Il programma di crescita sarà sostenuto da incentivi per gli agricoltori, in modo da aumentare la produttività. Un ruolo principale lo giocherà indubbiamente l'embargo, imposto, come ha spiegato il primo ministro russo Dmitry Medvedev, "non per creare problemi ai nostri partner occidentali, ma, principalmente, per sviluppare la nostra economia. Le aziende russe ci hanno chiesto di non cancellarlo, proprio per le opportunità commerciali che hanno, in virtù di questo embargo".
Lo scorso novembre era stato il presidente russo Vladimir Putin a dire che l'embargo su alcuni prodotti alimentari provenienti dall'Occidente rappresentava un bene per l'economia della Russia e che sarebbe dovuto durare "il più a lungo possibile", anche per garantire una maggiore disponibilità di prodotti di alta qualità a prezzo contenuto.
Secondo i progetti del ministro dell'Agricoltura Tkachev, la Russia non tornerà ad avere tutti i terreni agricoli persi. "Sono fiducioso - ha però affermato il ministro - che 10-12 milioni di ettari saranno rimessi in produzione agricola. E' una priorità".
Tkachev ha sottolineato come il raccolto cerealicolo abbia raggiunto quota 117 milioni di tonnellate, un record assoluto per la Russia dal 1978, quando il raccolto arrivò a 127 milioni di tonnellate, ma con una superficie coltivata di 78 milioni di ettari e non di 47 milioni di ettari come oggi.
Dei 127 milioni di tonnellate (delle quali 35 milioni circa esportate), 72 milioni di tonnellate sono rappresentati dal frumento.
Export in crescita anche nel settore delle carni, dove la Russia punta di toccare quota 1 milione di tonnellate inviate oltre i propri confini entro il 2020, facendo leva su nuove rotte verso l'Asia e il Golfo Persico.
Secondo i dati del ministero dell'Agricoltura, nei primi nove mesi del 2016 la Russia ha esportato 150mila tonnellate di carne, in crescita del 60% sullo stesso periodo dello scorso anno.
E se la produzione di carne bovina rimarrà sostanzialmente stabile a 2,9 milioni di tonnellate, è previsto un incremento del 10% della produzione di carni suine (che potrebbe arrivare a 4,4 milioni di tonnellate) e del 3% delle carni avicole (che raggiungerà il volume di 6,3 milioni di tonnellate).
La missione del Governo russo è quella di arrivare all'autosufficienza nel comparto lattiero caseario entro il 2020. "Per centrare l'obiettivo - ha dichiarato il ministro Tkachev - dovremo portare la produzione a 5-7 milioni di tonnellate, impiantando oltre 800 aziende lattiero casearie, con un ritmo di 160 aziende agricole all’anno". Il tasso attuale di crescita della produzione del latte si aggira intorno al 3% annuo.
Il ministero dell'Agricoltura punta a incrementare gli aiuti per gli allevatori di carne e latte, proteggendo i produttori russi dalla concorrenza sleale.
Secondo le previsioni del ministero, la Russia aumenterà del 25% la produzione di verdure in serra, arrivando a 840mila tonnellate. Solo negli ultimi quattro anni la produzione orticola ha registrato un incremento del 50%.
"Per raggiungere l'autosufficienza - ha continuato il ministro - dobbiamo mettere in produzione 400 nuovi ettari di serre ogni anno e costruire in cinque anni 400 serre su un'area complessiva di 2mila ettari".
Programmi di espansione anche nel settore vitivinicolo, con una tabella di marcia ipotizzata di 50mila ettari di nuovi vigneti entro il 2020.