La ciclica crisi energetica ha portato nuovamente alla ribalta il potenziale ruolo dell'agricoltura quale fornitrice e produttrice di energia.
Rispetto alle altre volte ci sono due elementi di novità: il fatto che il costo dell'energia fossile è destinata ad aumentare nel tempo e la situazione di stallo dell'agricoltura nazionale che oggi si vede esposta, peraltro in modo impreparato, ad una spietata concorrenza internazionale.
Quello che sta succedendo al settore bieticolo e a parte della cerealicoltura sono degli evidenti esempi.
Di fatto, parlando di agroenergie si toccano molti argomenti: dagli accordi internazionali, alla questione ambientale, alla situazione generale italiana, alle politiche agricole e/o energetiche ecc.
Volendo stare dal punto di vista dell'agricoltore, comunque e alla fine, dopo bilanci energetici, bilanci ambientali, considerazioni etico-sociali, enunciazioni di principio, si arriva sempre alla solita domanda: conviene o non conviene?
Ovvero: c'è un reale spazio economico per l'azienda agricola nazionale che vuole cimentarsi nella produzione di energia?
E se ci fosse, in quali direzioni? Il problema della impreparazione del settore agricolo è evidente sul fronte strategico.
I prodotti energetici di riferimento sono sostanzialmente due: biocombustibili ed energia elettrica. Per i primi si sta cercando di introdurre un obbligo al loro consumo, per l’energia elettrica si spera che gli incentivi recentemente approvati dal Governo possano definitivamente rilanciare il settore.
Ma nel frattempo che fare? La risposta è semplice, almeno in teoria: se l'agricoltura è già stretta nei costi occorre risparmiare sugli altri passaggi e valorizzare al massimo l'energia prodotta.
Pertanto, nel caso che l'agricoltura volesse limitarsi alla produzione di materia prima o comunque a sue semplici trasformazioni si dovrebbero sviluppare accordi di filiera sul territorio, che vadano dalla produzione agricola sino al consumo di energia.
Viceversa, l'agricoltura deve industrializzarsi, realizzare in qualche modo gli impianti di trasformazione ed occuparsi della distribuzione finale dei prodotti energetici.