Gli accordi di filiera sono la soluzione per rendere più competitiva l’agricoltura italiana, stringendo collaborazioni con l’industria trasformatrice e percorrendo la strada della tutela dell’origine, della sostenibilità e della qualità.

Se ne è parlato in occasione del convegno “L’agroindustria italiana guarda avanti. Modelli di sviluppo per le filiere alimentari nel contesto globale” promosso da Cereal Docks, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni e ospitato nell’auditorium della Tenuta Ca’ Tron di Roncade (Treviso).
A far da apriprista sono alcuni tra i nomi più importanti dell’agroindustria e della grande distribuzione italiane, Barilla, Veronesi, Colomberotto, Coop Italia che hanno avviato progetti per la creazione di filiere “dal seme alla tavola” grazie ad un percorso di trasparenza che arriva al consumatore finale.

Accordo Barilla e Cereal Docks
In occasione dell’incontro è stata ufficializzata la notizia dell’accordo appena siglato tra Barilla e Cereal Docks, gruppo italiano attivo nella trasformazione di cereali e semi oleosi.
L’accordo riguarda la creazione di una filiera integrata italiana e sostenibile con rotazione colturale, grano duro, colza, girasole, quest’ultimo utilizzato per ottenere l’olio per i sughi Barilla. L’accordo che rientra nel progetto “Sistema Green” di Cereal Docks fa seguito ad altre partnership con il Gruppo Veronesi e Pioneer per la filiera del mais bianco e al patto di filiera tra Cereal Docks e i centri di raccolta dei semi di colza e soia.
“Se le imprese alimentari scelgono per gli approvvigionamenti di materie prime una filiera corta, controllata e certificata, scelgono la qualità ha affermato Mauro Fanin, presidente dell’azienda vicentina Cereal Docks. “L’italianità delle commodity agricole di filiera, come cereali, mais, girasole, va valorizzata e adeguatamente promossa anche nei confronti del consumatore finale. Bisogna lavorare per la creazione di un numero sempre maggiore di filiere italiane nel settore dei seminativi sviluppando collaborazioni tra agricoltori e aziende del sistema agro-alimentare che hanno necessità di programmare i loro approvvigionamenti e hanno intrapreso un percorso di sostenibilità ambientale, economica, sociale”.

"Alimento Italia"
In occasione del convegno è stato lanciato “Alimento Italia”, tavolo di concertazione a livello nazionale che coinvolge tutti i componenti della filiera, le istituzioni, le rappresentanze economiche, i cittadini, per la creazione di un numero sempre maggiore di filiere produttive integrate sottoposte a controlli e certificate.
E’ necessario programmare con attenzione il futuro dell’agroindustria italiana, visti i cambiamenti globali che coinvolgono la ‘geopolitica del cibo’, con la previsione di 9 miliardi di posti a tavola entro il 2050 e il conseguente aumento della domanda di derrate alimentari. L’incremento dei consumi alimentari dovuto all’aumento della popolazione provocherà una reazione sul fronte dell’offerta da parte del settore agricolo dell’Unione europea, che è uno dei principali fornitori dei mercati agricoli di tutto il mondo. Il settore agricolo comunitario rappresenta il 18% delle esportazioni alimentari mondiali, per un valore di 76 miliardi di euro. L’agricoltura dell’Unione fornisce oltre il 40% del valore della produzione alimentare complessiva nell’Ocse.
A questo si aggiunge la necessità di garantire la sicurezza alimentare grazie a modelli di produzione e consumo più sani e sostenibili.


 Mauro Fanin, presidente dell’azienda vicentina Cereal Docks

Istituzioni e industria a confronto
Dopo i saluti introduttivi di Mauro Fanin e Paolo Bedoni, rispettivamente presidente di Cereal Docks e presidente di Cattolica Assicurazioni, sono intervenuti Paolo De Castro, presidente Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Corrado Clini, direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente, Mario Guidi, presidente Confagricoltura, Dino Scanavino, presidente Confederazione italiana agricoltori, Ettore Prandini, componente Giunta esecutiva nazionale Coldiretti e presidente Coldiretti Lombardia, Giuseppe Castiglione, sottosegretario ministero Politiche agricole alimentari forestali.
La tavola rotonda moderata da Laura La Posta giornalista de Il Sole 24 Ore, media partner dell’iniziativa, ha visto confrontarsi imprenditori e rappresentanti dell’industria alimentare quali Paolo Barilla, vice presidente Gruppo Barilla, Giordano Veronesi, vice presidente Gruppo Veronesi, Fabio Colomberotto, socio Colomberotto Spa, Claudio Mazzini, responsabile Sostenibilità Innovazione e Valori Coop Italia, Filippo Ongaro, medico nutrizionista e autore di libri divulgativi.

Lo scenario e le prospettive. Parola d'ordine: filiera
L’aumento della produzione per far fronte ad una domanda crescente deve andare di pari passo con il miglioramento della redditività degli agricoltori, la cui quota di valore aggiunto nella catena alimentare negli ultimi dieci anni si è ridotta. Senza un incremento della redditività delle aziende agricole, raggiungere la sostenibilità ecologica sarà ancora più difficile.
Il fabbisogno italiano di cereali continua ad essere coperto da produzioni nazionali per poco più del 50%: questo trend potrebbe ulteriormente peggiorare rendendo il nostro Paese fortemente dipendente dall’estero. E’ importante quindi stimolare le produzioni nazionali, valorizzandole e tutelandone la qualità e l’origine.

In questo scenario, gioca un ruolo importante l’agroalimentare made in Italy che con 132 miliardi di fatturato è il secondo settore produttivo italiano, con esportazioni pari a 26,4 miliardi nel 2013 (quasi il 7% in più rispetto al 2013).
La strada maestra da seguire per rispondere efficacemente a queste sfide è quella delle sinergie. Filiera deve diventare la parola d’ordine dell’agroalimentare italiano. Filiere strutturate e integrate che consentono di distribuire valore aggiunto lungo tutto il percorso, dal seme alla tavola, collegando produzione, trasformazione e vendita.

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