La Commissione europea ha adottato un rapporto in cui sono contenuti i requisiti di sostenibilità ambientale per l’uso delle biomasse solide e gassose per la produzione di energia elettrica, calore e freddo.

La Commissione raccomanda agli Stati membri di adottare criteri omogenei, ispirati ai principi di sostenibilità ambientali delineati dalla relazione. Ciò anche per evitare il rischio che criteri diversi e incompatibili tra loro ostacolino gli scambi tra gli Stati membri e imbriglino lo sviluppo del settore delle bioenergie.

Tra i criteri individuati c’è il divieto  di coltivare biomasse su terreni convertiti da foreste o ad alto tasso di carbonio o ad alta biodiversità; una metodologia comune per il calcolo delle emissioni serra che potrebbe essere utilizzata per far sì che l’utilizzo delle biomasse consenta di evitare almeno il 35 per cento dei gas serra rispetto alla distribuzione di energia prodotta da fonti fossili.

Limite che dovrebbe essere successivamente portato al 50% nel 2017 e al 60 per cento nel 2018 per i nuovi impianti; la differenziazione dei regimi di sostegno nazionali al fine di favorire l’efficienza energetica; e, infine, il controllo dell’origine delle biomasse. Bruxelles raccomanda di applicare questi criteri in particolare agli impianti per la produzione energia elettrica o termica superiori a 1 MW.

Le indicazioni, per il momento non obbligatorie, potranno essere utilizzate dagli Stati membri nella redazione dei loro piani d'azione nazionale per l’energia rinnovabile che dovranno consegnare a giugno.

Dopo aver ricevuto i piani e analizzati i sistemi nazionali in fase di sviluppo, la Commissione esaminerà, nel 2011, la necessità di misure aggiuntive, quali appunto criteri di sostenibilità ambientale comuni a tutta l’Ue.

"Una valutazione sulla situazione a livello Ue - ha annunciato il commissario Ue per l’Energia, Günther Oettinger - è prevista tra 18 mesi per determinare se è il caso di introdurre norme obbligatorie”.