Interprofessionalità, filiera, confronto sono solo alcune delle "parole chiave" per lo sviluppo del settore dei cereali. Valerio Marchioni, neo-presidente di Assincer, apre l'incontro dedicato a "L'evoluzione dei mercati nel comparto dei seminativi", sottolineando l'importanza di fare sistema nel comparto, portando nel contempo alle istituzioni le istanze di tutti gli operatori del settore.
"Siamo di fronte ad un'evoluzione del comparto cerealicolo", aggiunge Andrea Villani di Ager-Borsa Merci di Bologna, "è necessario comprendere qual è la posizione dell'Italia nell'ambito dei nuovi scenari che si stanno aprendo".

Clima, equilibri mondiali, redditi
Da qui ai prossimi vent'anni, avranno luogo tre cambi strutturali nell'economia mondiale e nei mercati.
1) Uno di questi sovrasta i mercati e l'economia: è il clima. Se nelle riviste americane degli anni Settanta era solito leggere "il raffreddamento dell'universo!", oggi, i rapporti dei principali governi mondiali si concentrano sul tema del clima parlando del riscaldamento del pianeta: la previsione su cui si è creato un consenso abbastanza elevato è che il clima nel corso di questo millennio è destinato ad aumentare da 1,6 a 5,8 gradi. Se fosse più plausibile la seconda ipotesi le conseguenze sarebbero disastrose che decreterebbero interventi colossali per ridurre emissioni di CO2 (Europa e Giappone hanno già intrapreso questa strada), nonché l'introduzione di incentivi per agevolare lo spostamento delle produzioni di energia da fonti fossili a fonti rinnovabili.Assincer - Convegno - Cereali Seminativi
"Il pensare a fonti energetiche non tradizionali rinnovabili non è un'utopia", ha sottolineato Vittorio Lombardi di Co.de.ma. - Servizi Finanziari alle imprese - nel suo sguardo d'insieme sui mercati mondiali. "La Svezia che è un paese altamente industrializzato produce il 27% della propria energia con centrali alimentate da biomasse (cippato di legno)"
Il fattore clima sta modificando i flussi delle produzioni agricole. Fra le conseguenze, basti pensare che nel 2007 il Brasile diventerà uno dei più grandi importatori di grano con risvolti sia politici, sia economici.

2) Forse il più grande cambiamento strutturale dopo la rivoluzione industriale è lo spostamento degli equilibri nel sistema economico mondiale. Cina, India ed alcuni paesi emergenti asiatici realizzano il 50% della produzione lorda mondiale e detengono la quota maggiore di popolazione e consumi.
La Cina, in particolare, nel 2007 avrà moltiplicato per 5 il proprio peso sul mercato mondiale dal 2000. Alcuni dati possono aiutare a comprendere meglio questo tasso di sviluppo: la Cina ha consentito alle famiglie americane di risparmiare 40 mld di dollari solo per ciò che è necessario per i figli; ha consentito alla Ford una riduzione del 30% nel costo di 87 componenti delle sue automobili.
"Questo significa un vantaggio per i consumatori ed il mercato", sottolinea Lombardi "Se non ci fosse stato questo fenomeno di riallocazione delle produzioni mondiali, avremmo di nuovo sperimentato spinte inflattive pari a quelle degli anni Settanta." "Negli ultimi 5 anni, i prezzi di tutte le materie prime principali sono aumentate del 28% (zinco rame petrolio...): immaginate cosa sarebbe successo se non ci fosse stata questa riallocazione delle produzioni mondiali".
Crollo dei costi dei trasporti e pervasività dei sistemi informatici, inoltre, stanno contribuendo alla riallocazione delle attività in funzione della presenza dei fattori.
Questo spostamento di asse, si rifletterà anche sul fronte agricolo perchè il governo degli scambi dei flussi delle produzioni agricole avviene su scala mondiale (basti inoltre pensare che gli scambi sulle grandi materie prime agricole sono controllate da sole 5 multinazionali e che l'80% degli scambi mondiali si fanno sulla sola piazza di Chicago).

3) Il cambiamento dei redditi.
Questo spostamento dell'asse dell'economia mondiale ha creato "arsenali di disinflazione di massa". A questo si aggiunge il fatto che entro il 2010 un miliardo di nuovi consumatori entreranno sul mercato.
La distribuzione di una capacità di reddito su numeri molto grandi modifica la domanda e la capacità di acquisto sia nel settore energetico, sia nei prodotti per il consumo umano e animale.
D'altro canto si registra da un lato un cambiamento di destinazione d'uso del grano (ad esempio, la produzione di bioetanolo negli Stati Uniti, negli ultimi 5 anni, è aumentata 138%); dall'altro, una ipotesi di tendenziale riduzione della dipendenza da materie prime di origine agricola di Cina e India.

Sfide e opportunità per l'Italia
La prima sfida è l'inarrestabile apprezzamento dell'euro sul dollaro (28% negli ultimi 5 anni). L'euro è diventato una moneta di riferimento negli scambi, anche grazie all'allargamento Ue a 25, portando l'Europa ad essere un mercato grande quanto una volta e mezzo quello degli Stati Uniti.
La seconda sfida è determinata dalla possibile entrata sul mercato dei cereali di nuovi produttori di massa. Sottolinea Lombardi: "Questo deve comportare una riflessione sull'opportunità che Italia ed Europa si concentrino su produzioni di nicchia, sull'integrazione delle filiere e sui valori della qualità e della certificazione".

E' in questo scenario che si collocano alcuni accordi di filiera già sottoscritti da Unione Seminativi che riguardano olio di girasole e colza, grano duro (Sigrad) e grano tenero.

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Ulteriori approfondimenti sui temi trattati nel convegno, nei prossimi numeri di Agronotizie: evoluzione del mercato dei cereali in Italia, strumenti di contrattazione, aspetti igienico-sanitari e micotossine.