"Sarebbe ora di costituire un coordinamento fra i ministeri per la gestione dell'acqua, così da evitare conflitti sugli usi delle risorse idriche e complicare i rapporti interministeriali. In Spagna e Portogallo hanno istituito un Ministero per l'Acqua, noi dobbiamo fare in modo di arrivare a una gestione coordinata sul bene acqua. E la prima sfida è di natura culturale e dobbiamo mettere i cittadini nelle condizioni di usare al meglio la risorsa acqua".

 

È l'appello del presidente dell'Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (Anbi), Francesco Vincenzi, che da Mantova, terra d'acqua e di cultura per eccellenza, con una rete irrigua secolare e concessioni all'uso irriguo che risalgono all'inizio del Trecento, rilancia il Piano Invasi, "con la realizzazione di 10mila laghetti su tutto il territorio nazionale, che permetterebbe di trattenere l'acqua sul territorio dall'11% al 35-40%".

 

Un progetto ambizioso, sostenuto a livello nazionale da Coldiretti, e presentato nel corso del convegno "La sfida della sicurezza idrogeologica e della disponibilità idrica per un territorio di eccellenze agroalimentari e culturali", organizzato dai Consorzi Territori del Mincio, Garda Chiese, Terre dei Gonzaga, Navarolo, coordinati dal Consorzio Mincio. Un evento che ha visto la presenza di esponenti del Governo (il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la Programmazione Economica, Alessandro Morelli, e il sottosegretario all'Agricoltura e Sovranità Alimentare, Luigi D'Eramo), politici, istituzioni, consiglieri regionali della Lombardia e che è stato uno degli appuntamenti conclusivi per celebrare i primi cento anni di vita dei consorzi di bonifica moderni.

 

Abbiamo intervistato il presidente Francesco Vincenzi per fare il punto sul futuro delle bonifiche italiane, che Vincenzi ha in passato elogiato per la modernità che hanno saputo incarnare, a partire dalla gestione democratica alla visione legata al territorio fino a quel principio di federalismo fiscale di cui oggi molto si parla, ma che da un secolo a questa parte costituisce un pilastro della gestione delle bonifiche, con risorse recuperate sul territorio e devolute per i territori stessi.

 

Presidente Vincenzi, potrebbe replicarsi un'annata come quella del 2022 sul fronte della siccità?

"Speriamo di no. Certo i segnali sono preoccupanti: assenza di precipitazioni, livelli dei laghi bassi, poca neve sulle Alpi, che rappresenta normalmente un bacino idrico cui attingere in sicurezza. Già oggi, e siamo a marzo, vi sono comuni serviti per l'acqua con le autobotti. E negli ultimi venti anni abbiamo parlato di siccità ben otto volte, per non parlare degli aspetti legati alla sicurezza idraulica, cioè della necessità di togliere acqua dai territori per garantire la sicurezza delle città, degli insediamenti abitati, dei paesaggi urbani e rurali. Per questo riteniamo che si debba partire al più presto con il Piano Invasi, con la realizzazione di 10mila laghetti su tutto il territorio nazionale. Non dimentichiamo che l'agroalimentare in Italia è una delle prime voci dell'economia, con una Produzione Lorda Vendibile di oltre 540 miliardi e quasi 4 milioni di occupati".

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Quando si dovrebbe partire?

"Noi oggi siamo pronti e auspichiamo, grazie all'incontro governativo che abbiamo avuto una settimana fa, di poter accelerare il percorso autorizzativo e di finanziamento degli invasi".

 

A che punto siete con la progettazione?

"Noi oggi abbiamo 223 laghetti in avanzato stato di progettazione esecutivo. Qualora venissero emanate le risorse necessarie saremmo pronti a partire nei prossimi mesi. Avremmo bisogno di investire 1 miliardo all'anno per i prossimi dieci anni per le infrastrutture irrigue. Le risorse ci sono e già oggi i consorzi di bonifica hanno progetti cantierabili per 4 miliardi di euro. Dobbiamo investire per il futuro".

 

10 miliardi di euro in dieci anni non è poca cosa.

"No, ma sono investimenti per il futuro, dei quali beneficiano tutti i cittadini. Penso in particolare ai temi emersi prepotentemente in seguito alla pandemia, dalla sovranità alimentare alla fruizione dell'ambiente, del paesaggio e dei luoghi di prossimità: senza acqua nulla di tutto questo sarebbe ipotizzabile. Inoltre, a chi insinua possa essere troppo rispondo con la conta dei danni in agricoltura nel 2022: 6 miliardi di euro. Le pare poco?".

 

L'agricoltura utilizza l'acqua in maniera sempre più razionale?

"Direi di . Oggi il 90% della produzione ortofrutticola italiana usa metodi di irrigazione a goccia. Dobbiamo fare ancora di più, sapendo che serve un sostegno economico non indifferente per passare a soluzioni di irrigazione smart. Per questo Anbi e le reti dei consorzi di bonifica stanno portando avanti delle sperimentazioni sui territori e sulle diverse colture per migliorare l'efficienza idrica. A Vercelli, il prossimo 20 marzo, concluderemo le celebrazioni per i primi cento anni dei consorzi di bonifica moderni presentando le collaborazioni in atto con tredici università e centri di ricerca, indicando dove dovremo andare nel Terzo millennio".

 

Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi

Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi

(Fonte foto: Francesco Vincenzi dell'Anbi)