La Commissione Europea nella mattinata di venerdì 22 marzo 2024 ha proposto al Consiglio Europeo riunito a Bruxelles di aumentare le tariffe doganali sulle importazioni nell'Ue di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia, tra cui grano, mais e farina di girasole, di 95 euro alla tonnellata. Queste tariffe, sebbene sufficientemente elevate da sopprimere nella pratica tali importazioni nell'Ue, non influenzerebbero le esportazioni verso Paesi terzi.

 

Dal canto suo, il Consiglio Europeo, che dovrà pronunciarsi sulla specifica proposta della Commissione a maggioranza qualificata, già nelle conclusioni sul capitolo riguardante l'agricoltura ha scritto, tra l'altro, che il Consiglio dà mandato alla Commissione e al Consiglio Agricolo di "garantire una concorrenza leale e basata su regole a livello mondiale e nel mercato interno". Un implicito riferimento alla possibilità di innalzare dazi doganali per scongiurare la destabilizzazione dei mercati nell'Unione.

 

Il Consiglio Europeo - che analizzerà successivamente l'articolata proposta sull'incremento dei dazi doganali ai cereali provenienti dalla Russia - ha sostanzialmente avallato, peraltro, tutto il pacchetto sulla Pac della Commissione che sarà all'esame del Consiglio Agricolo di domani, 26 marzo 2024. E molte sono le proposte dell'Italia - contenute nel non paper presentato al Consiglio Agricolo del 26 febbraio 2024 - che sono state prese in considerazione, tra queste spicca la proroga del regime temporaneo di esenzione per gli aiuti di Stato.

 

La proposta della Commissione sui dazi alla Russia

In particolare, la proposta legislativa della Commissione sui dazi doganali comporta una modifica al Regolamento Europeo 2856 del 1987 recante norme sulla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune.
La proposta di regolamento stabilisce nuove tariffe per i cereali, i semi oleosi e i prodotti derivati originari o esportati dalla Federazione Russa o dalla Repubblica di Bielorussia.

 

In quasi tutti i casi, i dazi sulle esportazioni russe e bielorusse verso l'Ue aumenterebbero di 95 euro per tonnellata in somma fissa o a un dazio ad valorem del 50%, a seconda del prodotto. In questo secondo caso, in pratica, il dazio aumenterebbe o diminuirebbe in valore assoluto proporzionalmente al variare del prezzo del cereale, restando fissa l'aliquota del 50%.

 

Questi dazi - che non lasciano più spazio ad esenzioni di sorta - inciderebbero sulle importazioni dell'Ue dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia di merci che nel 2023 rappresentavano 4,8 milioni di tonnellate di importazioni, per un valore commerciale di 1,6 miliardi di euro nello stesso anno.

 

Per fare qualche esempio: la tariffa sul grano duro si porterebbe a 148 euro alla tonnellata, quella sul frumento tenero e segale a 95 euro alla tonnellata. Mentre i semi di girasole passerebbero da un regime di esenzione ad una tariffa pari al 50% del prezzo di ingresso.  Questo perché gli aumenti colpiscono sia i beni che già erano tassati che altri che non lo erano ancora.

 

Le misure sono progettate per raggiungere diversi obiettivi. Tra questi si intende prevenire la destabilizzazione del mercato dell'Ue attraverso qualsiasi futuro reindirizzamento significativo dei prodotti cerealicoli russi sul mercato dell'Unione "perché il rischio che la Russia utilizzi il suo ruolo di principale esportatore mondiale di cereali unito alla volontà di utilizzare le esportazioni alimentari come strumento geopolitico è elevato" scrive la Commissione in una nota stampa.

 

Inoltre i dazi sono finalizzati a contrastare le esportazioni russe di grano prodotto nei territori dell'Ucraina, ottenuto illegalmente e per impedire alla Russia di utilizzare i proventi delle esportazioni verso l'Ue - sia di prodotti cerealicoli russi che di quelli ucraini illegalmente appropriati - per finanziare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina. Una motivazione forte, considerato che la Russia ha esportato verso l'Ue cereali per un valore di circa 1,3 miliardi di euro nel 2023.

 

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "Proponiamo l'imposizione di dazi su queste importazioni russe per mitigare il rischio crescente per i nostri mercati e i nostri agricoltori. Ridurranno la capacità della Russia di sfruttare l'Ue a vantaggio della sua macchina da guerra". E ha aggiunto: "manteniamo il nostro impegno a preservare la sicurezza alimentare globale, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Stiamo trovando il giusto equilibrio tra il sostegno alla nostra economia e alle comunità agricole. Allo stesso tempo, manteniamo il nostro fermo sostegno all'Ucraina".

 

L'aumento delle tariffe doganali si applicherebbe anche alla Bielorussia alla luce degli stretti legami politici ed economici del Paese con la Russia. Inoltre, includendo la Bielorussia nella nuova misura, l'Ue impedirà alla Russia di utilizzare la Bielorussia per eludere le nuove tariffe e incanalare le sue merci sul mercato dell'Ue.

La proposta non incide sul transito di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia verso i Paesi terzi. La proposta sarà ora esaminata dal Consiglio dell'Unione Europea. Una volta adottate dal Consiglio, le tariffe verranno applicate immediatamente.

 

Consiglio Europeo, un piano in cinque punti

Il Consiglio Europeo il 22 marzo 2024 ha affrontato come ultimo punto all'ordine del giorno i temi dell'agricoltura sottolineando "l'importanza di un mercato resiliente e sostenibile del settore agricolo per la sicurezza alimentare e l'autonomia strategica dell'Unione" e "il valore di comunità rurali vivaci e il ruolo essenziale della Politica Agricola Comune a tale riguardo".

 

Il Consiglio Europeo ha invitato la Commissione Ue e il Consiglio Agricolo a portare avanti i lavori di aggiornamento della Pac e per rendere i mercati più sicuri "senza indugio" delineando un piano in cinque punti.

 

Semplificazione della Pac

Primo punto, il Consiglio Europeo ha avallato "tutte le possibili misure e soluzioni innovative a breve e medio termine, comprese le riduzioni degli oneri amministrativi e conseguire la semplificazione per gli agricoltori". In pratica c'è il via libera politico alle proposte di modifica della Pac, sia al regime di deroghe proposte a febbraio e subito esecutive, che alla riforma di medio termine proposta dalla Commissione, che saranno peraltro al vaglio del Consiglio Agricolo di domani. Passa quindi la proposta italiana di maggiore semplificazione, contenuta nel non paper presentato al Consiglio Agricolo del 26 febbraio scorso.

 

Reddito equo per gli agricoltori

Secondo punto, il Consiglio Europeo dà luce verde alla seconda parte del pacchetto presentato dalla Commissione il 15 marzo scorso, ovvero l'obiettivo di "rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, in particolare garantire un reddito equo". Anche questo elemento è presente nel non paper dell'Italia presentato al Consiglio Agricolo del 26 febbraio scorso, anche se con già delle indicazioni più operative.

 

Proroga degli aiuti di Stato

Terzo punto, il Consiglio Europeo avalla una delle principali proposte dell'Italia, che era stata già fatta propria alla Commissione Ue nel pacchetto presentato il 15 marzo: la proroga del quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato, che è all'ordine del giorno del Consiglio Agricolo di domani unitamente alle questioni riguardanti la Pac.

 

Concorrenza leale

Quarto punto, il Consiglio intende "garantire una concorrenza leale e basata su regole a livello mondiale e nel mercato interno" è il via libera politico sotteso alle misure sulle tariffe doganali, non solo quelle riguardanti la Russia e la Bielorussia, ma evidentemente anche l'Ucraina. E non solo. La concorrenza leale in tutta evidenza va garantita anche sul mercato interno e quindi semaforo verde alla specifica richiesta dalla Commissione e dell'Italia su maggiori controlli.

 

Ucraina, misure commerciali ad hoc

Il quinto punto riguarda l'Ucraina, il Consiglio chiede a Commissione Ue e Consiglio Agricolo di "affrontare le questioni relative alle misure commerciali autonome per l'Ucraina in modo equo in modo equilibrato nel contempo preparando una soluzione nel quadro dell'accordo Ue-Ucraina Accordo di associazione/zona di libero scambio globale". Anche di questo si parlerà domani al Consiglio Agricolo.