L'unico limite sembra essere la fantasia. Ci sono ad esempio coltivazioni di fragole in serra in cui i letti di crescita sono parzialmente sovrapposti e salgono e scendono a seconda delle necessità. Ci sono coltivazioni verticali, che ricoprono i muri degli edifici. E negli ultimi tempi si è assistito ad una esplosione della produzione di insalate in strutture su più livelli, dentro magazzini, container o all'interno dei supermercati.
Indoor farming e metodi di coltivazione
L'indoor farming può assumere varie forme e l'Osservatorio Smart AgriFood (School of management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & innovation for smart enterprises dell'Università degli studi di Brescia) ha condotto all'interno della Ricerca 2020 un approfondimento sulle soluzioni tecnologiche e digitali, coerenti con il paradigma dell'agricoltura 4.0, disponibili oggi in Italia per le coltivazioni indoor. L'Osservatorio Smart AgriFood ha identificato e analizzato circa quaranta soluzioni 4.0 dedicate a coltivazioni di indoor farming.Emerge che la stragrande maggioranza delle soluzioni (56%) è dedicata alle serre, mentre l'11% alle strutture con illuminazione artificiale. Seguono poi i container (8%), mentre il restante 25% ha applicazioni trasversali.
I metodi di coltivazione supportati dalle soluzioni 4.0 riguardano principalmente l'idroponico (44%), seguito dalle coltivazioni in suolo (22%), dall'aeroponico (14%) e dall'acquaponico (8%). I dati emersi sono d'altronde coerenti con i metodi di produzione oggi più diffusi in Italia e nel mondo. Se da un lato infatti le coltivazioni indoor verticali attirano molto l'attenzione della stampa e degli investitori, quelle in serra con sistemi idroponici sono le più diffuse.
Gli ambiti di applicazione
Le tecnologie identificate dall'Osservatorio Smart AgriFood riguardano per il 72% dei casi soluzioni di water management, per il 69% dei casi analisi del terreno e di altri fattori ambientali, seguiti per il 44% da trattamenti fitosanitari mirati e dal monitoraggio delle coltivazioni (33%).
Risulta dunque evidente come la gestione idrica giochi un ruolo principe. D'altronde è il fattore acqua che spesso identifica un metodo di coltivazione (idroponico, aeroponico, acquaponico) e soprattutto nelle coltivazioni fuori suolo l'acqua è il veicolo attraverso il quale l'agricoltore fornisce nutrimento alla coltura. Da essa dipende dunque la sanità e la qualità delle produzioni.
La differenza in innovazione tra la gestione dell'acqua in indoor e in campo aperto è notevole. Se si vanno a guardare le soluzioni 4.0 censite dall'Osservatorio Smart AgriFood quelle che riguardano il water management in pieno campo sono solo il 19% del totale, contro il 72% dell'indoor.
Indoor farming e tecnologie abilitanti
Se si guarda all'Indoor vertical farming si nota come le tecnologie abilitanti maggiormente censite riguardano i sistemi di illuminazione (58%), seguiti dalle piattaforme software (56%) e dall'IoT (44%). Seguono poi le serre ad ambiente controllato (44%), i sistemi di monitoraggio delle serre (39%), Data&Analytics (31%) e l'intelligenza artificiale (19%).Rispetto alle soluzioni per il campo aperto, gli analytics ricoprono un ruolo più marginale (31%), ma risulta maggiore l'adozione dell'intelligenza artificiale e del machine learning (19%). Si conferma invece chiave il ruolo delle piattaforme software come collettori di dati (56%).
Indoor farming e startup
Nell'ambito della Ricerca 2020 l'Osservatorio Smart AgriFood ha analizzato anche un campione di 26 startup che forniscono soluzioni per l'indoor farming. Emerge che il 46% lavora nell'ambito dell'automazione, il 42% nel monitoraggio da remoto dell'infrastruttura, il 31% nel monitoraggio della coltura e il 27% nel supporto alle decisioni.L'automazione riveste un ruolo centrale per molteplici motivi. Prima di tutto perché permette di abbattere i costi di produzione. In secondo luogo perché diminuisce il contatto uomo-coltura e riduce quindi il rischio di contaminazioni e l'ingresso di patogeni. Terzo, perché l'automazione dei processi porta ad avere dati costanti e omogenei sui fattori produttivi e quindi permette di ottimizzare la produzione.