La crisi di governo in atto mette in stand by la soluzione trovata da Cia e Mipaaft per la crisi di prezzo del vino da tavola – concretizzatasi nella disponibilità del ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio di portare le rese per ettaro massime dei vigneti per vino comune a 300 quintali - contro i 500 attualmente previsti per legge. Non è stato possibile fino ad ora emanare un decreto legge o un disegno di legge d'iniziativa del governo che dovrebbe modificare la norma in vigore. Tali gli strumenti normativi possibili, e necessari alla variazione, visto che la resa dei vigneti per il vino comune è espressamente regolata dal comma 10 dell’articolo 8 della legge 238 del 12 dicembre 2016 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”.
 

L'incontro a Roma Cia - Centinaio

"Abbiamo ottenuto un risultato che è un primo passo per la ripresa del comparto. Adesso vigileremo affinché dall'annuncio si passi all'azione in tempi brevi e scongiurare il pericolo di una nuova crisi dei prezzi" aveva dichiarato Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale, al termine dell'incontro avuto il 7 agosto scorso a Roma con il ministro Centinaio. Al tavolo erano presenti anche il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, il presidente Cia Sicilia, Rosa Giovanna Castagna, il vice presidente Cia Sicilia Occidentale, Matteo Paladino, e i rappresentanti di alcune cantine cooperative della provincia di Trapani. Assente invece l'assessore regionale Edy Bandiera, trattenuto in Sicilia da impegni di governo. Bandiera nei giorni precedenti aveva aperto con la Cia Sicilia il tavolo di crisi regionale sul vino comune.

L'organizzazione che rappresenta i viticoltori delle province di Palermo e Trapani aveva messo sul tavolo del ministero le sue richieste. A cominciare da un abbassamento delle rese per ettaro delle uve per il vino da tavola e da un maggiore controllo sulla reale produzione di uve destinate alla vinificazione di vino comune.
Le grandi giacenze registrate negli ultimi anni, soprattutto in alcune regioni del nord e centro Italia, hanno ingolfato il mercato, causando un crollo dei prezzi. Ad oggi i viticoltori per un litro di vino comune ricevono meno di 20 centesimi, un prezzo che non permette nemmeno di rientrare dalle spese.

"Il ministro - aveva dichiarato ancora Cossentino - si è detto disponibile ad abbassare la resa dagli attuali 500 quintali per ettaro, stabilito dalla legge, a 300. La nostra richiesta era di 250, il risultato ottenuto è comunque soddisfacente. Adesso c'è un iter legislativo da seguire che si porterà via un po' di tempo, noi vigileremo affinché questa nuova norma possa essere operativa prima possibile perché un'altra annata così rischia di mettere fuori gioco per sempre centinaia di aziende dell'isola. Abbiamo anche ribadito la necessità che siano rafforzati ed estesi, in maniera capillare a tutto il territorio nazionale, i controlli anti frode: le cronache ci dicono che la pratica dello zuccheraggio è purtroppo ancora una piaga diffusa e va combattuta con ogni risorsa disponibile. Per uscire dallo stallo in questo momento sono necessari buonsenso e legalità".
Dopo l’appuntamento con il ministro, la delegazione della Cia aveva incontrato i funzionari del ministero che si sarebbero occupati della modifica legislativa, per illustrare e discutere nel dettaglio le proposte avanzate.
 

Il tavolo di crisi regionale in Sicilia

Il vertice del 7 agosto 2019 al Mipaaft era stato preceduto - il 4 agosto scorso - da una riunione a Palermo tra i vertici della Cia e l’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera. In quella sede l’organizzazione agricola aveva ribadito le proprie proposte. Un incontro giudicato positivo da Cia Sicilia Occidentale. Bandiera non solo si era dichiarato favorevole a sostenere la vertenza fino al tavolo di Roma, ma aveva anche aperto altri spiragli nel quadro di un tavolo di crisi regionale per il vino comune.

“Nel dettaglio sono emerse alcune questioni che, a ragione, possono trovare spazio nella nuova programmazione. La piena condivisione delle priorità indicate deve portarci, da subito, a ricercare il pieno coinvolgimento dell’Ue e del ministero delle Politiche agricole per evitare una stagione segnata dalle tante preoccupazioni portate al tavolo di oggi che sono la punta più avanzata di un disagio crescente tra le fila delle aziende vitivinicole siciliane" aveva commentato Cossentino il 4 agosto, uscendo dall'incontro con l'assessore. Ora invece tutta la vicenda è sospesa, e legata - nel merito e nei tempi - all’esito della crisi di governo.