Oggi, 22 aprile, è la Giornata Mondiale della Terra. L'Earth Day che si celebra con azioni a favore del clima (la principale minaccia al Pianeta) quest'anno si concentra sull'importanza degli investimenti per il futuro, naturalmente, ma anche e soprattutto per il presente.

 

Un binomio che nell'agricoltura moderna trova posto e che per vocazione millenaria risponde meglio, e tutti i giorni, alla domanda di come provvedere alla Terra, di come salvaguardarla, e mantenerla feconda.

 

La questione principale sul tavolo, da affrontare a livello internazionale in tempi che si restringono ormai giorno dopo giorno, è quella della riduzione delle emissioni di CO2 e di gas serra.

 

L'Ipcc, l'Intergovernmental Panel on Climate Change, il panel di scienziati che studia il clima su mandato dell'Onu, è sempre più netto: "Senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni di CO2 in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi è impossibile".

 

Cosa significa questo? Che per rispettare l'accordo raggiunto prima alla Cop21 a Parigi (mantenere l'aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi puntando a 1,5) e poi alla Cop26 a Glasgow (gli 1,5 gradi diventano fondamentali) è necessario mettersi al lavoro: "L'evidenza è chiara - raccontano gli esperti delle Nazioni Unite nell'ultimo pezzo del nuovo Rapporto sui Cambiamenti Climatici diffuso soltanto pochi giorni fa - bisogna agire adesso. Possiamo dimezzare le emissioni entro il 2030, e abbiamo opportunità in tutti i campi, dalle città all'industria, all'agricoltura".

 

La novità (se così si può definire, dopo molti anni), che ci si porta dietro già da qualche anno, è che oggi - spiega il presidente dell'Ipcc Hoesung Lee - esistono "gli strumenti e il knowhow per limitare il riscaldamento globale".

 

L'agricoltura paga un prezzo salato agli effetti dei cambiamenti climatici: siccità e inondazioni causano danni ai raccolti, sono origine di dissesto idrogeologico e degradano gli ecosistemi. Le maggiori difficoltà le vivono proprio le popolazioni più fragili, a cominciare dalle aree del Sudest asiatico fino a quelle dell'Africa subsahariana e al Sud America. In queste zone del Mondo un bene come l'acqua può essere al centro di guerre e anche fonte di problemi igienico sanitari.

 

Una delle sfide principali - anche di fronte alla crescita demografica planetaria che viaggia verso i 10 miliardi di persone al 2050 - per l'agricoltura resta quella di raddoppiare la produzione per rispondere alla richiesta crescente di cibo. Si dovrebbe avere una catena dell'alimentazione sostenibile in grado di abbattere sprechi, di mettere in azione una filiera efficiente, e di chiudere il cerchio dell'economia circolare.

 

Cambiare stili di vita grazie alle giuste politiche, e alle infrastrutture e tecnologie oggi disponibili per esempio può portare fino a una riduzione del 70% delle emissioni di gas serra entro il 2050; oltre a migliorare salute e benessere. Tentare di arrestare la corsa dei cambiamenti climatici richiederà infatti un'importante transizione soprattutto nel settore energetico, con la limitazione dei combustibili fossili, una maggiore diffusione delle fonti alternative (in particolare l'idrogeno), la promozione dell'elettrificazione, e sempre più efficienza energetica.

 

Ridurre i consumi di energia, elettrificare il trasporto e potenziare l'assorbimento e lo stoccaggio del carbonio utilizzando la natura, sono tre punti fondamentali per la lotta alle emissioni. "L'agricoltura, la silvicoltura e altri usi del suolo - osserva l'Ipcc - possono fornire riduzioni delle emissioni su larga scala e anche rimuovere e conservare l'anidride carbonica". Anche se "la terra non può compensare un ritardo nella riduzione di emissioni in altri settori".

 

Per gli scienziati delle Nazioni Unite è possibile promuovere tecniche di agricoltura sostenibile, proteggere le foreste e ripristinare ecosistemi in grado di avere un forte potenziale di mitigazione. Per esempio i piccoli agricoltori producono l'80% del cibo nei Paesi in via di sviluppo ma soltanto l'1,7% dei finanziamenti per il clima finisce a loro. Non soltanto diventa necessario aiutare gli agricoltori economicamente ma è sempre più fondamentale insegnare a vivere in chiave di "resilienza" ai cambiamenti climatici. In particolare, grazie all'innovazione per giungere a una corretta gestione del territorio e a pratiche agricole moderne e sostenibili, aumentando la resa, diversificando la produzione, e salvaguardando la biodiversità.

 

La verità scientifica messa in campo dall'Onu è che "i prossimi anni sono critici: limitare il riscaldamento a circa 1,5 gradi richiede il picco di emissioni globali di gas serra al più tardi entro il 2025", e una loro riduzione "del 43% entro il 2030". E anche facendo così, è "quasi inevitabile" sfondare la soglia degli 1,5 gradi; ma questo potrebbe essere un superamento "temporaneo" per poi "tornare al di sotto entro la fine del secolo".

 

La 52esima Giornata della Terra 2022 celebrerà la protezione del Pianeta in nome dei giovani, con lo slogan #OnePeopleOnePlanet; ci sarà anche il sostegno di Papa Francesco. Earth Day Italia promuove le idee e i progetti dei giovani attraverso l'iniziativa "Call4Earth - produci il cambiamento"; i giovani di tutta Italia saranno chiamati da oggi, 22 aprile, a presentare progetti di sviluppo sostenibile, per poi esser selezionati e finanziati.