Agricoltura innovativa e sostenibile per rispondere anche alla crisi climatica, semplificare il settore dicendo addio "a montagne di carte", e mettere al centro dell'agenda politica l'agroalimentare soprattutto per la crescita del Pil pensando contemporaneamente a una soluzione sui possibili dazi. E su tutto la lotta al caporalato. Sono molti i temi toccati dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova che, in audizione davanti alle commissioni Agricoltura riunite di Camera e Senato, ha esposto le Linee programmatiche del suo mandato al dicastero.
 

Il Piano contro il caporalato

"Il caporalato è mafia. Come tale va combattuto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e salvaguardare migliaia di imprese oneste che subiscono la concorrenza sleale di chi sfrutta. Vogliamo lavorare per la piena applicazione della legge"; secondo Bellanova bisogna fare tanto sia sulla repressione che sulla prevenzione del fenomeno. Con le ministre Catalfo e Lamorgese sarà attivato il Tavolo interistituzionale, che si riunirà il 16 ottobre, per adottare al più presto il Piano nazionale triennale di contrasto e prevenzione del caporalato.
 

Basta logica delle emergenze, la strada è il Piano strategico nazionale

E' necessario "uscire da una logica emergenziale per agire con una visione progettuale di lungo periodo, perché l'Italia ha bisogno di una nuova strategia agricola da scrivere insieme". La ministra punta a costituire una Consulta permanente "per la crisi climatica e le priorità agricole per costruire insieme il Piano strategico nazionale in un processo partecipativo di scrittura del futuro agricolo, alimentare e ambientale del paese".
 

Sostenibilità del paese

"Il nostro faro - rileva Bellanova - sono gli obiettivi sostenibili dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dove l'Italia e la sua agricoltura devono ritrovare un ruolo guida". La sostenibilità, afferma la ministra, deve essere basata su tre pilastri: l'economia, il sociale e l'ambiente. "Bisogna passare a una vera economia circolare, accompagnati da alcune parole chiave, come agricoltura di precisione, ricerca, biologico, energia verde". In mezzo, l'impegno del ministero nella lotta allo spreco alimentare, anche perché "si tratta di un fenomeno che soltanto in Italia vale 12 miliardi di euro"; l'idea è quella di "rilanciare il lavoro avviato" - puntando alla sensibilizzazione delle filiere produttive e di educazione alle famiglie, tenuto anche conto che il 50% dello spreco avviene dentro casa - e "nelle prossime settimane convocare il Tavolo di contrasto agli sprechi alimentari e di assistenza alimentare agli indigenti".
 

Semplificazioni, no a montagne di carta

"Semplificare è la prima parola che ognuno di noi ascolta da qualsiasi interlocutore del settore". Semplificare è anche "una delle missioni più complicate a livello politico perché se l'etichetta della burocrazia è semplice da evocare, è molto complicato eliminarla - afferma la ministra - credo sia il momento di aprire la possibilità alle aziende di segnalare direttamente e puntualmente quali circolari, quali adempimenti vanno a far sì che più che coltivare cibo, gli agricoltori facciano crescere montagne di carta. Su questo aspetto dobbiamo intervenire il più rapidamente possibile, anche grazie alla tecnologia, con la condivisione dei dati tra articolazioni dello Stato".
 

Vale il 14% del Pil

"Credo sia opportuno ribadire l'importanza di rimettere al centro dell'agenda politica, economica e sociale l'agricolturaosserva Bellanova - parliamo di un settore in cui l'Italia detiene alcuni primati europei, a partire dal valore aggiunto pari a 33 miliardi di euro, che ci posiziona prima della Francia e della Spagna. L'agricoltura rappresenta il cuore pulsante del sistema agroalimentare nazionale, che conta oltre un milione di imprese. Parliamo di circa il 14% del Pil, con 219 miliardi di euro compresa la ristorazione".
 

La crisi dei dazi, un Fondo ad hoc

"La crisi climatica in atto merita risposte urgenti. Allo stesso modo la crisi internazionale delle relazioni commerciali internazionali ci mette davanti a nuovi pericoli – è il ragionamento della ministra - proprio in questi giorni i dazi dell'amministrazione Trump mettono in grave difficoltà molte filiere di produzione dei nostri territori, totalmente incolpevoli. Ho chiesto alla Commissione Ue di prevedere fin da subito un fondo per gli interventi di compensazione per salvaguardare le imprese eventualmente colpite. Abbiamo già pagato un miliardo di euro per gli effetti dell'embargo russo e il pericolo della Brexit accresce l'incertezza, non possiamo aspettare che le impresse chiudano".
 

Il Piano straordinario per l'export

Bellanova spinge in avanti, ancora di più, il made in Italy: "Ho chiesto al presidente Conte e al ministro Di Maio un potenziamento del Piano strategico per la promozione del made in Italy agroalimentare: dobbiamo rafforzare il coordinamento, garantire risorse adeguate e puntare sulla commercializzazione e comunicazione del prodotto di origine italiana sui mercati più importanti".
 

Lo scenario fiscale

"Ho ritenuto necessario stilare una serie di priorità e obiettivi concreti per l'azione di Governo - dice chiaramente la ministra - rafforzare la competitività delle imprese garantendo l'invarianza fiscale, rilanciando gli investimenti di qualità italiani. Sono convinta che di fronte alle necessità di questo settore non ci siano colori politici, ma soluzioni da mettere in campo. La nostra priorità assoluta è tutelare il reddito degli agricoltori. La via primaria è garantire competitività alle imprese, a partire dall'utilizzo della leva fiscale". E sul taglio agli incentivi è netta: "Voglio ribadire che, come concordato con il ministro dell'Economia Gualtieri, è escluso un taglio delle agevolazioni per il gasolio agricolo. La missione complessiva del governo è quella di garantire una diminuzione della pressione fiscale e in questo contesto credo vada assicurata attenzione alle esigenze del comparto agricolo".
 

Il lavoro con il Parlamento

Tra le varie priorità la ministra intende aprire una strada privilegiata per portare avanti le proposte di legge ferme in Parlamento, come quella sulle semplificazioni, sul biologico, il contenimento del consumo del suolo, e sul divieto delle aste al doppio ribasso. Un'attenzione particolare poi viene rivolta ai giovani e alle donne: è necessario - secondo Bellanova - "lavorare con tutti gli strumenti a disposizione per favorire il ricambio generazionale e puntare a un incremento del credito e dei capitali attraverso Ismea"; l'intenzione è di "sostenere l'imprenditoria femminile che oggi rappresenta il 30% del settore". All'agricoltura e all'agroalimentare italiano serve anche "un Piano di interventi per le infrastrutture logistiche e i prodotti alimentari, in accordo con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e con quello per il Sud". E poi, conclude la ministra, puntare al rilancio degli investimenti attraverso il potenziamento dei contratti di filiera e di distretto, anche con "uno strumento di progettazione territoriale come i distretti del cibo". Infine, l'idea di dare vita al ministero a una Consulta permanente per la crisi climatica e le priorità agricole per costruire insieme il Piano strategico nazionale, coinvolgendo anche enti, università, imprenditori, organizzazioni agricole e industriali, sindacati, parlamento, regole, cittadini, in un processo partecipativo di scrittura del futuro agricolo, alimentare e ambientale del paese.