Mentre il Nord Europa è nella morsa del gelo, con temperature che a Berlino hanno toccato i -15°C, l'Italia si appresta ad essere investita da una corrente di aria proveniente dalla Siberia. Le previsioni ipotizzano temperature molto basse, anche nel Sud Italia. Se a Milano sono previste minime di -4°C, nelle aree vocate all'olivicoltura non va meglio. Nel barese si dovrebbe scendere di un paio di gradi sotto lo zero, come anche in molte aree della Calabria.

Man mano che si risale la penisola il termometro dovrebbe essere stabilmente con il segno meno. In molte aree del Lazio dovrebbe scendere a -2-3°C, come anche a Grosseto. A Siena invece la colonnina di mercurio potrebbe arrivare anche a -6°C. Ad Ascoli Piceno si dovrebbe andare a -4°C e anche nell'area del Garda la temperatura si dovrebbe assestare su questo valore.

Tra gli olivicoltori il ricordo va al febbraio del 2018, quando una ondata di gelo proveniente dal Nord Europa provocò ingenti danni a tutto il settore primario. E anche quest'anno si temono ripercussioni pesanti, anche perché le ultime settimane sono state particolarmente miti, con temperature primaverili che in certe aree hanno già fatto ripartire le piante, con le mimose in fiore con un mese abbondante di anticipo.
 


Olivo, potatura e danni da gelo

L'olivo è una pianta che resiste abbastanza bene al gelo, prova ne è che sopravvive anche nel Nord Italia, dove le temperature scendono sotto lo zero frequentemente durante l'inverno. Danni seri (e talvolta fatali) alle piante possono essere causati da temperature intorno ai -10°C, valori in grado di arrecare danni anche alle branche principali e al tronco. Temperature tra i -6 e i -7 gradi causano invece solamente danni alle foglie e ai rametti di un anno o due.

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Gli olivicoltori che non hanno ancora potato, come vuole la regola, possono dunque dormire sonni tranquilli. Ma le cose cambiano per chi ha già messo mano alla sega. La suscettibilità dell'olivo al gelo aumenta infatti sensibilmente se la pianta è già stata potata. In questo caso le ferite scoperte, soprattutto se di entità elevata, possono compromettere la resistenza dell'albero. Questo è ancor più vero nel caso in cui sia già ripartita l'attività metabolica.

La potatura è infatti un'operazione che stimola il risveglio dell'olivo e le temperature miti di questo periodo potrebbero aver riattivato alcune piante. In questo caso temperature anche di pochi gradi sotto lo zero potrebbero arrecare dei danni.
 
Certo, non bisogna generalizzare perché le variabili in gioco sono molte. Non solo la temperatura, ma anche l'umidità dell'aria, la presenza di vento, l'età della pianta, la cultivar e il microclima dell'area in cui si sviluppa l'impianto. Sono tutti fattori che possono influenzare la tenuta delle piante e non è raro vedere oliveti con danni da gelo vicini a oliveti integri, separati solo da qualche metro di dislivello.

Chi avesse dunque in programma di potare i propri olivi nei prossimi giorni meglio che riponga segaccio e cesoie e aspetti il passaggio di Burian. Mentre per chi ha già potato c'è solo da aspettare e vedere se con la ripresa vegetativa qualche ramo, se non branca, abbia risentito delle temperature rigide.

Le manifestazioni del gelo sull'olivo variano dall'imbrunimento delle foglie, con conseguente caduta, fino alla presenza di fessurazioni sui rami. Spaccature che nei casi più gravi possono interessare anche le branche principali e il tronco. Si tratta tuttavia di danni rari. Nello scorso secolo ci sono state 'solo' tre gelate che hanno avuto conseguenze catastrofiche per l'olivicoltura dell'Italia centrale: nel 1929, 1956 e 1985. Quella del 1985 molti forse la ricorderanno per le nevicate intense a Milano e per le temperature glaciali raggiunte, con la stazione meteorologica di Parma che segnò -23,4°C. Temperatura alla quale nessun olivo sopravvive.