Allerta sì, ma allarmismo no.
Quante volte abbiamo sentito parlare in questi ultimi due anni di allerta meteo, che fosse rossa, arancione o gialla.
Ma cosa significa esattamente allerta meteo, e chi ha l'autorità per emetterla?
Innanzitutto l'allerta è un avviso comunicato ai cittadini residenti in una zona a rischio per eventi meteorologici pericolosi.
In base alla pericolosità delle possibili conseguenze per persone o cose, viene individuato il livello di criticità dell'allerta, che può essere di criticità ordinaria, moderata ed elevata.
Ciascuna è identificata da un colore:
- Allerta gialla è la meno pericolosa ma non da sottovalutare. Si prevedono comunque esondazioni improvvise dei corsi d'acqua; rapido innalzamento dei fiumi; sottopassi, tunnel, seminterrati e pianterreni allagati; smottamenti, colate di fango, caduta massi; strade e ferrovie interrotte; interruzione servizi di acqua, luce, gas e telefonia; fulminazioni; caduta di rami e alberi.
- Allerta arancione, di pericolosità media: si prevedono possibili danni a edifici, centri abitati e attività produttive; frane; danni ad argini e ponti; voragini; erosione delle sponde; inondazione delle aree golenali.
- Allerta rossa è la più pericolosa: si prevedono allagamenti di aree anche lontane dai corsi d'acqua; frane profonde e di grandi dimensioni; rottura degli argini e cedimento dei ponti; variazione del corso del fiume.
(Fonte: sito della Protezione civile)
L'unico ente autorizzato per legge a diramare allerte meteo è la Protezione civile regionale.
Infatti, collaborando con la regione, dispone dei dati meteorologici della rete regionale di monitoraggio, grazie ai quali può stimare il pericolo di danni a cose o persone nelle aree d'interesse.
Qualsiasi fonte diversa non è da considerarsi attendibile. Anzi, non solo. Chi diffonde allarmismo senza l'autorità per farlo, e tanto più se infondato, può essere denunciato; e benché accada raramente, sarebbe utile iniziare a farlo.
La prima accortezza è di evitare quindi di credere a titoli catastrofisti creati solo per generare clic online.
E su questo, purtroppo, dobbiamo fare un'ammissione di colpa come categoria, quella dei giornalisti, che non sempre comunica nella maniera più corretta.
È anche importante diffidare dai social network, nonostante la tentazione di leggere le notizie su Facebook o Instagram sia forte.
È importante mantenere la calma e informarsi solo sui canali ufficiali.
Le regioni dispongono di servizi informativi web appositi. Un esempio considerato d'eccellenza anche dagli addetti ai lavori è quello dell'Emilia Romagna, con il portale dedicato, gestito in collaborazione con la Protezione civile regionale e Arpae, l'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia.
La diramazione di un'allerta meteo non avviene "a sentimento". Devono esserci dati allarmanti rilevati dagli strumenti di monitoraggio; quando questi dati sono critici, la Protezione civile è obbligata per legge a emettere l'allerta.
E per quanto possa creare disagi o limitazioni l'allerta non deve essere percepita come un'imposizione o una limitazione delle libertà del singolo, come spesso succede, ma come un dovere per garantire la sicurezza propria e di tutti.
Inoltre, rispettare le indicazioni di un'allerta significa permettere agli operatori di svolgere il loro lavoro nella maniera migliore possibile, agevolando al massimo la loro operatività e mantenendo le strade libere per le attività di soccorso, evacuazione o assistenza.
Questo vale per qualsiasi livello di allerta.
Infatti anche un'allerta gialla può velocemente evolversi in una rossa e non semplicemente perché "sta piovendo più del previsto" ma perché i segnali registrati a monte sono critici, anche se ancora magari non se ne vedono gli effetti a valle. Per esempio, piogge molto intense in collina possono portare piene in pianura, con rischio di tracimazione dei corsi d'acqua nei centri abitati. In questi casi, senza l'allerta, si finirebbe per accorgersene troppo tardi.
Inoltre, è meglio prendere delle precauzioni che si rivelano inutili o eccessive invece che affrontare un disastro impreparati.
Quindi se sta piovendo tanto e voglio verificare l'evolversi della situazione, come devo comportarmi?
Per prima cosa si può consultare tramite pc o smartphone il sito apposito della propria regione. Nel caso dell'Emilia Romagna, il sito Arpae. Nella sezione "Temi ambientali: meteo" alla voce "Dati e osservazioni" è possibile verificare in tempo reale i dati relativi a diversi parametri, tra cui temperature, precipitazioni, livelli idrometrici e portate. Si tratta di una mappa interattiva della rete idrometeorologica regionale che mostra le misurazioni nelle ultime 48 ore.
Livello idrometrico: screenshot della regione Emilia Romagna al 16 ottobre 2024.
La situazione è tranquilla come si può vedere dalla prevalenza del colore verde
(Fonte: sito di Arpae)
Un altro strumento gratuito messo a disposizione sul sito di Arpae è il Radar meteo che restituisce la stima dell'intensità di pioggia attraverso una scala cromatica; i colori più accesi come il rosso e il viola indicano l'avvinarsi di precipitazioni particolarmente intense.
La probabilità di precipitazioni in Emilia Romagna al 16 ottobre 2024 è debole
(Fonte: sito di Arpae)
Da non dimenticare l'esistenza di app dedicate collegate ai canali ufficiali, come Meteo Emilia Romagna, che utilizza i dati rilevati dal Servizio Idro Meteo Clima di Arpae.
O ancora ci si può iscrivere al canale sull'app Telegram della Regione Emilia Romagna dal nome "AllertaMeteoER" dove vengono diffuse in tempo reale gli aggiornamenti sulle allerte meteorologiche rilasciate dalla Protezione civile regionale.
Screenshot dal canale Telegram AllertaMeteoER il giorno 19 settembre 2024, nei giorni dell'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna
(Fonte: Telegram Messenger)
E se proprio non si resiste ad aprire i social network, si può controllare la pagina Instagram ufficiale del tuo comune. Le pagine ben gestite riporteranno informazioni utili in caso di emergenze meteorologiche, con dati aggiornati e senza facili sensazionalismi. L'obiettivo di queste pagine infatti deve essere quello di informare senza alimentare il panico.
Screenshot del post pubblicato sulla pagina Instagram del comune di Rimini in data 18 settembre 2024
(Fonte: Instagram)