Copagri aderisce ad Agrinsieme, e con lei salgono a sei le organizzazioni, legate da un accordo interassociativo, che cooperano in modo coordinato e unitario come Agrinsieme: Cia, Confagricoltura, Copagri, Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare (con le centrali cooperative riunite nella sigla Alleanza delle cooperative agroalimentari).

Nella sua nuova conformazione, Agrinsieme arriva a rappresentare oltre il 50% del valore della produzione agricola nazionale e circa il 40% del valore dell’agroalimentare italiano. Per la precisione parliamo da un lato di Cia, Confagricoltura e Copagri che rappresentano 1.750.000 associati 1.100.000 aziende agricole e oltre il 55% della superfice agricola e della plv agricola nazionale; dall’altro di Aci, Agci Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare che rappresentano 5.000 cooperative, 800.000 soci produttori, 93.000 occupati e 34,5 miliardi di euro di fatturato.

''È un passaggio importante che abbiano fatto solamente oggi perché forse ieri i tempi non erano maturi'' ha detto il presidente Copagri, Franco Verrascina, spiegando che l’ingresso in Agrinsieme è stato possibile grazie a una modifica dello statuto votata nel congresso del giugno scorso
''Non è più tempo di strategie statiche e di contrapposizioni, - ha proseguito Verrascina illustrando i motivi della scelta - fino ad oggi si cercava di fare la campagna acquisti dei soci, oggi invece, questi ci chiedono un progetto unitario. L'unità è nel nostro Dna, per questo abbiamo deciso di fare questo sostanziale passo avanti nella nostra storia e in quella dell’agricoltura italiana. Aderiamo ad Agrinsieme perché è ormai chiaro che si tratta di un progetto per l’agricoltura e non per le associazioni”.

"Le varie organizzazioni del Coordinamento - ha commentato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi - hanno saputo integrare storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Siamo un raggruppamento inclusivo. Le nostre porte sono aperte a quelle organizzazioni che si riconoscono nella nostra visione dell’agroalimentare italiano".

L'annuncio dell’adesione della nuova sigla è stato dai sei presidenti nel corso di una conferenza stampa, durante la quale è stato anche ufficializzato il passaggio di testimone da Mario Guidi a Dino Scanavino per l'incarico di coordinatore di Agrinsieme.

"Succedere a Mario Guidi è una grande responsabilità, anche nell’ottica delle nuove sfide che ci attendono – ha dichiarato il presidente della Cia, Dino Scanavino - Il mio pensiero va a Giuseppe Politi, primo coordinatore e strenuo sostenitore della necessità del processo unitario della rappresentanza agricola. Due le priorità: accompagnare e sostenere le imprese in una fase economica e sociale difficile; promuovere e sviluppare sempre più le forme di aggregazione economica".

"Una delle nostre priorità nei prossimi mesi – ha proseguito il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercurisarà sicuramente quella di far sì che le prossime risorse previste nei Psr delle Regioni siano sempre più indirizzate a incentivare forme di aggregazione, orientando gli investimenti delle aziende agroalimentari sull’innovazione e sull’internazionalizzazione, strumenti necessari per rendere più competitive le imprese sul mercato".

L’incontro è stato l’occasione per ribadire gli obiettivi comuni, individuati durante la prima Conferenza economica, di Agrinsieme: attuare politiche di rafforzamento dell’impresa per modernizzarle e favorirne l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; organizzare le filiere; sostenere l’internazionalizzazione delle imprese; svolgere una sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli enti e delle tecnostrutture operative; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito; incamminarsi sulla strada della corretta gestione delle risorse naturali per coniugare produttività e sostenibilità e per valorizzare il ruolo delle aziende agricole anche nel campo delle energie rinnovabili e dei servizi eco-ambientali; proseguire nell’aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.

Nonostante l’impegno di Agrinsieme abbia già portato a diverse novità, secondo i presidenti delle sigle che lo compongono rimane molto da fare.
"La mobilitazione sull’Imu – hanno detto – continuerà perché è inaccettabile una tassa che grava sui fattori di produzione. Abbiamo riscontrato un forte interesse da forze politiche ed opinione pubblica che ci conforta".

Non possiamo essere soddisfatti per come la semplificazione è stata attuata specie nel momento in cui c’è la presentazione della Pac. Il nostro interesse è che le domande siano presentate e che gli agricoltori abbiano le risorse. La "notte dei lunghi coltelli" con Mipaaf e Agea è rimandata: ci sarà un confronto fermo con il ministero e con l’organismo pagatore, ma sicuramente la macchina è da rivedere”.
Così il coordinatore uscente di Agrinsieme Mario Guidi in merito ai ritardi della Politica agricola comune.
Ora la nostra priorità è chiudere le domande Pac”, aggiunge il nuovo coordinatore Dino Scanavino, “anche se non è scontato che ciò avvenga. Da parte nostra lavoriamo e nello stesso tempo presidiamo Agea perché si attivino gli strumenti tecnici che permettano di cihiudere la partita. Si sono evidenziati i limiti dell’operazione, questo sistema non funzione, è insostenibile, e ce ne vuole un altro. Ci mettiamo a disposizione per fornire il know how che possediamo stando a contatto con gli agricoltori ma l’agenzia ha perso di vista la realtà”.

La giornata si è conclusa con l’annuncio della seconda Conferenza economica di Agrinsieme, prevista in autunno e che sarà anche l’occasione per una riflessione sul “dopo-Expo”.