Nell’ambito del Macfrut 2016 si è tenuto un workshop organizzato dalla Camera di Commercio italo-russa sul mercato russo dell’ortofrutta e sulle prospettive per l’agroalimentare nel paese. L’embargo ha infatti modificato radicalmente lo scenario, in quanto la Russia, paese tradizionalmente importatore, sta guardando al futuro e alla produzione sotto serra per coprire parte del fabbisogno interno.

Il periodo non è sicuramente facile – ha esordito Evgeniya Kravchenko, esperta di marketing agroalimentare – il rublo è fortemente deprezzato e l’import è sceso a causa del pesante embargo. Ci sono però spiragli di luce, gli analisti affermano che l’economia russa tornerà a crescere nel 2017, mentre già nel 2016 ci sono risultati positivi per il settore agroalimentare. Nel 2015, invece, la situazione è stata davvero pesante. La riduzione dell’import di prodotto agroalimentare si è attesta sul 33,8%, che ha comportato difficoltà in particolare per le aziende agroalimentare del made in Italy, importanti fornitrici del mercato russo”.

Tuttavia ci sono buone occasioni di investimento per gli stranieri – ha spiegato la Kravchenko – L’area più indicata per lo sviluppo dell’agricoltura in Russia è la provincia di Belorechensk, nella regione di Krasnodar. Qui la produzione di frutta e verdura sta aumentando e ha ampi margini di crescita, ma sono necessari investimenti in tecnologie, serre e know how”.

E’ questo il momento per investire in Russia – ha spiegato Eugenia Podmareva, consulente legale e fiscale – Il governo russo sta stanziando risorse per garantire agevolazioni fiscali a chi investe. Queste risorse sono fondamentali per lo sviluppo dell’agricoltura russa”.

Marino Inio, di Unicredit international center Italy, ha invece fatto il punto della situazione sull’economia locale. “Il crollo del prezzo del petrolio è stata la principale causa della crisi dell’economia russa, che da sempre si è basata sull’export di materie prime e l’import di tutto il resto, in particolare dei prodotti agroalimentari. Ora invece, vista anche la disponibilità di terre, si può iniziare a produrre anche in Russia”.

Questo articolo fa parte delle collezioni: