilancio fatto dal commissario del Parco del Gran Sasso, Arturo Diaconale, il quale ha ribadito il ruolo del Parco nel contesto socio-economico abruzzese, esaltando in particolar modo l’importanza e la credibilità che il Parco ha nello sviluppare sinergie tra territorio e mercato, come recentemente fatto dopo il tragico terremoto del 2009 con gli accordi di distribuzione presso la catena Autogrill dei prodotti tipici dell’area del parco.