Paolo Rumiz, nel suo viaggio in Italia lungo le statali ha definito il massiccio del Matese  come “l’Afghanistan d’Italia“. Un luogo dove è ancora possibile perdersi e sperimentare la solitudine del pastore errante dell’asia di leopardiana memoria. Il versante campano di questa vasta area montuosa che si estende tra la Campania ed il Molise, è inserito nel Parco regionale del Matese che è arrivato oggi all’Expo 2015 a Milano, presentando alla stampa e portando in dote la grande ricchezza della flora e delle eccellenze gastronomiche della montagna campana.

Un patrimonio, quello del Matese, che vivrà nel Padiglione Kip, uno spazio pensato per essere un luogo d'incontro internazionale tra istituzioni, associazioni e settore privato sui temi dello sviluppo locale. Inoltre un punto informativo del Parco regionale del Matese, insieme ai prodotti del territorio, sarà presente presso il Fuori Salone Imw in via Tortona a Milano, da giovedì 18 a martedì 23 giugno.

La biodiversità del Matese, la sua filiera lattiero casearia, i processi di trasformazione sostenibile messi in atto dai piccoli produttori, meritano di essere meglio conosciuti proprio nei luoghi che più fortemente declinano il messaggio dell’Expo e che sono il filo conduttore nelle attività del Padiglione Kip International School.

Un tema è la relazione tra la produzione, il commercio e il consumo di alimenti e il più generale sviluppo del territorio. L’altro è l’innovazione, non solo quella che riguarda le tecnologie davvero utili, ma anche quella che crea nuove forme di organizzazione, nuovi metodi di lavoro, nuovi tipi d’imprese e di associazioni, con grande spazio anche ai partenariati internazionali.

A guidare la delegazione è il presidente del Parco del  Matese, Umberto De Nicola, che ad AgroNotizie dice “Abbiamo creato un marchio d’area, che oggi raccoglie circa 20 aziende qualificate impegnate nella più svariate attività agricole e zootecniche, dalla produzione dei nostri formaggi tipici – tutti riconosciuti come Prodotti agricoli tradizionali dal ministero per le Politiche agricole – che intende difendere e promuovere il mangiar sano all’insegna della migliore tradizione della nostra montagna.”

Ferdinando Gandolfi, funzionario dell'assessorato all'Agricoltura della Campania che segue i Pat  della regione Campania ricorda: “Sul Matese la Regione ha in atto un’iniziativa di valorizzazione specifica delle aziende zootecniche che si sono dotate di caseificio aziendale e che producono formaggi di montagna a km 0, sono tutti Pat e si chiamano Scamorzino, Caso Maturo, Pecorino di Pietraroja e Caciocavallo del Matese". 

I Pat con Marchio d'Area del Matese sono il biglietto da visita di questo territorio.

Raffaele Montone è un allevatore bovino di Castello Matese, l’azienda tra la tarda primavera e fine estate trasferisce i capi allevati ai 1600 metri di altitudine di Campitello Matese, con una transumanza che viene guidata cavalcando: “Alleviamo vacche meticce per avere animali idonei sia alla produzione di latte che di carne e nei sei mesi in montagna i nostri animali pascolano allo stato brado, il latte lo utilizziamo per produrre il Caciocavallo del Matese, scamorza e ricotta che vendiamo a clienti affezionati e che seguono l’azienda da più di una generazione”. L’azienda agricola Montone Patrizia è forte di circa 100 capi, che in estate pascolano su circa 300 ettari di territorio di montagna concessi in Fida pascolo, l’uso civico locale che può essere concesso contemporaneamente a più imprese agricole sulla stessa area.

Tra le praterie del Matese abbondano i crochi, noti anche come bucaneve, i fiori dai cui stimmi si ottiene lo zafferano. “Attualmente c’è un’azienda a Capriati al Volturno, la Frattini - spiega Gandolfi  - che sta commercializzando al dettaglio direttamente gli stimmi essiccati, in modo da consentire al consumatore di poter ottenere da se in purezza lo zafferano, semplicemente pestando gli stimmi di croco in un mortaio.”  Una garanzia in più per un prodotto di eccellenza facilmente vittima di pirateria commerciale.

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