Performance eccezionali per il 2011, confermate da un buon 2012 per un gruppo in grande espansione. E' questa l'immagine di  Agco emersa dall'incontro con la stampa che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano.

Presenti Martin Richenhagen chairman, presidente e chief executive officer del gruppo, Francesco Quaranta vice presidente e general manager harvesting Eame, Lido Tedeschi country manager Italia e Robert Gruber manager, dealer development Italia.

Se il 2011 è stato definito un anno "eccezionale", le aspettative per l'anno in corso si aggirano sui 10,5 miliardi di dollari
Un risultato che non sorprende, vista la costante crescita che, dal 2004 in poi - con 3,5 miliardi di dollari - grazie a un incremento medio annuo di un milione di dollari ha portato ai risultati attuali.

Nulla o poco è cambiato nei brand che, in sinergia, partecipano al raggiungimento dei numeri: agli storici Fendt, Challenger, Valtra e Massey Ferguson si è aggiunta, per il comparto delle mietitrebbie, Laverda.
Uno degli obiettivi, fa sapere il Gruppo, è quello di utilizzare per tutti i marchi il maggior numero di componenti comuni, continuando però a perseguire una strategia di differenziazione multibrand.

Mercati 

“Le valutazioni dell'anno in corso vanno comparate con un 2011 dai risultati record. Per questo – ha spiegato il ceo del Gruppo -, possiamo dire di avere un andamento, in linea generale, stabile e che riteniamo resterà tale anche per il prossimo anno.
Abbiamo avuto un calo nella vendita di mietitrebbie sul mercato americano, imputabile alla siccità che ha interessato la corn belt.
Anche in sud America si è vista una lenta contrazione, ma vale il medesimo discorso sui risultati 2011. 
Nel mercato sud americano, dotato di un sistema agricolo davvero professionale con aziende molto meccanizzate, siamo i numero uno.
Qui si profilano grandi opportunità in particolare in Brasile, dove è in forte espansione la coltivazione di canna da zucchero. Basti pensare che il cinquanta per cento del carburante utilizzato nelle automobili proviene da questa coltura. 
Quello europeoprosegue - è un mercato stabile con risultati positivi nel segmento delle mietitrebbie".  
Tra i fattori di crescita dei mercati, Agco individua il forte aumento della popolazione e la forte richiesta di alimenti proteici dei mercati emergenti.

Nuovi orizzonti: Cina, Russia e Africa

Godiamo – ha sottolineato Richenhagen – di una presenza davvero globale che puntiamo ad accrescere ulteriormente attraverso politiche di investimento portate avanti in particolare in Cina, Russia ed Africa”.
In Cina, dove ad oggi gli investimenti sfiorano i 350 milioni di dollari, l'obiettivo di Agco riguarda il segmento delle piccole e medie potenze che saranno sul mercato, fanno sapere, già dal prossimo anno.
In qualità di grande mercato in crescita, la Cina è caratterizzata da un livello di meccanizzazione molto basso rispetto al quale, questa tipologia di mezzi agricoli può trovare ampio spazio.
Gli agricoltori cinesi – ha aggiunto il presidente -, stanno sviluppando forte interesse per le più moderne tecnologie.
A novembre 2011 – ha proseguito - abbiamo chiuso un accordo e acquistato un sito produttivo di mietitrebbie di media e bassa potenza e altre macchine da raccolta. Si tratta del sito di Yanzhou Dafeng, nel centro della Cina”.

Nel nord della Cina, dove è maggiore il numero di grandi produttori con un alto grado di professionalità, Agco lo scorso anno ha posizionato lo stabilimento di Daqing dedicato a trattori e mietitrebbie di grandi potenze. Nel sud del paese, infine, dove si trovano la maggior parte delle piccole aziende agricole, è in costruzione un sito produttivo per trattori di piccola potenza. Tutto ciò per un investimento pari a 200 milioni di dollari.

In Russia, dove sono già partiti investimenti sia nella produzione di trattori che di mietitrebbie, il panorama è caratterizzato da sotto-investimenti in macchine agricole, milioni di ettari arabili e rendimenti ben al di sotto dei livelli occidentali.
Il sostegno del governo russo al comparto agricolo sta crescendo e l'intervento del gruppo punta al rafforzamento delle attività di importazione, allo sviluppo della distribuzione e alla creazione di un sito a Golitsyno, non lontano da Mosca, dove verranno assemblati trattori e mietitrebbie con componenti che arriveranno dall'Italia.

Per quanto riguarda l'Africa, infine, è un mercato da approfondire. Con oltre un miliardo di abitanti, l'undici per cento della terra coltivabile - di cui circa l'ottanta per cento inutilizzata -, possiede un grande potenziale agricolo e offre eccezionali opportunità di crescita nel settore delle attrezzature agricole.
Agco intende ampliare la propria presenza investendo in infrastrutture di distribuzione e nuovi centri di formazione.

Una recente joint-venture in Algeria ha permesso l'acquisizione di una quota nell'Algeria Tractors Company per avviare la produzione di trattori con il marchio Massey Ferguson da vendere nel mercato nazionale algerino. La scelta del brand è dovuta alla sua tradizione in Africa le cui radici vanno cercate nella colonizzazione francese e inglese; la rete di distributori Massey Ferguson è, infatti, dislocata in buona parte del continente.

Mercato Italia in perdita

Il business di Agco è molto forte in Italia e i brand che rappresenta hanno una lunga tradizione. Ciò nonostante siamo in una fase di crisi caratterizzata da un andamento delle vendite non positivo – ha spiegato Lido Tedeschi -. A conferma di ciò, i dati relativi allo scorso mese di luglio indicano una perdita, per il secondo anno consecutivo, di 20 punti percentuali. Potendo contare sui risultati molto positivi del gruppo nel 2011 e nel 2012, saremo però in grado di accrescere il nostro mercato”.

Il mercato nazionale, secondo l'analisi di Tedeschi, si posiziona per il 50% nel segmento di potenze inferiori ai 100 cavalli, per il 25% per cento è coperto dagli specializzati e il rimanente 27% è occupato dalle potenze superiori ai 100 cavalli.
Ciò avviene con una distribuzione sul territorio che vede la metà delle vendite al Nord, il 17,5% al centro e il 30% al Sud e nelle Isole.
La quota di mercato italiana di Agco per i trattori si avvicina all'8%: 4% Fendt, 2,7% Massey Ferguson, 0,5% Valtra e 0,2% Challenger. Tale risultato, se tradotto in valore - ha sottolineato il country manager  - copre una quota pari al 13% e nel segmento di potenza superiore ai 150 cavalli, un trattore su tre è Agco".

La mietitrebbia italiana è Laverda

Non meno sofferente il mercato nazionale delle mietitrebbie che nel 2011 ha richiesto 359 unità ma che per il 2012 è previsto possa assorbirne 320.
La strategia Agco, a fronte dei grandi e recenti investimenti nello stabilimento produttivo di Breganze seguito all'acquisizione del brand Laverda è quella di vendere sul mercato italiano solo macchine Laverda così da evitare confusione tra il cliente e la rete di vendita – spiegano -, ma anche per la lunga tradizione del marchio sul territorio.
Nel 2011 – racconta Richenhagen -, abbiamo acquistato Laverda e ora consolidiamo e concentriamo in Italia tutto il mercato delle mietitrebbie di tutti i nostri brand per l'Europa, l'Africa e il Medioriente sotto la leadership di Francesco Quaranta.
Lo scorso anno abbiamo investito 200milioni di dollari in mietitrebbie, sono molti soldi, ma l'obiettivo è quello di presentare al mercato nuovi prodotti ogni anno e accrescere ulteriormente la nostra qualità per essere, entro il 2016, il numero uno per qualità percepita.
Sono ottimista sul fatto che l'Italia possa diventare un punto di riferimento
– ha proseguito -, è una specie di visione resa forte da fatto che l'Italia offre gli ingegneri più esperti".

Breganze è uno dei più moderni ed efficienti complessi con capacità produttiva di 1000 mietitrebbie l'anno e oltre 700 lavoratori.
È qui che vengono fabbricate le mietitrebbie commercializzate con i brand Challenger, Massey Ferguson e Fendt e che prendono vita le nuove ibride Fendt 9470 e Massey Ferguson Delta.
Quella di Breganze è una "bella storia - dice Quaranta - con buoni rapporti di lavoro e grande competenza".
In un solo anno dall'acquisizione – ha annunciato il vice presidente e general manager -, siamo riusciti ad avere un nuovo prodotto. Si tratta della Laverda M410 che verrà presentata all'Eima 2012. Un prodotto di alto livello tecnologico frutto anche dell'esperienza degli altri brand, motorizzazione Sisu eco power e una nuova cabina con soluzioni tecnologicamente avanzate, attualmente in prova nei campi ungheresi".
Ma gli investimenti nel sito produttivo non sono finiti e, anzi, proseguiranno per tutto il 2013 e oltre. Di recente sono stati stanziati 20 milioni di dollari per la costruzione di un nuovo paintshop di alta qualità e prestazioni.
"Grazie al nuovo centro visite – ha proseguito Quaranta - stiamo portando in Italia sempre più clienti. Nel 2011 sono stati più di duemila i visitatori e da ottobre 2012 saremo pronti ad accogliere tutti i nostri dealer e clienti".

Quante novità nel 2012

Un investimento in ricerca e sviluppo nel 2012 di circa 300 milioni di dollari, con una prospettiva  futura di spesa del 3,5% dei ricavi (pari a circa 350 milioni di dollari all'anno) rappresenta un perfetto sipario per le novità 2012.

Sono nuove la serie di trattori 7600 di Massey Ferguson, la serie T di Valtra e la serie 300-400 di Fendt.

Ma lo sono anche il Terragator TG845 Spayer di Challenger, le mietitrebbie 5650 di Massey Ferguson e, solo per il mercato americano, la Self Propelled Windrower di Massey Ferguson.

La crescita continua

Oltre agli sforzi fatti in ricerca e sviluppo, Agco pone grande attenzione anche al miglioramento e allo sviluppo dei brand.
Per Fendt verrà presto presentato il nuovo sito produttivo tedesco che nasce da una fabbrica preesistente completamente smantellata e ricostruita.
“Il lavoro fatto con Fendt – ha spiegato Richenhagen -, è stato di grande crescita a partire da un marchio già solido ma che eravamo convinti potesse fare di più. Lo hanno fatto.
Ora faremo lo stesso con Massey Ferguson con un'operazione per accrescerne il risultato di 20 milioni di dollari l'anno". 

Sancisce la dinamicità di Agco, anche l'acquisizione del gruppo Gsi, leader nei sistemi di stoccaggio di derrate alimenatri ad uso zootecnico, silos per esempio; sistemi di condizionamento e impianti di essiccazione e nella produzione di attrezzature per allevamenti di suini e pollame.
In molti mercati tra cui Russia, Cina e in parte Brasile la richiesta di infrastrutture è molto grande – ha spiegato il presidente -, e spesso la loro mancanza è alla base di una consistente perdita di alimento stoccato. Riteniamo che questo sia un business in grande crescita per questo abbiamo fatto un investimento di un miliardo di dollari per la sua acquisizione; una cifra considerevole".