Ormai i gusti del consumatore sono cambiati e il miglioramento genetico - per permettere alla peschicoltura di stare al passo con questo cambiamento - ha modificato le pesche e le nettarine fornendo caratteristiche gustative ed estetiche nuove, per renderle più appetibili. Il sapore è di tipo subacido, la polpa è consistente, la forma rotonda (a volte sferica) e il sovraccolore è rosso ben esteso su tutta la superficie.
E’ però importante ricordare che il gusto subacido per poter essere apprezzato dal consumatore deve avere un rapporto dolce/acido adeguato ed equilibrato (ad esempio, 4-5 di acidità e 14° Brix di zuccheri) in modo che dia al frutto un sapore dolce ma gradevole al palato.

E’ logico che la spinta importante che la ricerca stà esercitando porta ad un cambiamento della peschicoltura e dei suoi prodotti così che sul mercato si vedono sempre meno prodotti tradizionali per sapore e per aspetto. Il cambiamento sarà comunque molto lungo e difficilmente sarà totale in quanto ci saranno sempre persone che apprezzano e gradiscono una pesca con sapore equilibrato (o acido) ed aromatico tipico delle “vecchie pesche di una volta”.

In questo modo si può riuscire a creare una differenzazzione dell’offerta del prodotto, migliorando le possibilità e gli sbocchi sul mercato e allargando le tipologie d’utilizzo e di caratteristiche. Con i nuovi gruppi di pesche e di nettarine inserite, si può mangiare il frutto in modo diverso e in luoghi diversi rispetto a quelli tradizionali: ad esempio mangiare una belle pesca dissetante e nutriente davanti al proprio computer o alla televisione.
La nuova peschicoltura ha davanti a sé la possibilità di visitare nuovi mercati e nuovi orizzonti con la speranza di poterla rendere nuovamente protagonista sulle nostre tavole e in un’agricoltura moderna.

A cura di Lorenzo Cricca