Testare le nuove tecnologie in campo, dando la possibilità anche a startup innovative di sperimentare le loro invenzioni. È questo il progetto DigiFarms lanciato da Arvalis nel nord della Francia. Due fattorie in cui fare ricerca, il tutto con un approccio 'open research'.

La convinzione è che l'agricoltura così come la conosciamo oggi è destinata a scomparire. Il futuro è la smart agricolture e il precision farming. Al di là degli inglesismi si tratta di applicare ai campi le ultime innovazioni tecnologiche. Sensori, Gps, app, tablet, droni e simili aiuteranno l'agricoltore a produrre di più con meno, tutelando il terreno e la biodiversità.

Per questo Arvalis, l'organizzazione dei produttori agricoli d'Oltralpe, ha deciso di destinare due delle sue fattorie alla ricerca, ma soprattutto alla sperimentazione in campo, di tecniche e tecnologie innovative. La prima si trova a Boigneville, vicino a Parigi, e si occuperà di cereali con tre tipologie di produzione: biologica, in serra e standard. La seconda è situata a Saint-Hilaire-en-Woevre, nella Lorena, nord-est della Francia, con differenti tipi di coltivazioni e allevamenti di mucche da macello.

Arvalis testerà dunque in campo differenti tecnologie, al fine di selezionare le migliori innovazioni da trasferire poi nelle fattorie dei suoi membri. Ma la filosofia 'open research' adottata dall'associazione permetterà anche a privati di fare prove in campo. Le startup avranno così modo di fare test in strutture attrezzate e con personale qualificato.

Ma quali sono i possibili campi di ricerca? “L'agricoltura si adatta perfettamente all'uso delle tecnologie digitali che possono dare un supporto prezioso per lo sviluppo di un settore competitivo e rispettoso dell'ambiente”, fanno sapere da Arvalis. “I campi di ricerca sono innumerevoli: sensori per la misurazione della salute delle piante, degli animali e dell'ambiente. Macchinari intelligenti. Robot, ma anche droni e immagini satellitari. Analisi dei modelli climatici e dei big data”.

Per i produttori è cruciale sapere quanto realmente utili sono queste innovazioni una volta che dal laboratorio si è passati all'utilizzo in campo. Le criticità sono molte: l'interoperabilità, la capacità cioè di un sistema di parlare con un altro (inutile avere dei sensori sul trattore se poi i dati non sono utilizzabili dagli altri macchinari). Il risparmio di tempo e risorse. Ma nelle DigiFarms si testeranno anche l'ergonomia e l'usabilità dei sistemi. Verranno raccolti dati per migliorare i progetti, scartare quelli meno promettenti e perfezionare i migliori.

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