Piove, ma il rischio siccità per la prossima estate si fa sempre più vicino: questo il paradosso della carenza pluriennale di precipitazioni che da ormai almeno tre anni colpisce le regioni del Mezzogiorno d'Italia, con esisti ancora tutti da verificare sul campo. E l'Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue fa sentire oggi, 14 marzo 2018, per la seconda volta in meno di una settimana, la propria voce e lancia uno specifico allarme per le regioni meridionali, che stanno letteralmente rimanendo a secco: con 841 milioni di metri cubi d'acqua in meno negli invasi rispetto ad un anno  fa.

"Mentre si attendono, con una certa preoccupazione, gli ultimi eventi meteo di una stagione invernale ricca di precipitazioni, possiamo già affermare che l'acqua caduta non basterà a rimpinguare le scorte per la prossima stagione estiva perché, come al solito, la maggior parte della risorsa idrica garantita da piogge e nevi non viene trattenuta e termina, non utilizzata, in mare, con gravi danni soprattutto per l'agricoltura. Il tema della siccità tornerà presto d'attualità, quest'anno soprattutto nelle regioni del Sud Italia, i cui principali invasi contengono attualmente circa 1.500 milioni di metri cubi d'acqua; l'anno scorso, in questo periodo, erano 2.341 e nel 2010 addirittura più del doppio: 3.139". Torna a sottolinearlo Massimo Gargano, direttore generale dell'Anbi, intervenuto a Grosseto ad un convegno su "Cambiamenti climatici e territorio".

"A fronte dei cambiamenti climatici - prosegue il direttore dell'Anbi - la mission dei Consorzi di bonifica è di accresciuta responsabilità, perché salvaguardia idrogeologica e gestione delle acque irrigue sono diventati fondamentali asset economici anche in una regione come la Toscana, dove turismo, ambiente ed agroalimentare sono fattori trainanti. L'impegno dell'Anbi è anche quello di innalzare il livello di coinvolgimento delle istituzioni, che spesso palesano scarsa sensibilità su questi temi penalizzando peraltro l'occupazione soprattutto al Sud".

L'Anbi coglie l'occasione per  ribadire la necessità di superare le lentezze burocratiche per avviare concretamente il Piano nazionale invasi, un cui primo finanziamento da 50 milioni di euro è già previsto nella Legge di stabilità 2018. Ai 400 progetti già presentati, i Consorzi di bonifica affiancano esperienze d'avanguardia nel campo della ricarica delle falde: "pozzi bevitori" ed "aree di infiltrazione naturale" sono sperimentazioni, che integrano la secolare esperienza nella migliore gestione idrica delle risaie.

"Il primo problema oggi non è la disponibilità di risorse economiche. E' che bisognerebbe spenderle in prevenzione piuttosto che intervenire in emergenza" conclude il direttore.