Sempre più importante nell'orticoltura moderna è l'utilizzo del portinnesto, in seguito al rapido evolversi di aspetti tecnico-economici e normativi in materia di agricoltura sostenibile. Esso infatti si inserisce perfettamente nel moderno concetto di uso integrato di risorse e buone pratiche agricole, per l'ottenimento di rese quali-quantitative ottimali nel rispetto delle regole imposte dai mercati e dalle normative vigenti. Nel pomodoro l'innesto erbaceo è considerato una delle innovazioni più importanti degli ultimi anni. Syngenta ha riunito il 29 gennaio ad Almeria, in Spagna, tecnici e vivaisti da tutto il mondo per approfondire questo tema.
"L'innovazione varietale e dei portinnesti è per noi molto importante - spiega David Morgan, global head vegetables and specialties di Syngenta -, e ci permette di avvicinarci alle esigenze del mercato e di un'agricoltura sostenibile. Il tutto deve integrarsi in un concetto di filiera per creare valore. Abbiamo così lanciato 'The Good Growth Plan' per offrire un aiuto concreto agli agricoltori ad affrontare la sfida alimentare ed ambientale del futuro entro il 2020. Questo programma rappresenta il nostro contributo come azienda che vuole fare la differenza per il futuro sostenibile del pianeta".
Fra i principali fattori che giustificano il ricorso dell'innesto nel pomodoro troviamo la crescente limitazione nell'uso dei prodotti chimici per la sterilizzazione dei suoli, la necessità di contenere la pressione sempre maggiore dei fattori biotici ed abiotici,la crescente richiesta di qualità e salubrità degli alimenti, l'esigenza di miglioramento delle rese unitarie e/o della loro distribuzione lungo il ciclo colturale al fine di tutelare la redditività delle produzioni.
"La popolazione mondiale è in aumento e con essa aumenta la richiesta di cibo - spiega Massimo Enzo, global head marketing vegetables protected crops di Syngenta -. Nel 2011 eravamo 7 miliardi e nel 2050 saremo 9 miliardi. Questo significa che se nel 2011 per ogni ettaro venivano alimentate oltre 4 persone, nel 2050 lo stesso ettaro alimenterà oltre 6 persone. Per questo motivo abbiamo bisogno di maggiore efficienza. La tecnologia ci può aiutare. Un elemento che contribuirà al raggiungimento di maggiore rendimento delle superfici è il portinnesto".
David Morgan, global head vegetables and specialties di Syngenta durante l'esposizione della sua presentazione
"Oggi il mercato vuole piante adatte alle proprie esigenze, stabili nei periodi di stress e che producono a bassi costi - spiega Peter Stradiot di InnoGreen -. L'innesto può aiutare a raggiungere questi obiettivi, in quanto tende a migliorare la qualità del frutto, aumenta la resistenza a stress biotici ed abiotici, aumenta la capacità fiorale. Inoltre garantisce un miglior equilibrio della pianta. Il portinnesto è come il motore, serve poi sapere cosa metterci sopra e che carburante usare. Bisogna però basarsi su misurazioni oggettive, che garantiscono una migliore pianificazione e valutazione. Per avere buone radici ci vogliono i giusti elementi e un buon innesto da buone radici".
"Nel mondo del vivaismo orticolo le necessità della Grande distribuzione e del supermercato impattano molto nelle scelte - spiega Ewald de Koning, di Plantenkwekerij Van der Lugt -. Infatti diventa molto importante avere piante stabili, ben controllate e continue nella produzione e nella qualità. L'uso del portinnesto erbaceo è elemento fondamentale per integrarsi in questo contesto. Abbiamo investito molto anche sui nostri produttori, sulla loro conoscenza e sulle strutture. Anche i nostri impianti sono avanzati da un punto di vista tecnologico per avere omogeneizzazione, tracciabilità e continuità".
"Il portinnesto è strategico e fondamentale nel settore del pomodoro e nella sua crescita futura. Noi dobbiamo essere bravi nel conoscerlo e nel saperlo gestire - spiega Francisco Josè Rodriguez Nogueron, head of vegetables Iberia di Syngenta -. Dobbiamo anche saper dare il giusto equilibrio alla marza, saper scegliere bene la varietà, conoscere il terreno, conoscere le condizioni ambientali, conoscere le esigenze del mercato e le condizioni di coltivazione. Per fare tutto questo abbiamo creato una 'matrice' che permette proprio di posizionare le varietà e i portinnesti all'interno di una griglia in base al loro comportamento vegetativo e generativo. Successivamente possiamo poi individuare quali siano i migliori per creare una giusta marza in base ad esigenze specifiche che abbiamo".
Pianta di pomodoro tipologia datterino all'interno della serra di Syngenta ad Almeria in Spagna
Sicurezza e prevenzione al centro della lotta al Clavibacter michiganensis
"Per prevenire la pericolosa e distruttiva fitopatia del pomodoro causata dal Cmm - Clavibacter michiganensis è stato creato uno specifico protocollo nell'ambito del Gspp - spiega Claire Peusens, manager di Gspp Foundation -, che permette di certificare e garantire il prodotto che esce da questo percorso. Il sistema è indipendente, trasparente e volontario. La chiave del successo sta nella grande partecipazione di tutte le parti interessate nella produzione e nella fornitura di semi di pomodoro, ortaggi e piante. In caso di un focolaio di Cmm all'interno della catena di produzione Gspp, si attiverà un procedimento d'indagine tecnica che include una valutazione individuale realizzata da un esperto e un test indipendente per individuare la causa principale del problema e migliorare il sistema. La condivisione delle migliori pratiche e il dialogo costruttivo all'interno della catena deve portare al miglioramento continuo del sistema".
"Il Centro Seia produce piante di solanacee (pomodoro, peperone melanzane) e cucurbitacee (melone, anguria e cetriolo) - spiega Giovanna Causarano, R&D manager di Seia group -. Nel 2014 sono state prodotte circa 80 milioni di piante giovani, di cui 40 milioni innestate (18 milioni sono pomodoro). Nel processo produttivo delle nostre piante il Cmm è una malattia molto importante e con il maggiore impatto economico. Per riuscire a gestirla al meglio abbiamo scelto di creare un nostro protocollo e un nostro sistema di prevenzione e controllo. Per fare questo abbiamo individuato i punti di possibile inoculo e li gestiamo al meglio. Crediamo anche che il ricorso a tecniche di taglio sterili, come l'uso del laser, aiuti ulteriormente nel contenimento del Cmm. Il pomodoro in Italia si sta evolvendo sempre di più verso la coltivazione fuori suolo e questo può aiutare anche verso il controllo del Cmm. Dobbiamo anche comprendere come gestire le sementi di pomodoro non certificate Gspp, che oggi sono ancora tante. Infine è necessario capire come adattare il Gspp nei vari tipi di serra e coltivazione".
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Fonte: Agronotizie - Settimanale di tecnica, economia e innovazione in agricoltura
Autore: Lorenzo Cricca