L'iniziativa, finanziata dal programma promozionale del ministero dello Sviluppo economico, punta sul concept "Italian wine: taste the passion", tradotto poi successivamente in codici "China friendly".
Fra i punti di forza messi in mostra, l'Italia viene presentata come il primo paese produttore di vino, con la più importante e vasta offerta di varietà quantitativamente e qualitativamente rilevante. Nel primo mese i risultati sembrano più che soddisfacenti, con 78 milioni di contatti raggiunti, di cui oltre 44 in multichannel e 33 milioni sotto forma di viewer che avevano seguito l'evento di lancio a Pechino lo scorso 6 settembre.
La campagna messa in campo dall'Istituto per il Commercio estero è però ben più ambiziosa; l'obiettivo è quello di raggiungere in un anno almeno 230 milioni di ragazzi cinesi, fra millennials e wine lovers.
A questa campagna di tipo mediatico sono associate poi alcune azioni promosse sempre dall'Ice in Cina, come la formazione di oltre 500 esperti cinesi di vino italiano in quattordici città. In secondo luogo molto importante anche l'azione di promozione delle vendite, attuato tramite l'accordo con la catena Cofco per lo sviluppo di 150 stores fisici e sulle relative piattaforme ecommerce su Tmall e Jd.com.
Il piano si inserisce in un contesto già comunque favorevole per il vino italiano, che potrebbe essere minato dal rallentamento della domanda per effetto delle guerre commerciali in corso. Nei primi sei mesi del 2018 il vino made in Italy è quello che è cresciuto di più in valore (+14,75%), rispetto a competitor come Francia (+0,24%) e Spagna (-5,56%). L'obiettivo è crescere sempre di più, e l'iniziativa congiunta di Ice, Mise con Federdoc, Federvini e Uiv va proprio in questa direzione.