Il vortice islandese riceverà nuova energia nel breve periodo dall’ennesima elevazione dell’anticiclone subtropicale nell’area pacifica. Questa manovra innescherà successivamente la formazione di numerose depressioni atlantiche che transiteranno repentinamente anche sull'Italia, portando piogge e nevicate per quel che resta dell’inverno. 

Il punto della situazione
Le schiarite che hanno fatto capolino su molte Regioni, ad esempio sulle adriatiche piuttosto che al Sud, sono solo una breve parentesi prima di un nuovo vivace periodo perturbato. L'alternanza degli annuvolamenti ha permesso a molte località di rivedere momenti soleggiati, anche se le nubi non sono comunque mancate, con ulteriori nevicate sui settori alpine e piovaschi lungo le aree tirreniche.
Tregua breve, ma comunque indispensabile, in particolare per l’arco alpino che ha visto nevicate davvero impressionanti nell'ambito di un inverno già straordinariamente nevoso e piuttosto anomalo, per molti versi simile all'autunno.
Il maltempo sta assumendo dimensioni davvero preoccupanti e viste le innumerevoli ondate previste nel medio termine, il rischio di avere ulteriori pesanti danni è davvero reale. Il terreno è già vicino al punto di saturazione . Basti pensare che alcune stazioni meteorologiche poste nell’Appennino settentrionale hanno misurato un accumulo da inizio anno (poco più di 30 giorni) che va dai 700 ai 1000 millimetri, quantitativi visti normalmente in un anno solare. Pioggia trasformata in neve invece sull’arco alpino, con spessori del manto bianco che si aggirano attorno ai 500 centimetri alla quota di 1800 metri. 

Analisi
Poche le novità: l’Atlantico non intende cedere l’areale del Mediterraneo. Il vortice canadese continuerà difatti ad alimentare la depressione d'Islanda, deviando sul bordo meridionale del sistema una serie di vivaci perturbazioni che continueranno ad interessare direttamente l’Italia. Non si volterà quindi pagina almeno sino a metà mese, momento in cui verrà maggiormente coinvolta la Penisola con infiltrazioni di aria più fresche d’origine polare-marittima, che aiuterebbero oltretutto a mantenere le temperature sulle medie del periodo.
Dall’analisi dei modelli di previsione al giro di boa mensile potrebbero intravedersi – vista la situazione il condizionale è d’obbligo – piccoli cenni di cambiamento. Una maggiore dinamicità atmosferica, causata da una ridotta vigoria del vortice canadese, potrà dar modo all'alta pressione delle Azzorre di accennare un’elevazione sui settori settentrionali atlantici, innescando successivamente possibili scambi meridiani (movimenti di grandi flussi d’aria con direttrice nord-sud) molto tipici nel fine stagione. 

Evoluzione
Il riscaldamento della stratosfera sul polo Nord, il secondo dei cinque strati in cui è convenzionalmente suddivisa l'atmosfera, avrà ripercussioni minime ai piani più bassi dell'atmosfera, ma non del tutto nulli. Difatti non sono del tutto esclusi eventuali scambi meridiani, sintomo di una ritrovata dinamicità anche alle medie latitudini.