Una produzione che ovviamente risentirà dei danni del freddo di questo inverno, che ha colpito alcune zone e si è fatto sentire soprattutto su alcune cultivar più sensibili come il Frantoio, ma l'Umbria dovrebbe andare in controtendenza rispetto alla situazione nazionale.
A livello italiano infatti si prevede un calo di produzione del 38% dovuto proprio al maltempo di questo inverno.
Dalle prime stime in ogni caso la Puglia si conferma essere il principale produttore nazionale nonostante un calo stimato del 58%, seguita dalla Calabria che pure vede una riduzione del 34%, e dalla Sicilia al terzo posto pur con una perdita del 25% del prodotto.
Seguono poi la Campania, il Lazio e l'Abruzzo tutte con produzioni in calo tra il 20% e il 30%.
L'andamento negativo in ogni caso è a carattere mondiale dove si stima una riduzione della produzione complessiva dell'8%, dovuta soprattutto al calo dei raccolti in Grecia e in Tunisia con riduzioni di produzioni rispettivamente del 31% e del 57%.
Un calo di produzione che invece non sembra interessare la Spagna, che si conferma il maggior produttore mondiale, dove è previsto un aumento di produzione del 23%.
Una situazione quella italiana che a portato alla richiesta di un rifinanziamento del Piano olivicolo nazionale da parte dell'Unaprol. L'obiettivo è quello di recuperare il deficit italiano con un piano che preveda di aumentare nei prossimi quattro anni la superficie coltivata da poco più di un milione di ettari a 1,8 milioni di ettari, anche con l'incremento delle aree irrigue con tecniche innovative di risparmio idrico.
Un piano che vuole potenziare una filiera che coinvolge oltre 400mila aziende agricole specializzate in Italia e che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, che costituisce il più vasto patrimonio di biodiversità olivicola del mondo.
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Fonte: Coldiretti Umbria