Sono state rinnovate alla fine di febbraio a Roma le cariche di Civi-Italia (Centro interprofessionale per le attività vivaistiche) per il prossimo triennio. Riconfermato alla presidenza, compreso il consiglio uscente, Giandomenico Consalvo.
In questo modo i soci hanno voluto dare un segno di continuità, premiando il lavoro svolto nel rispetto dell’obiettivo di una maggiore diffusione del sistema di certificazione nazionale.
Abbiamo intervistato Giandomenico Consalvo, per approfondire alcuni temi legati al settore vivaistico e al Centro interprofessionale da lui presieduto.
Quali sono gli obiettivi futuri del Civi-Italia, unico organismo interprofessionale di rappresentanza a livello nazionale per il settore vivaistico?
“Gli obiettivi principali che vogliamo raggiungere sono: la qualificazione dell’intero sistema e il raggiungimento di elevati livelli qualitativi delle produzioni vivaistiche.
Sarà possibile raggiungere il primo punto grazie all’aggiornamento professionale e tecnico degli operatori impegnati mentre il secondo attraverso una maggiore adesione degli operatori ai programmi di certificazione del materiale di propagazione.
L’aggiornamento professionale passa però attraverso una piena consapevolezza del quadro normativo comunitario e nazionale, che fornisce le regole al processo produttivo.
Se ben interpretato, permette di dare un valore aggiunto alle pregevoli produzioni nazionali, oltre a rendere possibile una razionalizzazione dell’intero sistema che nel breve-medio periodo porta ad una riduzione dei costi produttivi, rendendo più efficiente l’intera filiera. Inoltre la recente esperienza di forte collaborazione con il Mipaaf ci ha spinto ad affrontare in modo coordinato con altri colleghi esteri le problematiche vivaistiche anche a livello comunitario.
Per questo motivo il Civi-Italia si sta facendo promotore di un’iniziativa per costituire un’associazione dei vivaisti frutticoli comunitari al fine di condividere una piattaforma comune di istanze e possibili interventi per il settore”.
A che punto è il sistema di certificazione nazionale?
“Il programma di certificazione nazionale è giunto al terzo anno d’attività e registra ormai la partecipazione di 111 aziende vivaistiche che operano in 11 differenti regioni. Questo fornisce la misura di come il settore professionale ha risposto a quest’opportunità di qualificazione delle produzioni.
I quantitativi prodotti sono di tutto rispetto e lasciano intravedere un trend in crescita: 7 milioni di astoni di fruttiferi, 200 mila piantine di olivo, mille piantine di agrumi, 22 milioni di portinnesti di fruttiferi, 15 milioni di gemme e 150 milioni di piantine di fragola. Questi volumi ci permettono di diffondere, ad un'ampia gamma di imprenditori, l’utilizzo di materiale di propagazione di qualità prodotto nell’ambito del servizio di certificazione nazionale.
Il nostro Paese può contare su una rete di infrastrutture interamente gestite dal settore vivaistico tra le quali spiccano 26 Centri di moltiplicazione che comprendono circa 150 ha di piante madri, 2.000 ha di vivai che annualmente contribuiscono a dar lavoro per oltre 5,5 milioni di giornate lavorative, 9 Centri di conservazione per la premoltiplicazione, localizzati in 7 differenti regioni e 10 Centri di Premoltiplicazione, localizzati in 8 regioni".
Quali sono le nuove linee di indirizzo per il futuro lavoro del Civi-Italia?
"Tra le linee d’indirizzo futuro vi è il rapporto con il mondo della produzione organizzata, rappresentato dalle Unioni nazionali dei produttori. Essi rappresentano la nostra clientela d’eccellenza, ed è soprattutto verso di loro che vanno indirizzati tutti gli sforzi che mirano a far intendere come la filiera produttiva abbia inizio dai vivai prima ancora che dal campo coltivato.
La radice dell’efficienza produttiva e della qualità delle produzioni è nei materiali di propagazione iniziali che si utilizzano per avviare il ciclo produttivo. Se C-Italia avrà la capacità di affermare tali concetti, sarà più facile poi intraprendere percorsi comuni che portano alla razionalizzazione dei servizi offerti con indubbi vantaggi per tutti.
Bisogna far intendere che rivolgersi ai vivaisti professionisti è garanzia d'acquisto e permette una piena rintracciabilità del ciclo produttivo ed una totale tracciabilità delle piante prodotte. Il sogno nel cassetto è quello di poter programmare la produzione in base alle esigenze del comparto ortofrutticolo, e non cercando di intravedere nella sfera di cristallo le esigenze del futuro mercato. In questo si è agevolati anche dal progresso delle acquisizioni scientifiche e della tecnica produttiva, che ormai hanno permesso di ridurre di molto i cicli del vivaio, permettendo un significativo accorciamento dei tempi tra domanda ed offerta".
Viste le ultime novità in termini di diffusione di malattie (es. la Pseudomonas syringae nell'actinia), qual è la posizione del Civi per arginare questi problemi?
"Il rispetto delle regole da parte di tutti gli operatori vivaistici è essenziale, così come i comportamenti corretti da parte dei produttori o di tutti gli operatori del settore. Questo elemento costituisce un grave rischio per l’intero sistema agricolo determinando anche sperequazioni di tipo commerciale in quanto i costi produttivi sono di gran lunga inferiore per chi non rispetta le regole.
La presenza e diffusione di organismi nocivi delle piante necessita di un approccio pragmatico, che preveda prescrizioni ed azioni realmente attuabili e non solo enunciazioni velleitarie che poi non hanno alcun riscontro applicativo. Parlare in termini ragionieristici e di principio non fa altro che spingere ad infrangere le regole, nella sicurezza che niente potrà accadere. A tali comportamenti si associano poi anche quelli relativi all’utilizzo di varietà coperte da privativa senza averne diritto.
Questa della contraffazione e dell'utilizzo di varietà brevettate senza averne titolo è un’altra piaga che va sanata o quanto meno arginata allo scopo di garantire sia chi offre, sia chi utilizza questo know-how".