Sono 20 i milioni di euro complessivi che saranno disponibili a livello nazionale per i contributi alla coltivazione del grano duro nel 2018 e 2019.

E le Marche puntano a beneficiarne per una quota del 25%, cioè per un totale di 5 milioni, sulla base dei risultati conseguiti nel biennio scorso.

Sarebbero quindi 2,5 milioni di euro all’anno, una cifra considerata dall'assessore regionale all'Agricoltura Anna Casini una bella boccata d’ossigeno per le imprese marchigiane.

Come ha spiegato Casini, gli assessori regionali nell'ambito della conferenza Stato-regioni hanno voluto fortemente questo intervento che permette agli agricoltori di usufruire di un aiuto in de minimis, cioè senza violare le norme sulla concorrenza.

Per le imprese delle Marche il grano duro rappresenta una coltura strategica, come ha ricordato l'assessore, che produce granella di elevata qualità, però non remunerativa a causa dei bassi prezzi pagati dal mercato e i consistenti costi di produzione.

Il decreto nazionale prevede che le aziende che vogliano accedere al contributo debbano stipulare contratti di filiera, almeno triennali, con stoccatori o trasformatori del prodotto.

Dopo di che sono previsti sostegni fino a 10 mila euro per azienda e per i primi 50 ettari coltivati, con un massimale di 200 euro a ettaro, che diminuisce in base al numero di ettari per cui è richiesto il contributo.