L'incontro è servito a rafforzare i rapporti commerciali tra Iran ed Italia, con Oliveti Terra di Bari e Consorzio nazionale olivicoltori pronti ad affiancare il governo iraniano nelle future iniziative di promozione dell'olio extravergine d'oliva. L’Italia olivicolo olearia porta a casa il risultato della modifica dei limiti degli acidi grassi, approvata dal Comitato consultivo Coi, e che ora potrà essere recepita dalla Commissione Ue.
"Sono molto soddisfatto per i risultati ottenuti grazie anche alla grande disponibilità mostrata dal ministro all'Agricoltura iraniano – ha dichiarato il presidente Sicolo - Sono convinto che si possa aprire per l'olio extravergine d'oliva italiano un importante sbocco commerciale per valorizzare la propria qualità".
La delegazione italiana ha visto la sua proposta di modificare i limiti degli acidi eptadecanoico, eptadecenoico ed eicosenoico approvata da tutta l'assemblea, un risultato di fondamentale importanza in vista della richiesta di modifica del Regolamento (Cee) 2568/1991, che in Italia è stata lanciata dal mondo oleicolo oleario e sostenuta da Agrinsieme.
Il Regolamento (CEE) 2568/1991 era stato modificato in ordine ai parametri d'identificazione degli oli di oliva dal Regolamento di esecuzione Ue 1839/2015 dell’8 luglio 2015, che abbassando i limiti di questi acidi grassi aveva praticamente messo fuori legge – solo in Calabria e solo sul limite all’acido eptadecenoico – circa 29mila aziende agricole, dove si coltiva la cultivar Carolea.
A questo punto, la posizione del ministero per le Politiche agricole verso la Commissione Ue è sicuramente più forte. Il Regolamento di esecuzione Ue 1839/2015 (articolo Pelagalli del 5 dicembre 2015) è sicuramente da modificare – oltre che per i limiti massimi di alcuni acidi grassi - anche per altri motivi: a cominciare dal tetto per gli steroli totali, imposto ad almeno 1000 mg per chilogrammo di olio di oliva.