“Questo voto conferma che l’Italia è in prima linea nella lotta contro la spreco alimentare – commenta il ministro Martina – ora bisogna arrivare presto all’approvazione definitiva. E’ un intervento necessario per contrastare il fenomeno. Un Paese a spreco zero è un Paese con cittadini-consumatori consapevoli, un Paese che fa diventare le buone pratiche abitudini quotidiane e non eccezioni. Con la legge di stabilità abbiamo reso per le aziende più conveniente donare che sprecare, ogni anno recuperiamo 550mila tonnellate di cibo in eccedenza e le distribuiamo a chi è in difficoltà. Stiamo rafforzando l’impegno del tavolo indigenti che ci vede in prima linea insieme agli enti caritativi, al mondo dell’industria, alla grande distribuzione e alle organizzazioni agricole. Anche questa è una delle eredità di Expo Milano 2015 e della Carta di Milano”.
Fra le misure all’interno della legge, iniziativa della deputata Pd Maria Chiara Gadda, c’è un piano di aiuti a livello alimentare per 6 milioni di cittadini italiani in difficoltà, attraverso una rete di distribuzione di pasti e pacchi alimentari; a questo si aggiunge il piano SprecoZero, con un intervento che rende più conveniente per le imprese donare che sprecare. Viene infatti innalzata a 15 mila euro la soglia per l’obbligo di comunicazione preventiva in caso di donazione ed è stata lasciata a 10mila la soglia per la distruzione.
“La legge offre nuove opportunità anche per l’agricoltura – sottolinea Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti – come associazione siamo impegnati con il progetto Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometri zero, che riduce le distanze e i tempi di trasporto, garantendo maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti”.
“Particolare attenzione va riferita ai prodotti finiti della panificazione – conclude Moncalvo – questi, quando non sono venduti o somministrati in giornata, possono essere donati da produttori, inclusi gli agriturismi, nel rispetto dei requisiti igienico sanitari. Tutte le attività dovranno essere coordinate nell’ambito di un unico tavolo di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, che coinvolge anche i rappresentanti delle organizzazioni agricole, in modo da programmare il recupero e la distribuzione delle derrate alimentari, sulla base del fabbisogno”.